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Viaggio fra ricordi, presente e, si spera, futuro

 
  

Fotocronaca di una rilassante trasferta nell'ombelico d'Italia (collocato in piazzetta San Rufo). Rilassante avendo un bravo pilota come Claudio Galli che mi ha scorazzato da Polpenazze, lago di Garda, zona Valtenesi, sinonimo di vino Groppello e olio di primordine, via Castenedolo fino a Rieti e ritorno, bravo pilota come ai suoi tempi (anni '80) fu bravo giavellottista, oltre i 72 "old model", e oggi appassionato allenatore. nel ricordo di quel brontolone ma gran brav'uomo del suo allenatore Vittorio Bonetti, purtroppo scomparso lo scoso anno.

Decisione di andare a Rieti soprattutto per rendere visita ad una persona cui riconosco una decisiva importanza nella mia vita, quel Sandro Giovannelli, che nell'atletica dell'orbe terracqueo ha avuto la dimensione di un gigante se confrontato con certi ominicchi di oggidì.  Joe Vanelli, come scrisse un americano su una busta non avendo capito bene il cognome dell'illustre reatino. A lui mi hanno legato tanti anni di lavoro gomito a gomito, seppure in ruoli diversi, prima alla Federazione italiana di atletica leggera e poi in quella mondiale, etichetta I.A.A.F. Sempre con feeling, con quel rispetto che ti porta a riconoscere il valore, le capacità di chi lavora accanto a te. Non come certi tagliaboschi incolti e presentuosi che poi ho conosciuto, purtroppo. Joe Vanelli, l'uomo che ha inventato il Meeting di Rieti, dove sono passati i più grandi atleti del mondo. e vennero per lui, per Sandro. Quel meeting è la sua creatura e la sua ossessione.

Con Sandro ho trascorso quasi tutto il tempo in questa escursione, ma devo dire - ebbene sì - che mi sono distratto, meglio divertito anche a guardare le gare del Campionato nazionale allievi. Come mi ha fatto piacere incontrare atleti dei miei tempi antichi, miei non loro, e ho provato un certo orgoglio nel sentire il loro ricordo di me. Fa sempre un diffuso piacere. E mi sono sentito orgoglioso dei risultati dei ragazzi della Atletica Virtus Castenedolo, dei miei amici con cui divido idee, sentimenti, iniziative da tanti anni.

Quattro impegnati, una medaglia d'argento, e altre due finaliste, entrambe ottave. Un buon risultato per una società che sa coniugare tutte le voci del pentagramma atletico. La medaglia se l'è messa al collo Tommaso "Tommy" Raffo, provate dire un po' in quale disciplina? Quello dei tre zompi, hop step jump versione inglese, salto triplo italica translation. A Castenedolo coniuga da quasi cinquanta anni il verbo di questa complessa specialità quello che io ritengo - e non solo io - uno dei migliori apostoli: Erminio Rozzini. Ohhhh, che esagerato? Davvero? Per esmpio: in tre settimane ha portato due suoi ragazzi sul podio argentato sia ai Campionati juniores - con Andrea D'Amore - sia a quelli allievi con Tommy. Chissà se qualcuno se n'è accorto? Ma tanto checcefrega? Tommy ha fatto il suo "personale" (14.50), quattro salti sopra i 14 in finale.

Le signorinette. Irene Romano, ottava nel salto in alto, un 1.65 altissimo, poi smarritasi a 1.68, ottava alla fine. Stessa posizione per Margherita Regonaschi, specialità tiro del dardo: 40.34, "personale" in qualificazione, abbastanza vicina anche in finale, nonostante un pasticcio organizzativo che ha portato a quasi una ora e mezzo di ritardo della finale, quando le atlete avevano già completato la fase preparatoria, un po' miopi 'sti giudici. Comunque anche per "Marga" un buon ottavo posto, per la soddisfazione di Claudio Galli. Non è andata come sperava, sia lei sia gli altri, Joan Adu, ostacolista, veloce freccina fra le cadette. Batteria così così, 14.66, buono per la finale delle seconde. Lo spirito non era quello giusto e Joan ha pasticciato finendo squalificata. Delusione, serve solo analizzare con calma e mettere rimedio, le qualità ci sono, verranno a galla.

Belle giornate, con momenti piacevoli, allo stadio e fuori. L'aver trascorso un po' di tempo con amici come Augusto Frasca, Sandro Aquari e Giorgio Lo Giudice, compagni di viaggio lungo il sentiero dell'atletica. Oppure la piacevolissima serata con Sergio Lombardi, Claudio Galli e i ragazzi "virtussini" alla trattoria "da Antonietta", in via San Rufo, a un passo dall' Umbelicus Italiae, se passate da Rieti fate sosta da questa simpaticissima signora che mette entusiasmo nel suo lavoro, cucina tradizionale reatina annuncia il menù, ed è vero, non capisco di atletica ma sulla cucina ci prendo, datemi retta. E infine, prima di riprendere la via del Nord, sosta "da Ciccio", da dove non uscirete certo con la fame, se avete appetito dateci dentro.

Selezione di foto fornite dai miei compgani di viaggio. In alto da sinistra a destra e a scendere: Joan, Tommy, Irene e Margherita; Irene sul podio dell'alto, a destra con giacca della tuta verde; idem per Magherita in maglietta verde, che sfoggia pure Tommy mentre riceve la medaglia per il secondo posto e poi con gli otto finalisti allineati; infine speciale premiazione alla tavola "da Antonietta", unico attrezzo la forchetta.

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