Fiero. Gardesano doc. Come il vento frizzante che spazza il lungolago di Maderno e dintorni in presenza degli atleti, una sessantina, che si confrontano sulle tracce del cammino di un convitato illustre quanto impossibilitato alla presenza fisica. Ossia, Marco Nonio Macrino, sodale dell’imperatore Marco Aurelio, proconsole e responsabile dei livelli del padre Tevere, la cui famiglia edificò la magnifica villa romana di cui sono sopravvissuti significativi resti nei pressi della Riva Granda di Toscolano, sarebbe stato certamente orgoglioso al passaggio dei runner impegnati nell’edizione prima della “Di corsa a Toscolano Maderno”. Evento organizzato dal Club San Rocchino, in collaborazione con il Team Due Aceri e l’Assessorato allo Sport del Comune.
Potrebbe essere vocata “Corsa del centurione”, questo il suggerimento del direttore dell’"Eco", della cui pazienza abusiamo. Ma ci starebbe pure “Corsa del Gladiatore”,dal momento che colleghi romani di buona fantasia dotati – in presenza del rinvenimento del mausoleo funerario dell’illustre antenato sulla via Flaminia nell’Anno Domini 2008 - hanno ravvisato nella storica figura del nostro nobile bresciano, esponente di punta della blasonata famiglia dei Nonii Ari, qualche somiglianza (invero per nulla esistente) con lo storico per nulla e di sana pianta inventato personaggio protagonista del celeberrimo film di Ridley Scott, Massimo Decimo Meridio. Tanto per intenderci, quello impersonato da Russel Crowe. Che in pieno Colosseo scandisce ai compagni di avventura il perentorio comando: “Al mio segnale scatenate l’inferno”.
Fatta franca l’ampia premessa, si passa dalla cronaca del passato (remoto, nel caso di specie) a quella sportiva, attuale. Ovvero dell’evento con “etichetta” FIDAL andato in scena con partenza e arrivo all’ex Campo Ippico di Maderno. “Pochi, ma buoni” dicono i promotori della corsa. Promossa dal Club sportivo cittadino in trasferta per la presenza tra i propri ranghi di Marco Manini, 19enne atleta di casa a Sanico, e la complicità del padre Mauro. Appassionato quanto basta, nonché praticante attivo dell’ars pedestris, per imbarcarsi nella nuova avventura. Sui 7 chilometri e mezzo del percorso, che ha portato gli atleti a sfilare sul lungolago, fino ad oltrepassare la foce del fiume Toscolano. Circuito da ripetere un paio di volte, con variante finale. Veloce quanto tecnico, con spigoli da affrontare rapidamente, variazioni di ritmo e pendenze invero modeste quanto in grado di farsi sentire.
Maggioranza relativa nel pattuglione a signore e signori con i colori del Marathon Brescia, una trentina in tutto. Ad aggiudicarsi la competizione Simone Bonomini ( CS San Rocchino), primo al traguardo in 24'39", davanti al compagno di squadra Alberto Cavagnini (24’42") e a Sami Riffi (Atletica Valtrompia). Sesta piazza assoluta per Marco Manini, che tiene fede all’impegno, primo tra gli Under 20. A fargli da scorta, a distanza altri due juniores del San Rocchino: Nicolò Guatta e Davide Cotignola. Sempre in maglia bianco verde i migliori tra gli allievi: nell’ordine, Federico Mantovani e Leonardo Guatta. Per l’altra metà del cielo, primi tre posti per atlete della Free Zone. Prima Silvia Casella (28’07”), ventesima assoluta, davanti a Myriam Frassine (32’36") e Marcella Orizio (34’30").
Sul palco, per le premiazioni, il sindaco Delia Castellini e il delegato allo Sport, Alessandro Comincioli. Ai primi classificati assoluti della classifica femminile è stato consegnato pure un volume sulla storia del mezzofondo, apprezzato omaggio di “Sognando Olympia–Tokyo 2020”, progetto multisport, culturale e territoriale animato da un gruppo di amici sognatori di casa a Bogliaco, Navazzo, Gargnano e Toscolano Maderno. La cronaca si conclude qui. Con l’appuntamento alla prossima. Sarà con il centurione o con il gladiatore, il riferimento con cui ci dovremo confrontare per dare titolo e lustro alla corsa? Ai posteri l’ardua sentenza. Con buona pace di Marco Nonio Macrino. Concittadino nostro dei tempi che furono. Comes di Marco Aurelio, la cui statua equestre sta al centro del Campidoglio. Che dire di più… “Al mio segnale scatenate l’inferno”. Con buona pace della Soprintendenza. E così sia.
Nelle foto scattate da Marco Forti, da sinistra in alto e in senso orario, momenti delle premiazioni in una serata freddina: le prime otto donne con la vincitrice Silvia Casella, con cappuccio; i giovanotti (primo Simone Bonomini) premiati dal "pretoriano" Enzo Gallotta, scriba di questa elegia e componente del manipolo di "Sognando Olympia"; ancora isso che consegna meritato premio a Nicola Bettini, migliore atleta classificato con i colori del GS Montegargnano, e la signora sindaco Delia Castellini nel saluto ai partecipanti.