Sognare di essere Oerter, O'Brien, Lusis...

Sono dieci giorni di sogno continuo, ininterrotto! Normale? non proprio. Sto evocando «Sognando Olympia», quel progettino cultural - sportivo che mi piacerebbe tanto veder decollare in maniera più consistente, concreta. Però non posso neppure lamentarmi troppo. 'Sto bel logo, disegnato appositamente per me, da Roberto Scolari, gira, viaggia, si fa vedere, e, dato che la grafica è attraente, piace, mi chiedono il significato. Che è molto semplice: la elaborazione dei cinque cerchi olimpici che sfumano nel sogno, perciò sono solamente abbozzati, ci sono e non ci sono. Il logo ha fatto passerella negli ultimi giorni un po' ovunque: domenica scorsa ad Agazzano, in provincia di Piacenza, e, quasi nelle stesse ore, a San Gervasio, in quella di Brescia. Domani nuova apparizione bresciana, a Castenedolo, dove andrà in scena la trentaseiesima edizione del «Virtus Lancio Story - 5° Memorial Ragnoli Yuro». Appuntamento inventato più di tre decenni fa in un campetto che chiamavano «delle moschine», intuitivo il motivo. Eppure, tra un moscerino e l'altro, volavano martelli, dischi e giavellotti. Più o meno lontani, ma sempre con una compagnia in allegria e simpatia, altra merce che scarseggia spesso sui campi di atletica.

Giulio Lombardi, presidentone dell'Atletica Virtus Castenedolo, tuttofare, che lancia ancora il martello quando serve ai campionati masters, ha appiccicato il logo dei sognatori sulla locandina che propone la giornata degli uomini e donne catapulta. Giornata che si annuncia complicata dai capricci di quel cielo che ci sta sopra la testa: telefonini, tablet, e diavolerie assortite, profetizzano tormenta, e quasi sempre ormai c'azzeccano, maledetti. Dovesse proprio essere vero, non ci faremo mancare il Piano B, il meeting indoor, al riparo dalla pioggia: Stadio L'Antica Macina, a Castenedolo, «per festeggiare i vincitori e consolare gli sconfitti», recita l'invito. Se non avremo avuto né gli uni né gli altri complice un incazzato Giove Pluvio, pazienza, troveremo motivo di celebrare qualcosa. Ce n'è sempre uno.