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Visioni di una umanità sempre uguale a se stessa

A volte sembrano frasi abusate, modi di dire stantii, però quasi sempre ci azzeccano. Prendete «niente di nuovo sotto il sole», banale no? quante volte lo sentiamo ripetere? Fino alla noia. Eppure...Ieri sera, ho cominciato a leggere «I fratelli Karamazov», romanzo di un gigante della letteratura russa, Fëdor Michàjlovic Dostoevskij. Alla faccia, era ora! Ho sempre pensato, desiderato, leggere i grandi autori russi, ma alla fine ho letto poco, pochissimo. Tempo fa, vedendo i tre libretti, edizione Famiglia Cristiana, su una scaffale del mio amico don Alessandro glieli ho chiesti in prestito. «Sua Santità», come lo chiamo per celiarlo, spesso mi fa da consulente librario, suggerendomi letture. In questo caso, è stata una scelta personale.

Prime pagine, una introduzione della curatrice di questa edizione, una dettagliata biografia del signor Fëdor, e poi la Prefazione dell'autore, di Dostoevskij medesimo. In quelle righe ho trovato la frase che mi ha fatto pensare alla immutabilità della umanità. Dostoevskij sta parlando di quello che definisce  «il mio eroe», Alekséj Fëdorovic Karamazov, e scrive:«Per me egli è degno di nota ma sinceramente dubito di riuscire a dimostrarlo al lettore. Il fatto è che egli è un personaggio non ben definito, non chiaramente delineato. Del resto sarebbe strano, in un tempo come il nostro, pretendere chiarezza dalla gente». In un tempo come il nostro pretendere chiarezza dalla gente...Dostoevskij iniziò a scrivere questo romanzo nel 1878, fra il 1879 e il 1880 una rivista russa lo pubblicò a puntate, nel 1881, a soli 60 anni, Dostoevskij  morì.

Son passati 140 anni, siamo nel 2018, ditemi: in un tempo come il nostro, esiste qualcuno che pretende chiarezza dalla gente? Forse la si pretende, ma quanto a riceverla la vedo molto, molto, dura. Continuo a leggere «I fratelli Karamazov».

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