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Ci risiamo: Brasile, Africa connection e i soliti noti

Il "Carnaval dei Giochi Olimpici Rio 2016" continua. Stamane ad aprire il sito di insidethegames una notizia che procurerà un nuovo infarto al povero cuore del Barone Pierre de Coubertin, che sperava di trovare un po' di pace nella stele appositamente eretta ad Olympia per mettere a perenne dimora il muscolo cardiaco del rinnovatore dei Giochi dell'Era Moderna.

In sintesi: la polizia brasiliana ha ribaltato la casa di Carlos Artur Guzman, presidente del Comitato organizzatore Rio 2016, non per togliere la polvere dai mobili ma per cercare documenti...impolverati, prove di un supposto "fondo nero" (robettina da 1 milione e mezzo di dollari) che, secondo l'accusa, sarebbe servito per comprare voti alla candidatura brasiliana poi vincente (Copenhagen 2009). Per chi non lo ricordasse, Guzman fu giocatore di pallavolo e fece parte della Nazionale carioca ai Giochi di Tokyo 1964: fu la prima volta del volleyball nel programma dei Giochi. Il Brasile fu settimo, l'oro fu assegnato alla Unione Sovietica per la miglior differenza punti fatti e subiti sulla Cecoslovacchia. Almeno un po' di sport in mezzo a tanto...sporco!

La vicenda olimpica di Rio 2016 è un tormentone che vede implicati, taluni anche già condannati, ministri, politici, alte cariche dello Stato, e adesso si arriva alla massima posizione sportiva, Guzman appunto. Tranquilli: il suo avvocato ha fatto sapere che non c'è stato nessun comportamento illecito e che si tratta solamente di  "a media spectacle". Chi vivrà, vedrà. Intanto però fischiano le orecchie quando si legge che l'inchiesta do Brazil è in relazione con una lunga indagine (novembre 2015) partita in Francia con tanto di giudici e uomini della Gendarmerie Nationale. E a quanto pare non mollano l'osso...Qualcuno non può lasciare il suo Paesello, altri sono spariti nel nulla, altri non possono salutare il paese di Marianna e andare a fare un viaggetto, altri devono giustificare dobloni messi in ombra in posti peraltro molto soleggiati, e altri ancora...beh, quelli dormivano.

Mah, speriamo bene, per loro, che dovranno pregare il loro dio, se ne hanno uno, per cavarsi fuori da un impiccio molto scivoloso. Altri, come me, continuano a sognare uno sport diverso. Ma, appunto, è un sogno.

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