Chris e Gianni, idee nate dai fornelli e dalle gambe

 

Ho ricevuto da Enzo Gallotta questo piccolo cammeo scritto con il consueto garbo. Enzo e un gruppetto di amici gardesani hanno dato il benvenuto sul porticciolo di Maderno a Gianni Poli e a Chris Oberhammer, che avrebbero dovuto arrivare via acqua dalla sponda veronese del Benaco, ma un fortissimo vento ha consigliato la compagnia che gestisce il servizio di sospendere l'uscita dei battelli. Il resto della storia ve lo racconta Enzo, che ringrazio.

Nella foto, scattata da Elio Forti, amici e festeggiati nel porto di Maderno

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Figli del vento. Il lago ruggisce sotto la sferza del vent de tep (vento di tempo), come chiamano qui le raffiche a oltre 60 all’ora che seguono una perturbazione, nel pomeriggio che segna l’arrivo di Gianni Poli, maratoneta per sempre, e di Chris Oberhammer, cuoco che si fregia di una una «stella» della notissima guida Michelin, all’imbarcadero di Maderno. Approdo temporaneo prima dell’arrivo al Grand Hotel Fasano, nella prossima Gardone Riviera, dopo 9 giorni e altrettante tappe di corsa (con qualche intervallo in bicicletta) con partenza da Dobbiaco. Terra d’Alto Adige, meglio di Sud Tirolo, da dove il lumezzanese primo al traguardo nel 1986 alla maratona di New York, e l’amico re di cucina nel suo «Tilia» Restaurant di Dobbiaco, sono partiti per il loro tour con soste alla scoperta della terra atesina, del Trentino e dei prodotti del territorio. Con le loro storie di tradizione contadina, artigianato, vignaioli e cuochi che raccontano la terra nella sua espressione più vera.

Vestono magliette della pace, con il logo della colomba che reca nel becco un ramoscello d’ulivo, nell’ultimo tratto, poco più di due chilometri, che corrono a riva di lago. Li accolgono all’arrivo madernese gli amici di sempre, Ottavio Castellini e Aurelio Forti, con Claudio Amati, atleta di vaglia arrivato correndo dalla piccola patria di Gardone Riviera. Con loro alcuni atleti del Gs Montegargnano a ribadire complicità sodale nel gesto atletico che si rinnova per tradizione che sfiora il mezzo secolo ad ogni prima domenica d’agosto con la classicissima Diecimiglia del Garda. Corsa che Gianni Poli e Claudio Amati hanno frequentato da par loro in tempi ruggenti.

La partenza verso Fasano è al piccolo trotto. “Andiamo con il nostro passo, mi raccomando” sorride divertito Poli mettendo sull’avviso lo chef e il piccolo gruppetto che segue. Partono e sfilano via il tratto di strada che corre parallelo alla piazza madernese, poi giù lungo il lago verso la curva della Benella. Li attende l’arrivo al Grand Hotel Fasano, traguardo della scarrozzata. Li scorta sempre il vento, teso da nord. Che alza l’acqua e la fa schiumare magnificamente creando un colpo d’occhio esclusivo. Non è caso che Virgilio, sommo tra i poeti latini, ci abbia scritto un paio di righe su questo nostro lago. Nell’Inno all’Italia, seconda delle Georgiche, il poeta che ebbe origini mantovane non lontano dal Garda, scrive:  “… e te, o Benaco, che ti sollevi come i flutti e il fremito del mare”. Inutile aggiungere altro.

Accoglienza migliore non ci poteva essere, sulle ali di questo vento. A chiudere il commento di Gianni Poli: “Non era una gara, è stata una corsa con significato profondo. E un’esperienza forte”. Calata nell’esistenza di persone che vivono la propria terra. Fino in fondo. Alla prossima, figli del vento. Il lago s’acquieta, sul fare della sera.