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In questa Sezione pubblico e commento le nuove acquisizioni della “Collezione”, siano esse libri o riviste, ma anche poster, quadri, magliette di atleti, scarpe, numeri di gara, medaglie, francobolli, ecc., materiale che già ora è presente nelle due sale di esposizione (circa 150 metri quadrati, forse qualcosa di più che di meno), situate nell’edificio in via Monsignor Giacomo Tavernini, 35, a Navazzo, località nel Comune di Gargnano, sul lago di Garda. La “Collezione” presenta due nuclei essenziali: i Giochi Olimpici e l’atletica, ma non rifiuta certo anche altri sport, in particolare alcuni che mi hanno sempre entusiasmato, come rugby, ciclismo, tennis, pallacanestro; non manca neppure il calcio. 

Una spiegazione è dovuta. Qualcuno mi ha fatto notare che, talvolta, parlo di libri che non sono novità. Certo. Il motivo è che presento e commento solo i libri che ho davvero letto. Questo vale per le opere, diciamo così “di lettura”. È ovvio che una pubblicazione statistica non la leggo cifra per cifra, ma anche in questi casi sfoglio, conosco i contenuti, cerco di fissarli nella memoria, e questo può sempre tornare utile, soprattutto in caso di ricerca saper dove trovare quello che serve fa risparmiare un sacco di tempo. 

Il prossimo passo determinante sarebbe quello di porre mano ad un catalogo dell’esistente. Me lo ripetono in tanti, come se non lo sapessi da solo, ma dire agli altri quello che dovrebbero fare, e farlo realmente, beh, ce ne corre. Chissà che prima o poi non riesca anche ad iniziarlo. Quanto a finirlo, quien sabe?, dovrebbe darmi un aiuto determinante il buon Dio. Ma non gli ho ancora chiesto se è d’accordo. 

Un ringraziamento che sgorga dal cuore: a tutti quelli che mi hanno dato e continuano a darmi pezzi per la “Collezione”. Quando l’occhio corre sulle pareti e sugli scaffali mi sovvengono nomi, facce, amicizie, affetti, taluni perduti. Sappiate che quello che avete dato a questo angolino della memoria non andrà invece perduto.

 

Asociación Española de Estadísticos de Atletismo: Boletín numero 102, ottobre 2018

Pubblicato 22 Gennaio 2019

SPORT Atletica leggera
AUTORE vari 
EDITORE Asociación Española de Estadísticos de Atletismo
CONTENUTO Il piatto forte di questo numero è rappresentato dalla ponderosa ricerca (140 pagine) di Antonio Muñoz sulla lista anagrafica di un numero eccezionale di atleti spagnoli. Un archivio davvero da tenere come riferimento. Seguono altre ricerche statistico-compilatorie, la più interessante delle quali è l'aggiornamento di tutti i primati nazionali dal 2015 in poi. Questo lavoro va ad integrare il grande volume dei primati pubblicato nel 2014. C'è anche una ricerca internazionale, con la carriera di Mike Conley, che fu campione olimpico di salto triplo a Barcellona '92.
UNA FRASE  
ACQUISIZIONE in quanto socio della AEEA 
ANNOTAZIONI In «Collezione» ci sono tutti i 102 numeri dei bollettini pubblicati dagli statistici spagnoli.

 

Giasone e il vello di bronzo - Balletto di balzi, passi e salti

Pubblicato 11 Novembre 2018

SPORT Atletica leggera
AUTORE Ottavio Castellini 
EDITORE Ottavio Castellini - Impaginazione e stampa: Officina Foto Grafica s.a.s. - Piacenza - ottobre 2018 - Grafica di copertina: Ennio Buttò.
CONTENUTO Un collage per raccontare - parzialmente - quello che noi chiamiamo «salto triplo». Rivisitazione storica, attraverso brani in diverse lingue: inglese, francese, italiano; corredo fotografico ricco e spesso non déjà vu, una parte statistica, compilata da Enzo Sabbadin e Enzo Rivis, due dei migliori compliatori italiani di liste di atletica leggera, che hanno messo in fila tutte le prestazioni degli atleti italiani oltre i 16 metri e 20 centimetri (608 risultati all'aperto e 221 al coperto) e tutti gli specialisti nazionali che hanno superato i 15 metri. Per la curiosità di quel lettore (valutazione ottimistica) che butterà l'occhio su queste noticine, diremo che il primo oltre questa misura fu il romano Franco Bini nel 1939. Puntuale, dettagliatissimo, anche il contributo del professore polacco Stefan Pietkiewicz, che ricorda la figura del suo connazione Jósef Szmidt, il primo atleta a oltrepassare la «barriera» dei 17 metri, era il 1960.

L'occasione di compitare queste 122 pagine è stata innestata da una giornata - ricordo - celebrazione, chiamatela come volete, dei due primati del mondo fissati da Giuseppe Gentile, in due giorni consecutivi, 16 e 17 ottobre 1968, ai Giochi Olimpici a Città del Messico. 

UNA FRASE L'ho scritto in uno dei risvolti di copertina e lo ripropongo qui: "Sono fiero di poter scrivere che tutte le pubblicazioni, libri, riviste, documenti, fotografie, che mi hanno aiutato a fare 'sto libercolo fanno parte della mia Collezione. Privata, privatissima...". È valsa la pena sprecare tempo, denari, per queste cose, dico il libercolo (il sessantatreesimo che ho scarabocchiato, e quasi sempre pagato di mia tasca), la biblioteca - collezione? Mah. Sempre più spesso penso che no, non ne è valsa la pena.
ACQUISIZIONE Essendomelo pagato, penso di aver diritto almeno a una copia omaggio
ANNOTAZIONI

 

 

Aventuras en las pistas - Héroes y protagonistas del atletismo argentino

Pubblicato 05 Settembre 2018

SPORT Atletica leggera
AUTORE Luis Vinker
EDITORE Al Arco Ediciones - edicionesalarco.com.ar/libros - Buenos Aires - Marzo 2012
CONTENUTO Venticinque capitoli, venticinque "aventuras" diverse.
UNA FRASE "Después de varias décadas junto a la pista y junto a muchos de estos atletas, entrenadores o dirigentes, uno tiene la sensación de que "lo ha visto" o "lo ha leído todo". Sin embargo, la busqueda y el encuentro demuestran lo contrario". Verissimo: se non si studia, se non si ascoltano quelli che sono venuti prima di noi, non si impara nulla, pensiamo di "essere imparati" ma non è vero. La storia è la storia sempre, anche in atletica.
ACQUISIZIONE Omaggio dell'autore
ANNOTAZIONI Ho incontrato personalmente Luis Vinker la prima volta nella tribuna stampa dello Stadio Olimpico durante i Giochi di Seoul 1988. Sarei disposto a giocare una parte della mia miseranda pensione sulla affermazione che era il giorno della fin troppo famosa finale dei 100 metri, Ben Johnson e quel che segue. Quel giorno in quella tribuna, ma anche in tutto lo stadio sulla riva del fiume Han, non entrava neanche uno spillo, i posti assegnati erano andati a farsi fottere, pennivendoli che non avevano mai visto una gara di atletica nella loro vita e non ne avrebbero mai vista una dopo quel giorno, erano lì con arroganza e prepotenza. Con Luis eravamo in relazione epistolare già da qualche annetto: lui mi mandava i libri statistici dell'Argentina e del Sudamerica (tutti regolarmente sistemati nello scaffale di quel Continente nella mia Collezione), io quelli dall'Italia. Luis era un appassionato di maratona, come me. Per alcuni anni è stato direttore della Maratona di Buenos Aires. Era giornalista, pure come me, all'epoca. Lui era esperto di tennis, oltre che di atletica, e frequentava i campi rettangolari dei più importanti tornei mondiali. Iniziò la carriera giornalistica a El Gráfico, poi alla redazione sportiva del Clarín, negli anni 2000 fu direttore editoriale de La Razón. Nei diciannove anni che ho passato alla Federazione mondiale di atletica Luis è stato, per me, un punto di riferimento per il Sudamerica. E devo dargli atto di una collaborazione continuativa, puntuale e competente. Al contrario di certi quaquaraqua...

 

 

Nuovo layer...

L'Anticavallo - Sulle strade del Tour del '49 e del Giro del '76

Pubblicato 04 Settembre 2018

SPORT Ciclismo
AUTORE Gianni Brera, postfazione di Paolo Brera
EDITORE Book Time - Milano - www.booktime.it - Prima edizione luglio 2012
CONTENUTO Tour 1949 e Giro 1976, due ere geosportive che sembrano separate da un abisso, invece il Gran Lombardo ce le fa vivere senza cesure temporali, il racconto finisce per essere la continuazione di un capitolo precedente. L'essenza del ciclismo, pagina dopo pagina. Un percorso che non dovrebbe mancare a chi ama questo sport bellissimo, forse ancora più bello ai tempi di Brera. A me è piaciuta di più la narrazione del 1949, più epica, più eroica, un Brera non ancora Brera fino in fondo. 
UNA FRASE ...Il Tour è finito...Coppi viene chiamato a gran voce per il giro d'onore. E si avvia Fausto, l'aria modesta del campione autentico non esaltato, non impettito per vacuo orgoglio.

E dopo di lui Gino Bartali, il volto un poco buio del caro grande Gino. Subito la folla gli toglie però ogni ombra, ogni pensiero triste. Gli applausi non sono meno intensi di quelli che già hanno salutato il suo più giovane successore. La folla non dimentica le sensazioni più belle e sincere. Il ricordo del grandissimo campione vittorioso nel Tour 1948 ha seguito Coppi durante il suo giro d'onore, il Tour è una vicenda che non si arresta come la passione sportiva che mai si spegne. Ora dunque se lo ritrova dinanzi la folla, superato ma grande pur sempre nel suo indomito coraggio, nella sua onestà professionale, nel suo eletto spirito sportivo; e la ovazione tributata a Bartali è forse maggiore ancora di quella che ha salutato Coppi al suo primo apparire.

ACQUISIZIONE Acquistato Euro 13.60
ANNOTAZIONI Le mie son due. Il «campione autentico non esaltato»: penso a certi insopportabili atletucoli di oggi (di tanti sport) che devono solo urlare, agitarsi in modo scomposto, dicono loro «fare spettacolo». E invece con la loro sgarbata e indecente agitazione psicomotoria non fanno altro che banalizzare il gesto sportivo. Ma ormai non se ne accorge quasi più nessuno, l'importante è solo far caciara.

Le righe dedicate a Gino Bartali sono di rara bellezza. Non ho letto molto per sapere se qualcun altro ha scritto di Bartali, ma credo che le parole di Brera sono fra le più belle indirizzate al grande campione e al grandissimo uomo che è stato.

 

Dordoni, un uomo solo al comando

Pubblicato 27 Luglio 2018

SPORT Atletica leggera 
AUTORE Piergiorgio Andreotti, Augusto Frasca, Flavio Salvarezza
EDITORE Edizione fuori commercio, stampata in Roma nel settembre 2002 
CONTENUTO Attraverso scritti degli autori, Frasca in particolare, e di giornalisti e amici richiesti per l'occasione, oppure testi ripresi da giornali d'epoca, si ripercorre la luminosa carriera di Giuseppe «Pino» Dordoni, un cammino - è approppriato il sostantivo - durato dal 1941 al 1961.  Due scritti della moglie Graziella e della figlia Isabella sono sigillo di sentimenti a questo lavoro celebrativo. Molto materiale riproduce le pagine dei giornali e gli articoli, centinaia. 

Il titolo del bel libro trae ispirazione da un ritaglio che  si interrogava così "Dordoni, il Coppi della marcia?". Immediato l'accostamento con la frase con cui  il giornalista Mario Ferretti aprì la radiocronaca della tappa Cuneo - Pinerolo del Giro d'Italia 1949  , frase che ha fatto epoca: "Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi". Quel giorno egli fu protagonista di una epica fuga solitaria di 192 chilometri e arrivò sul traguardo di Pinerolo con 12 minuti di vantaggio.

UNA FRASE  
ACQUISIZIONE In "Collezione" ne ho un paio di copie provenienti da fonti diverse. Mi pare che una venga dagli «scarti» di un ex collega della I.A.A.F che doveva fare pulizia nei suoi armadi...regalare libri di atletica in certi ambienti è come dare caviale ai maiali!
ANNOTAZIONI Solo una. La parte finale, curata da Piergiorgio Andreotti, ripercorre minuziosamente la carriera di Pino, gara per gara. Desidero ricordare che questo stesso materiale apparve per la prima volta nel maggio 1969 nelle pagine del libro di Claudio Enrico Baldini "Storia dell'atletica piacentina" (pagg. 371 - 383), giustamente ricordato da Frasca come "la documentazione più appassionata ed affidabile".

 

 

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