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In questa Sezione pubblico e commento le nuove acquisizioni della “Collezione”, siano esse libri o riviste, ma anche poster, quadri, magliette di atleti, scarpe, numeri di gara, medaglie, francobolli, ecc., materiale che già ora è presente nelle due sale di esposizione (circa 150 metri quadrati, forse qualcosa di più che di meno), situate nell’edificio in via Monsignor Giacomo Tavernini, 35, a Navazzo, località nel Comune di Gargnano, sul lago di Garda. La “Collezione” presenta due nuclei essenziali: i Giochi Olimpici e l’atletica, ma non rifiuta certo anche altri sport, in particolare alcuni che mi hanno sempre entusiasmato, come rugby, ciclismo, tennis, pallacanestro; non manca neppure il calcio. 

Una spiegazione è dovuta. Qualcuno mi ha fatto notare che, talvolta, parlo di libri che non sono novità. Certo. Il motivo è che presento e commento solo i libri che ho davvero letto. Questo vale per le opere, diciamo così “di lettura”. È ovvio che una pubblicazione statistica non la leggo cifra per cifra, ma anche in questi casi sfoglio, conosco i contenuti, cerco di fissarli nella memoria, e questo può sempre tornare utile, soprattutto in caso di ricerca saper dove trovare quello che serve fa risparmiare un sacco di tempo. 

Il prossimo passo determinante sarebbe quello di porre mano ad un catalogo dell’esistente. Me lo ripetono in tanti, come se non lo sapessi da solo, ma dire agli altri quello che dovrebbero fare, e farlo realmente, beh, ce ne corre. Chissà che prima o poi non riesca anche ad iniziarlo. Quanto a finirlo, quien sabe?, dovrebbe darmi un aiuto determinante il buon Dio. Ma non gli ho ancora chiesto se è d’accordo. 

Un ringraziamento che sgorga dal cuore: a tutti quelli che mi hanno dato e continuano a darmi pezzi per la “Collezione”. Quando l’occhio corre sulle pareti e sugli scaffali mi sovvengono nomi, facce, amicizie, affetti, taluni perduti. Sappiate che quello che avete dato a questo angolino della memoria non andrà invece perduto.

 

1988 - 2017, 30 anni del meeting internazionale di prove multiple "Multistars"

Pubblicato 13 Luglio 2017

SPORT Atletica leggera
AUTORE a cura di Gabriele e Roggero Manfredini , il primo essendo il miglior statistico al mondo per le prove combinate (ma soprattutto un galantuomo, confronto a certi figli di mamma scostumata che circolano in quel mondo), il secondo, fratello del primo, taciturno e fedele esecutore delle eleborazioni statistico - informatiche che hanno arricchito nel tempo questo meeting. Un vero e proprio "valore aggiunto", che nessun altro spocchioso organizzatore può vantare.
EDITORE in proprio, credo, non essendoci nessuna indicazione.
CONTENUTO Dopo la consueta raffica di scontate banalità e di auguri più o meno sinceri, la parte vera di questo libretto celebrativo dei 30 anni della gara internazionale nata sulle rive del lago di Garda una sera d'estate del 1987, sta nella rigorosa documentazione e nel ricco corredo biografico e fotografico. La partenza organizzativa, per sette edizioni, ebbe come epicentro il Campo Scuole (così nacque come era normale degli anni '50), situato in via Morosini, dietro a quella bella fabbrica di prodotti salutari che era l' azienda chimica Caffaro. L'impianto divenne poi Campo Comunale Alessandro Calvesi, dal nome del famoso tecnico bresciano deceduto nel 1980. E poi chiuso, il campo di atletica intendo,...per risanamento. Dal 1995 il "Multistars" ricevette l'invito ad andare a respirare l'aria del lago di Garda, nella bella Desenzano, trovando "comprensione" (numismatica) negli amministratori locali. Piantò  radici e non si schiodò  più fino al 2005, quando, forzatamente, traslocò  a Salò, essendo le pista atletica del "Tre Stelle" desenzanese in rifacimento. Ci volle meno tempo a rifare la pista che ad omologarla con una tiritera che definire ridicola non rende neppure l'idea. E non certo per colpa degli organizzatori. Ci sono piste dove si officiano meeting internazionali che, credo, siano ancora in attesa oggi della pomposa, paludata certificazione internazionale, ma, dio sa perchè, a Desenzano doveva essere fatta subito, pena la cancellazione del meeting. Che cacchio c'entravano i poveri organizzatori, nessuno me lo ha mai spiegato. Vabbuó, anche la Concordia fece l'inchino, ma affondò, questi patetici impiegatucci invece si inchinano, anzi si piegano, ma non affondano mai. Ritorno a Desenzano, pista nuova, problemi vecchi, fino al 2012, fine dell'amore degli amministratori desenzanesi per le prove multiple, alle prese con prove multiple per far quadrare i bilanci pubblici che, dicono tutti, ovunque (ma io non ci credo) non tornano mai. Grazie, addio, non arrivederci, che Dio vi benedica. Un amore finisce, un altro inizia: si sente parlare in Italia di un progetto tecnico organizzativo per le prove multiple, roba da non credere, si contano sulle dita di una mano di un amputato coloro che alle nostre latitudini si sono davvero occupati di questa disciplina. Tanti altri hanno fatto finta. Il "Multistars" passa dalle rive lacustri gardesane a quelle limacciose d'Arno, "per mezza Toscana si spazia un fiumicel che nasce in Falterona e cento miglia di corso nol sazia" (Dante, Purgatorio, Canto XIV, girone degli invidiosi, tanto per dire). E anche stavolta è una beffa clamorosa, avendo il settore toccato uno dei punti più bassi nella sua poco consistente storia, fatte salve rare eccezioni.  Comunque il "Multistars" sopravvive, lunga vita al   "Multistars" che, in ventinove anni, ha presentato davanti a un folto pubblico entusiasta (falso) la crème de la crème (vero) del decathlon e dell' eptathlon, in attesa che qualche originalone si inventi qualche cazzata per rovinare questa bellissima disciplina atletica. Se ne sentono alcune che superano il limite della demenza. Limitatevi a leggere le dettagliate analisi dei Manfredini Brothers, sono più eloquenti di qualsiasi elucubrazione, dentro ci trovate sport vero.
UNA FRASE  
ACQUISIZIONE Omaggio degli organizzatori del meeting.
ANNOTAZIONI  

 

Azzurro tenebra

Pubblicato 12 Luglio 2017

SPORT Calcio 
AUTORE Giovanni Arpino 
EDITORE Giulio Einaudi - Torino 1977 
CONTENUTO Un bel romanzo di calcio, l'unico che porta la firma di un superbo scrittore come Arpino, vincitore sia del Premio Strega sia del Campiello. Pagine di un brio e di una ironia che solo riescono a chi ha il dono del saper scrivere. Arpino fu anche giornalista al quotidiano torinese "La Stampa". Grande appassionato del pallone, esercitava la sua arte anche alle partite di calcio per le pagine sportive. Questo romanzo ci immerge nel clima dei Campionati mondiali del 1974, in Germania, una edizione disastrosa per gli uomini di Valcareggi, che pure erano partiti per la Unnia con il vento favorevole dei pronostici che collocavano la nostra Nazionale fra le favorite. Dino Zoff aveva avuto persino la copertina sulla rivista statunitense "Newsweek". Fu una catastrofe: fuori al primo turno, dopo tre partite incolori. "Arp" - così nel libro - che quel disastro aveva anticipato, ce lo fa rivivere attraverso una galleria di personaggi indimenticabili: giocatori, allenatori, osservatori, giornalisti, poveri spettatori-emigranti beffati e mazziati, le atmosfere cupe di quei giorni, la vita tutt'altro che spensierata in una cittadina come Sindelfingen (ci sono stato per un campionato d'Europa di atletica in pista coperta).
UNA FRASE "Questo romanzo non ha alcuna pretesa di apparire un libro-verità, ma solo la trsposizione umorale e ambientale e naturalmente narrativa di una vicenda umana. Nel rispetto di certe verità di base, sia chiaro".

"La spedizione azzurra ai mondiali di calcio aveva affittato quella residenza (Mon Repos, la villa dove stava la spedizione italica, n.d.r.) imbottendola di giocatori, ruote di formaggio grana, unguenti e acque minerali patrie, orgogli e terrori, medici e masseurs, siringhe e sacchi di riso, vitamin e olio extravergine, sospensori e medagliette portafortuna, quarti di bue e parastinchi, vini toscani e scarpe bullonate, scatole di maccheroni, tute da lavoro da passeggio da riposo, tombole per la ricreazione, astuzie di dirigenti, congiure di centravanti, alibi di campioni al tramonto, distintivi di accompagnatori, cataste di cartoline ufficiali con ventidue e più firme a stampa, zuccheri e butirri e malizie, energetici in pillole e per endovena, appuntamenti ad ora fissa tramite il centralino internazionale, film western distensivi, menischi pericolanti, isterie e berrettini multicolori, taciute diarree e illusioni muscolari, vaselline ideologiche ed omertà coi giornalisti amici, polemiche a fil di denti e onestà solitarie. E tutto un arcobaleno di diplomatici abbracci, frasi fatte, slogan, luoghi comuni, evviva, distinguo, alibi, euforie". Stupendo, vale per ieri, oggi, domani. 

ACQUISIZIONE Comprato da Club degli Editori nel 1978, il prezzo non lo ricordo e non veniva indicato in copertina.
ANNOTAZIONI Lessi questo romanzo nell'ottobre del 1978 mentre ero ricoverato per qualche malanno alla Clinica S. Anna di Brescia, sotto le grinfie del dott. Gabriele Rosa, che, a quel tempo, esercitava la onorevole professione di cardiologo. L'ho riletto adesso, per una coincidenza (si veda il sito www.asaibrunobonomelli.it) dopo 39 anni, e, fortunatamente, non in clinica. E mi sono molto divertito. Avessimo qualcuno in atletica che ci racconta i nostril Mondiali con questa verve invece delle solite minestre sciape e acquose.

Tutti ricordano Il Mondiale di calcio 1974? Riassuntino ad uso delle memorie incerte. Italia - Haiti 3 - 1, Italia - Argentina 1 - 1, Polonia - Italia 2 - 1. A casa. I polacchi proseguirono la loro corsa, persero solo dalla Germania Ovest (altri tempi, ne esistevano due), superarono il Brasile e furono terzi, dopo i teteschi di Germania e gli olandesi del signor Cruijff. Il polacco Grzegorz  Lato fu capocannoniere (7 reti) in quella edizione. Campione olimpico nel 1972 a München, giocò per quasi venti anni nella stessa squadra, lo Stal Mielec; chiuse la carriera di calciatore in Messico. Fu eletto presidente della Federazione calcistica polacca e rimase in carica fino al 2012.

 

Annuario Ciclistico Sportivo Industriale per l'Anno 1895, edito da "La Bicicletta"

Pubblicato 09 Luglio 2017

 

SPORT Ciclismo
AUTORE  
EDITORE Giornale "La Bicicletta". Dono del giornale popolare di velocipedismo ai suoi abbonati - Tipografia Fratelli Rivara - Corso Garibaldi, 95 - Milano - 1895 - L'abbonamento annuale al giornale costava Lire 5,50
CONTENUTO Il libro si apre con il calendario: dodici mesi con altrettanti disegni a soggetto velocipedistico. A seguire, una rassegna "a volo di uccello" (parole del titolo) dell'anno 1894, "Povero 1894! Egli se ne è andato portandosi con sè non poche illusioni. Per lo sport italiano esso fu fatale...", e via con un diario mese per mese, giorno per giorno, di corse, risultati, personaggi, notizie.  Son passati 122 anni e si continua a fare lo stesso anche oggidì, e pensano di essere originali...Dilettevole lettura il capitolo "Le donne cicliste", uno spaccato di sport femminile di quei tempi per noi remoti. Ed eccoci agli itinerari, di una modernità stupefacente: chilometraggi, altimetrie, note informative, Milano - Como - Lago di Lugano, oppure Milano - Paderno - Bergamo, e ancora Lodi - Brescia, Milano - Lodi - Piacenza, Piacenza - Bologna, Milano - Novara - Vercelli, quindici itinerari, che sanno tanto di Touring Club Italiano, nato proprio nel 1894 col nome di Touring Club Ciclistico Italiano. E del "Piccolo vade - mecum per il tourista" che mi dite? "Non si viaggia per fare strada, ma si viaggia per diletto e istruzione". Dedicato a certi acefali che incontro ogni giorno sulle mie strade, che sembrano sempre impegnati a vincere una tappa pirenaica al Tour...Viene poi il "Dizionario dei principali vocaboli velocipedistici", accompagnato da tabelle di velocità, elenco dei campioni italiani di resistenza, e poi spazio alla poesia, avete cpito bene, poesia: il Canzoniere Ciclistico. "Sotto questo titolo raccogliamo alcune poesie ciclistiche, che ci sembra possano valere a dimostrare che il ciclismo può ispirare anche il poeta". Ci sono anche un paio di novelle ambientate nel mondo dei pedali. Nella Parte Seconda, gli indirizzi commerciali, da Abbiategrasso a Voltri, passando per le sedici pagine, pubblicità compresa, di Milano; la presentazione delle grandi marche, con la loro attività, i loro campioni, i loro prodotti. 352 pagine da far impallidire i moderni. Stupefacente la quantità di inserzioni pubblicitarie, e la loro raffinatezza grafica.
UNA FRASE Poesiola:" La mamma, benedetta! mi dice ogni cual volta "non essere così stolta d'andare in bicicletta", che debba darle retta?"
ACQUISIZIONE Omaggio di Alberto Zanetti Lorenzetti, paziente realizzatore della copia su CD
ANNOTAZIONI In pieno Giro d'Italia numero 100 mi sono ricordato di rispolverare dagli scaffali della mia "Collezione" un "gioiellino", un CD, di cui Alberto Zanetti Lorenzetti, uno dei soci fondatori dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli", fece dono anni fa ai soci, per invogliarli a versare un po' di palanche per la miserella pattuglia di sognatori. Che, dopo questo generoso tentativo, miserella rimase. Alcune copie di questo prezioso CD sono ancora disponibili all'A.S.A.I.: lo si può richiedere versando un contributo di ben 15,00 Euro allo stesso Archivio utilizzando i dati disponibili sul sito www.asaibrunobonomelli.it. Quindici Euro (comprensivi di spedizione) per un lavoro di valore storico senza prezzo, per la quantità di curiosità, disegni d'epoca, informazioni. Mi vien quasi da dire che erano molto più bravi 123 anni fa, senza tanti Fakebook e stupidaggini varie. Io ve l'ho detto, voi fate come volete (© don Alessandro Capanni).

Dissertazione sull'origine del giuoco del ponte di Pisa, in Pisa, L'Anno MDCCLXXXV

Pubblicato 21 Maggio 2017

SPORT Giochi nell'antichità
AUTORE Giovanni Battista Fanucci, appresso Gio. Domenico Carotti. Con Approvazione
EDITORE Semper Editrice SNC - Firenze - www.sempereditrice.it - Prima edizione maggio 2008 -  Ristampa dell'edizione originale di Pisa 1785 presso Giovanni Domenico Carotti
CONTENUTO Il Gioco del Ponte è una manifestazione storico rievocativa che si articola in due momenti distinti ma altrettanto significativi: il Corteo Storico sui Lungarni, una sorta di parata militare assai imponente, e la battaglia, ambientata sul Ponte di Mezzo, ove le squadre dei quartieri appartenenti alle due fazioni cittadine rivali danno prova della rispettiva potenza fisica, in un'atmosfera agonisticamente avvincente. La manifestazione si svolge per consuetudine l'ultimo sabato di giugno e prevede, prima del combattimento, il Corteo Storico con i suoi 709 figuranti.   

Quanto più vaghe ed incerte sono le cognizioni sulle origini del Gioco del Ponte desunte da fonti attendibili, tanto più la fantasia popolare pisana interviene a coprire le lacune. è altresì chiaro che, ritenute le origini di Pisa antiche e famose, anche la nascita del suo Gioco sarebbe dovuta essere altrettanto antica e famosa. Alcune fonti vogliono far risalire le origini del Gioco del Ponte addirittura all'antichità classica. Non risultando certe tali ipotesi, si pone l'attenzione ad un periodo più recente anche se antico, attraverso la trasformazione locale del Gioco del Mazzascudo, che, nel tredicesimo secolo, sotto vario aspetto, veniva giocato nella quasi totalità delle città della Toscana e dell'Umbria. L'opera "Oplomachia Pisana" (1713) di Camillo Ranieri Borghi costituisce il trattato fondamentale sulle origini del Gioco. Il Borghi discute alcune tesi circa le origini del Gioco del Ponte attingendo notizie da manoscritti di sua proprietà e dalle opere del Cervoni, risalenti alla metà del Seicento. La prima edizione del Gioco del Ponte conosciuta e certa porta la data del 22 febbraio 1568. Un manoscritto, oggi andato perduto, riporta che a forza di sassate la vittoria fu dei Cavalieri di Mezzogiorno. La prima traccia ufficiale nella storia del Gioco del Ponte si riallaccia chiaramente ad un tipo di combattimento in uso a Firenze: la "guerra con i sassi", proibita in seguito da Francesco I°.

Queste notizie sono riprese integralmente dal sito ufficiale della Associazione Amici del Gioco del Ponte www.giocodelpontedipisa.it, che ringrazio. 
UNA FRASE Scrive Daniele Berti, responsabile delle manifestazioni storiche del Comune di Pisa:" Ritengo che sia una vera "chicca" per tutti coloro che amano il Giuoco del Ponte e che nelle stesso tempo arricchisca, con una documentazione rara ed interessante, la conoscenza del Gioco nei secoli".

Ma ancora piú interessante risulta un passaggio scritto dallo stesso autore:"Ma li Spiriti piú appassionati per il maraviglioso, e per le cose mal conosciute della remota antichità delirarono qualchè volta, dicendo che i primi Fondatori di Pisa v'introdussero questo Giuoco Marziale ad imitazione degli Olimpici. Svanisce però l'immaginaria opinione dei pochi col solo riflettere che i Giuochi Olimpici furono istituiti 103 anni dopo la fondazione di Pisa".

ACQUISIZIONE Comprato a Pisa nella Libreria Tra le righe, costo 6 Euro
ANNOTAZIONI Il Giuoco del Ponte si tiene sul Ponte di Mezzo, l'ultima domenica di giugno. Nel 2016 si celebrò il 25 giugno, la vittoria arrise alla Nobile Parte di Mezzogiorno, l'altra essendo la Parte di Tramontana.

 

Correre per essere - Origini dello sport femminile

Pubblicato 16 Maggio 2017

SPORT Discipline diverse nella affascinante storia dello sport femminile: ciclismo, ginnastica, nuoto, automobilismo, atletica, ecc.
AUTORE Marco Martini
EDITORE Marco Martini, con il sostegno della Associazione Italiana Cultura Sport e dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli" - D & S Grafica, Roma, novembre 1996
CONTENUTO Quando sento parlare di "cultura e sport" da certi figuri (l'A.I.C.S. in questo caso non c'entra), giuro, sono preso da istinti terroristici. Se poi il maldestro si avventura ad aggiungere la solita frase cotta, decotta e stracotta "Chi non conosce il suo passato, non ha futuro", vabbuó, come recita ogni giorno il comandante Schettino dalla sua suite di Rebibbia, sono pronto ad azzannare. Quando invece leggo i libri di Marco Martini mi risulta chiaro cosa significa trasferire la cultura nello sport, oppure lo sport nella cultura. Martini, a mio insindacabile giudizio, meriterebbe una cattedra universitaria di storia dello sport, altro che occuparsi di pinzillacchere quotidiane alla Federazione italiana di atletica leggera. Ma ha la disgrazia di essere...Marco Martini, un gentiluomo di lontane epoche, dimenticate.

Ho ripreso in mano qualche giorno fa, sulla spinta di una banale ricerchina che mi aveva incuriosito, un libro di Marco uscito oramai parecchio tempo fa e che avevo leggiucchiato a spizzichi e bocconi. Stavolta mi sono impegnato in una lettura lenta, attenta, quasi dovessi preparare un esame universitario (avessi fatto lo stesso quando ero alla Alma Ticinensis Universitas...). Un centinaio di pagine, non un tomo della Encyclopædia Britannica, or, A dictionary of arts and sciences. Ma, credetemi, c'è tanto da imparare, soprattutto se avete interesse allo sport. Se invece per sport femminile intendete le chiappe della signorina Giorgia Palmas (SportWeek della "Gazzetta" per reclamizzare il Giro d'Italia numero 100) allora lasciate perdere questa lettura.

Si parte dagli Indiani d'America, dai Mescalero, dagli Hopi, dagli Apache, dai Navaho, e su fino agli Algonchini, agli Sioux del Dakota. Mi aspettavo da un momento all'altro di veder spuntare il mio idolo giovanile e senile, Tex Willer, sposato con Lilyth, una bella ragazza Navaho. Martini ci documenta i giochi sportivi delle donne, i personaggi come Donna-Celeste, eroina dei Chippewa, per le sue corse a piedi. Cheyenne e Sioux lanciano il giavellotto, e in alcuni casi il modo di lanciare descritto mi ha ricordato analogie con lo stile del basco Félix Erausquin, che utillizava un gesto mutuato dal lancio della "barra vasca".  Poi viene il mondo greco, con i Giochi di Era, che pure si svolgevano a Olympia come quelli degli uomini, ma questi erano riservati alle sole donne. A Roma si deve arrivare all'anno 86 d.C. per assistere ai Ludi Capitolini indetti da Domiziano. E poi, su su, fino al 1894, alle prime donne che vanno a spasso in bicicletta, alimentando la bile delle bisbetiche:"Ai miei tempi si trovava marito anche senza bicicletta". Quello che succederà nei 30 anni successivi vi consigliamo di scoprirlo da soli, leggendo queste preziose pagine.

UNA FRASE Luigi Ferrario (che scrisse di atletica, e non solo, per decenni) concludeva un articolo, nel 1921, sulla "Gazzetta dello Sport":"L'avvenire per lo sport femminile è ora aperto. Avanti con fede e coraggio, l'avvenire è di chi sa ardire". Il verbo "ardire" andava molto di moda a quei tempi...
ACQUISIZIONE Omaggio dell'autore
ANNOTAZIONI Vi ha punto vaghezza di leggere il libro di Marco Martini? Due opzioni: chiedere direttamente all'autore Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. , oppure inviare 15 Euro come contributo all'A.S.A.I. www.asaibrunobonomelli.it- Via mons. Giacomo Tavernini, 35 - 25084 Navazzo (Brescia). Sarebbero spesi bene.

 

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