Roma ha perduto il caput, non solo mundi

Ho finito nella notte insonne un bel libro che vi segnalo, io vi consiglio di leggerlo, è pieno di notizie e personaggi che non si imparano a scuola. Lo ha scritto Vittorio Emiliani, un bravo giornalista: da «Il Mondo» di Mario Pannunzio a «L'Espresso», dal quotidiano «Il Giorno» al romano «Il Messaggero», fino a diventarne il direttore per parecchi anni. Poi una intensa attività di scrittore, con tanti saggi di politica e non solo, nove solamente fra il 2010 e il 2018. Questo che ho finito di leggere io è l'ultimo, pubblicato da «Il Mulino» nel 2018. Titolo: «Roma capitale malamata». Basterebbero le definizioni di Goffredo Parisi («un suk») o di Mario Soldati («la morte») per intuire che Roma non è mai stata amata dagli italiani. Malamata, e Emiliani, in 276 pagine, lucidamente ci spiega perchè, attraverso il lungo cammino da Cavour ai lanzichenecchi moderni, molto più perniciosi di quelli del Sacco di Roma del 1527. A proposito, lo sapevate che 'sta marmaglia di truppa di cinque secoli fa era stata quasi tutta reclutata a Bolzano e Merano?

Qui riporto brani presi qua e là. Nello svolgersi del racconto Emiliani ci mette davanti ai 52 morti e 187 feriti dei tumulti scoppiati a Torino quando si seppe (era il 1864) della decisione di trasferire a Roma la capitale del Regno. E i soldati piemontesi fecero fuoco sulla folla, te pareva? Sapevate il nome del fondatore della Società Ginnastica Roma, nel 1890? Un figlio di Garibaldi, Menotti. A pagina 69 si legge:«Menotti costituisce con altri 700 soci la Società Ginnastica Roma, tuttora esistente, espressione vera, laica e anche massonica, della Terza Roma neo-borghese con alcuni aristocratici o non romani e non papalini evidentemente...Una polisportiva in realtà dove ai ginnasti si uniscono i nuotatori (nel Tevere naturalmente), gli appassionati del gioco del pallone col bracciale, delle corse, veloci e di resistenza, del velocipede, del neonato in Italia football e presto anche del tennis e della palla al cesto. Terzo presidente della SGR lo stesso Ernesto Nathan, prossimo sindaco mazziniano. La SGR è la prima ad avere una sezione femminile con a capo la piemontese donna Carolina Rattazzi, moglie dinamica ed evoluta di Urbano Rattazzi jr., senatore e ministro, e attiva dirigente anche della Federazione Ginnastica Italiana».

Poi venne il secondo Sacco della città, quello urbanistico-speculativo, senza una visione se non quella degli affari. «La grande bouffe immobiliare ed edilizia si protrarrà a cicli, fra fiammate speculative impressionanti e recessioni disastrose, per decenni cementificando largamente quanto di verde, sovente anche agricolo, vigne e oliveti soprattutto, ha resistito fino al 1870 anche all'interno delle mura Aureliane. Roma subisce così, a ondate, una violenza sociale che la segnerà per sempre...».

Poi venne un tale da Predappio un tale, di nome Benito, il quale nel 1910, sulla sua «Lotta di classe» aveva definito Roma «...città parassitaria, di affittacamere, di lustrascarpe, di prostitute, di preti, di burocrati. Roma...non è il centro della vita politica nazionale, ma sibbene il centro e il focolare d'infezione della vita politica nazionale...enorme città vampiro che succhia il miglior sangue della nazione». Ancora pochi anni, scrive Emiliani, e il duce del fascismo capovolgerà totalmente queste opinioni. Dopo che il regime ha "santificato" Roma...Benito riceve, onore supremo dirà lui, nel 1924 la cittadinanza di Roma - di quella Roma che ha additatao al mondo come il centro e il focolare d'infezione della vita politica italiana». A me pare di sentire gli slogan farseschi di un tale che chiamavano el senatúr il quale tuonava contro «Roma ladrona», poi si è scoperto che si grattava molto di più dalle parti di Gemonio.

L'ultimo capitolo del libro sarebbe da riportare qui per intero. Ma, a parte che non si può fare, son troppo pigro per farlo. Ma alcuni passaggi sono d'obbligo. Roma...

"con una Chiesa, grande proprietaria di immobili e di aree fabbricabili, così spesso in stretta, secolare alleanza coi palazzinari di turno. Chiesa che tuttora detiene un partimonio immobiliare e fondiario vastsissimo nel cuore di Roma...";

"...con la questione dell'IMU e di altre tasse che il Vaticano dovrebbe pagare e che paga soltanto in parte per gli immobili adibiti ad attività commerciali...vi sono 273 strutture alberghiere delle quali soltanto una su tre paga l'IMU...";

"...la proliferazione dei Bed & Breakfast abusivi è dirompente. Un'alluvione..."... che si risolve nella mediocrità dell'offerta e della domanda turistica che s'insinua per ogni dove come un'esondazione volgare";

"...la Roma di oggi, invasa e violentata dal turismo di massa e dalla sua volgarità, sepolta da negozi che eruttano autentiche colate di souvenirs sempre più orrendi...Fellini sosteneva che il Macheccefrèga e l'ancor più popolaresco Sticàzzi fossero un tratto fondamentale del suo carattere, del suo modo di essere eternamente cosmopolita e disincantata...";

"...Roma va avanti come può...".

D'altra parte, con una triade come quella che ha sempre allungato le mani sulla città, che ci si poteva aspettare? Quale triade, chiedete? Preti, principi neri, politici, aggiungete a volontà massoneria, fascismo (sempre ben presente) e bottegari, ed ecco Roma, e la sua P3 a la carbonara.