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Correre


SPORT Atletica leggera
AUTORE Jean Echenoz, che ha ricevuto il Prix Goncourt nel 1999, il premio letterario francese più prestigioso, creato nel 1903.
EDITORE Pubblicato nel 2008 da Le Éditions de minuit www.leseditionsdeminuit.fr, casa editrice francese creata nel 1941 a Parigi durante l'occupazione nazista. Prima edizione italiana nel 2009  per Adelphi Edizioni s.p.a. Milano - Prima edizione nella collana "Gli Adelphi": giugno 2014. Traduttore Giorgio Pinotti il quale si è avvalso "dei preziosi consigli" di Giorgio Rondelli.
CONTENUTO "I tedeschi sono entrati in Moravia.Sono arrivati a cavallo, in macchina, in motocicletta, in camion, ma anche in carrozza...". "I sovietici sono entrati in Cecoslovacchia. Sono arrivati in aereo e su carri d'assalto. Prima con un volo Aeroflot...poi con altri veivoli, caccia Mig e giganteschi Antonov An-12 che recano impressa la stella rossa...". Storia di una vita racchiusa fra due invasioni, è la storia di Emil "...un ragazzone biondo dal viso triangolare, piuttosto bello, piuttosto tranquillo e che sorride sempre, e allora gli si vedono i dentoni. Ha gli occhi chiari, la voce in falsetto e una pelle bianchissima che non sopporta il sole...". È la storia de Emil "...il mese prossimo compirà quarantasei anni. È sempre un bell'uomo nonostante la calvizie, sempre aperto, sempre molto calmo anche se stasera, contrariamente alle abitudini, non sorride. Stasera non gli si vedono i dentoni". È la storia di Emil, che tutti noi conosciamo com Zátopek, ma per Echenoz è sempre e solo Emil. Non ci sono raffiche di tempi, uno solo, quasi di forza, nella storia della sua partecipazione ai campionati delle forze alleate a Berlino, lui unico atleta dell'esercito cecoslovacco. Una storia nella storia tutta da leggere. Un uomo mite, che di corsa ha realizzato ciò che non è riuscito a nessun altro. Ci si innamora di Emil, ci si commuove. Anche senza una abbuffata di tempi di passaggio e primati.
UNA FRASE Emil non Zátopek. Echenoz scrive a pagina 97:"Un cognome, Zátopek, che non diceva niente, che era solo un buffo cognome, e ora echeggia universalmente in tre sillabe mobili e meccaniche, implacabile valzer a tre tempi, rumore di galoppo, rombo di turbina, ticchettio di bielle o di valvole ritmato dal k finale, preceduto dalla z iniziale che già schizza via: fai zzz e in un attimo schizza via, come se questa consonante fosse uno starter".
ACQUISIZIONE acquistato sul sito lafeltrinelli.it, Euro 8.50
ANNOTAZIONI Dio, che meraviglia se tutti scrivessero di atletica in questo modo! Forse questo sport avrebbe qualche appassionato in più  dei soliti quattro gatti integralisti del millesimo di secondo al tempo di passaggio ai 278 metri o del millimetro nel salto triplo. È un romanzo, non è storiografia dell'atletica, siamo d'accordo, ma ormai di storie del nostro sport ne sono state scritte a bizzeffe e alla fine sono quasi tutte uguali. Adesso avremmo bisogno di storielle umane, di scrittori più che di statistici, di qualcuno che sappia divertire i lettori piuttosto che annoiarli. E questo libro del francese Echenoz si legge d'un fiato, ne esce un ritratto vivo, umano, dove anche gli sbuffi della "Locomotiva" non sono più l'effetto della fatica bestiale ma di "uno sforzo irrisorio" (pagina 53).

Mi dicono che sono già stato denunciato al Tribunale della Santa Inquisizione Atletica per eresia e che, quasi sicuramente, verrò messo al rogo per quello che ho scritto.

 

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