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In questa Sezione pubblico e commento le nuove acquisizioni della “Collezione”, siano esse libri o riviste, ma anche poster, quadri, magliette di atleti, scarpe, numeri di gara, medaglie, francobolli, ecc., materiale che già ora è presente nelle due sale di esposizione (circa 150 metri quadrati, forse qualcosa di più che di meno), situate nell’edificio in via Monsignor Giacomo Tavernini, 35, a Navazzo, località nel Comune di Gargnano, sul lago di Garda. La “Collezione” presenta due nuclei essenziali: i Giochi Olimpici e l’atletica, ma non rifiuta certo anche altri sport, in particolare alcuni che mi hanno sempre entusiasmato, come rugby, ciclismo, tennis, pallacanestro; non manca neppure il calcio. 

Una spiegazione è dovuta. Qualcuno mi ha fatto notare che, talvolta, parlo di libri che non sono novità. Certo. Il motivo è che presento e commento solo i libri che ho davvero letto. Questo vale per le opere, diciamo così “di lettura”. È ovvio che una pubblicazione statistica non la leggo cifra per cifra, ma anche in questi casi sfoglio, conosco i contenuti, cerco di fissarli nella memoria, e questo può sempre tornare utile, soprattutto in caso di ricerca saper dove trovare quello che serve fa risparmiare un sacco di tempo. 

Il prossimo passo determinante sarebbe quello di porre mano ad un catalogo dell’esistente. Me lo ripetono in tanti, come se non lo sapessi da solo, ma dire agli altri quello che dovrebbero fare, e farlo realmente, beh, ce ne corre. Chissà che prima o poi non riesca anche ad iniziarlo. Quanto a finirlo, quien sabe?, dovrebbe darmi un aiuto determinante il buon Dio. Ma non gli ho ancora chiesto se è d’accordo. 

Un ringraziamento che sgorga dal cuore: a tutti quelli che mi hanno dato e continuano a darmi pezzi per la “Collezione”. Quando l’occhio corre sulle pareti e sugli scaffali mi sovvengono nomi, facce, amicizie, affetti, taluni perduti. Sappiate che quello che avete dato a questo angolino della memoria non andrà invece perduto.

 

Annuario Atletica della Federazione italiana di atletica leggera, edizione 2017

Pubblicato 13 Dicembre 2016

 


SPORT Atletica leggera
AUTORE a cura di Carlo Santi, con la collaborazione di altri curatori fra giornalisti e compilatori statistici
EDITORE Federazione Italiana di Atletica Leggera, Roma - Finito di stampare nel mese di ottobre 2016
CONTENUTO Edizione presentata nel mese di ottobre 2016 in versione parziale, con chiara finalità di essere presentata alla Assemblea Nazionale della Federazione, a Ostia in novembre. Da quanto si sa una nuova versione completa di tutta la stagione agonistica 2016  sarà data alle stampe nei prossimi mesi. Difronte alla scelta di molte Federazioni in giro per il mondo di cancellare riviste federali e annuari nascondendosi dietro la foglia di fico che con la tecnologia, con i siti web e via cantando non serve pubblicare in carta, devo riconoscere ai "federali" italici di tener duro e di continuare la bella tradizione dell'Annuario, pur se la rivista "Atletica" ormai è un fantasma. Peccato, viene da rimpiangere quel primo numero del 1933 che sparava un "Saluto al Duce" in sintonia con il fassismo (esse sibilante alla romagnola) genuflesso e obbediente dentro, fuori, a lato, dello sport italiano.
UNA FRASE  
ACQUISIZIONE Omaggio di Carlo Santi
ANNOTAZIONI Sempre una sola e sempre la solita: nella "Collezione" che nel corso degli anni ho messo insieme, ci sono tutte le edizioni dal 1961. Senza contare alcuni Annuari "storici", come quello che 1923 edito dalla F.I.S.A., Federazione italiana sport atletici. Ed altre ancora, di valore storico, pur con i loro errori. E accanto, sui lunghi scaffali, fanno bella mostra le varie edizioni degli Annuari di Bruno Bonomelli, veri e propri capolavori di compilazione sportiva (1949 - 1956), latitante la organizzazione federale.

 

Historia Memorialu Janusza Kusocinskiego

Pubblicato 12 Dicembre 2016

 


SPORT Track & Field
AUTORE Andrzej Socha, member of the Komisja Statystyczna of the Polski Zwiazek Lekkiej Atletyki
EDITORE Polski Zwiazek Lekkiej Atletyki - Printed in Warsawa, 2014
CONTENUTO History of the first 60 editions of this important Polish meeting from 1954 to 2013. The meeting celebrate the name of one the greatest Polish athlete, 10,000 metres Olympic Champion in Los Angeles 1932, after a duel along 24 laps of the 25 with the Finnish Volmari Iso - Hollo, winner of the 3000 steeple chase race in the same Games and once again Olympic Champion in Berlin '36 and bronze medal on the 10,000 metres.  Kusociński - born in Warszawa in 1907 -  started competing in athletics in 1926 with the first races (800 metres), but he took up in 1928 joining the sport club "Sarmata" where his coach was the famous Estonian decathlete Aleksander Klumberg - Kolmpere, bronze medal in Paris '24 and world record holder in 1922, first official WR of the IAAF Era.

At the time of his Olympic success, "Kusy" (his nickname) was a gardener in a Warszawa park. After Los Angeles,  he won a silver medal in the 5000 metres in Torino 1934, during the first edition of the European Championships, the winner was the French Roger Rochard. Then, Kusociński decided to retire from athletics, but made a comeback in 1939 by winning the 10 000 m at the Polish National Championships. Following the German occupation of Poland in 1939, while employed as a waiter, he worked secretly for the anti-Nazi Resistance. Arrested by the Gestapo on 26 March 1940 he was imprisoned in and imprisoned in Mokotów prison , beaten and tortured. When the Gestapo understood that he would not reveal the names of his compatriots, he was executed on June 21, 1940 in Palmiry where the Nazi murdered the Polish and Jews victims. His tomb is the cemetery of the village.

UNA FRASE  
ACQUISIZIONE Gift received from Janusz Rozum
ANNOTAZIONI On the front cover: a photo with four of the most Polish important athletes, from left, Zdzislaw Krzyzkowiak, Kaziemierz Zimmy, Tersa Cieply, Jerzy Chromik. On the back cover, other two great athletes: Irena Szewinska Kirszenstein and Ewa Klobukowska. The first participation of Italian athletes was in 1956 (9 - 10 June), 3rd edition of the meeting. They were Mario Paoletti (400), Gianfranco Baraldi (3000), Moreno Martini (400 H), Attilio Bravi (Long Jump), Giulio Chiesa (Pole Vault), Silvano Meconi (Shot Put), Pino Dordoni (20 km Race Walk).

 

Latvijas Vieglatletikas Vesture 1897-1944

Pubblicato 09 Dicembre 2016

 


SPORT Track & Field
AUTORE Andris Stagis, member of the Association of Track and Field Statisticians since many years, was a good athlete between 1960 e 1970. His personal bests: Triple Jump 15.62, Long Jump 7.19. He was a reference for the results and the news from Latvia-ex USSR and then since the Independence in 1991 is the most important source for Latvian athletics.
EDITORE Jumava - Riga, 2016 - With the support of the International Athletic Foundation (I.A.F.)
CONTENUTO The book covers the history of the Latvian athletics from 1897 to 1944. Unfortunately the Latvian language is totally unknown for me, so, like a boy who cannot read, I look at the very nice collection of the old photos of the beginning of the years '900 and enjoy them. Also the statistics are an important contribution to the knowledge of athletics in that Country. The first Olympic Team competed in Paris 1924: at page 89 of the book there is the photo of the Latvian Delegation during the Opening Ceremony in the Colombes Stadium. The board  indicated "Lettonie" (at that time the Country was independent, founded in 1918 and recognized in 1921), in the front Gvido Jekals (sprinter and member of the 4x100) and holding the flag Arvids Kibilds, two of the best athletes of that years. In another photo (pag. 23) the delegation of Rossia (Russia) during the Opening Ceremony in Stockholm 1912. One of Latvian athlete was Alfreds Alslebens, 12th in the decathlon.
UNA FRASE  
ACQUISIZIONE I have two copies: one received from the author and one from Pierre Weiss, Secretary of the I.A.F. 
ANNOTAZIONI One more photo at page 280 with four great walkers of the early '30: the Swiss Arthur Schwab, the Latvian Janis Dalins, the Italian Ugo Frigerio and the British Alfred H Pope. Dalins was 2nd and Frigerio 3rd in the first Olympic 50 km Race Walk in Los Angeles '32. Latvia always as a great tradition in this discipline with 3 Olympic medals: Dalins silver (1932), Bubenko (1936) and Fadejevs (2000) bronze. With the color of the Soviet Union the Latvian born athlete Janis Lusis was one of the greatest javelin throwers in our sport: world record holder and Olympic Champion, and also silver medal for two centimetres in München '72.

 

Rugby nostalgie, l'album d'une passion

Pubblicato 06 Dicembre 2016

 


SPORT Rugby
AUTORE François Thomazeau, préface di Pierre Villepreux
EDITORE Éditions Hors Collection - France - 2013 - www.horscollection.com . Stampato in Italia.
CONTENUTO Un bel libro che ti avvicina al rugby in modo leggero, con tante notizie, decine e decine di immagini d'epoca - le più affascinanti per me - e, per essere un libro francese, ha un taglio principalmente transalpino. Il respiro è comunque mondiale: le origini, il grande rugby anglosassone al completo, il mito della Nuova Zelanda e dei suoi All Blacks, i Wallabies australiani, gli Springboks sudafricani, i Pumas argentini, i Barbarians, il più sognato club esclusivo mondiale. La rassegna dei grandi club francesi e i loro giocatori mitici, gli stadi culto eretti a cattedrali dell'"Ovalie", la pubblicità, la letteratura, le donne, la musica, il cinema, l'arte, il mitico terzo tempo: una full immersion in questo bello sport, con testi brevi, ma densi di notizie. Il superspecialista forse guarderà solo le immagini, il neofita ne trarrà linfa per un approccio elementare ma sufficiente a far bella figura quando si parla di pallovale. Senza sbilanciarsi troppo...
UNA FRASE Dalla prefazione di Pierre Villepreux, che fu per tre stagioni l'allenatore della Nazionale italiana (1978 - 1981) e dieci anni dopo lo fu del Benetton Treviso, che si classificò secondo nel 1991 e divenne campione d'Italia nel 1992. "C'était le temp où...de celui qui...Il ne s'agit pas d'être nostalgique d'une époque ou d'un style, mais bien d'évoquer des moments forts qui ont marqué l'époquede Chacun. Il ne s'agit pas davantage de traiter de ringard celui qui compare le jeu et les joueurs d'hier et d'aujourd'hui. Lui refuser ce plaisir d'un retour dans le temps serait indecent. Il convient au contraire d'accepter et de comprendre que le rugby n'existe sous sa forme actuelle que parce que beaucoup d'autres ontsu le faire évoluer en préservant les principes fondamentaux qui font son essence, ces principes qui n'appartienent à aucune époque..." 
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ANNOTAZIONI Sentite questa a proposito del "Terzo Tempo". "La troisième mi-temps aussie est nostalgique, qui préfè les pastis au metre aux ligne de coke,, la Williamine à la creatine, l'éthylopoésie à l'érythropoïétine". Curiosità spicciole. La partita con il maggior numero di spettatori? Al Telstra Stadium di Sydney (quello dei Giochi Olimpici 2000) furono 109.874 in occasione di Australia - Nuova Zelanda nel 1999: 39 - 35 per gli All Blacks, con una meta di Jonah Lumu. Come si chiama il canto di Guerra dei giocatori di Samoa? Siva. E quello di Fiji? Cibi, scritto per gli uomini del rugby dal capo guerriero Ratu Bola. Ancora una, che merita. Chi fu l'arbitro della finale del primo campionato giocato il 20 marzo 1892 "sur la pelouse de Bagatelle au bois de Boulogne" fra Racing e Stade Français? Pierre de Frédy, Baron de Coubertin, lui, proprio lui, il restauratore dei Giochi Olimpici. Era un grande appassionato di rugby. Non è un caso che nella seconda edizione dei Giochi, nel 1900, a Parigi, il rugby fu inserito nel programma olimpico. E, udite udite, al match Francia - Gran Bretagna, presenziarono circa seimila spettatori di cui 4389 paganti, l'evento di quei Giochi con il più alto numero di persone che si presentarono al botteghino e pagarono il loro biglietto!

 

La leggenda dei moschettieri del tennis

Pubblicato 29 Novembre 2016

 


SPORT Tennis 
AUTORE Gilles Lambert
EDITORE Edizioni Mare Verticale www.edizionimareverticale.com - 2016 - Edizione francese originale dell'opera stampata nel 1982 da Presses de la Cité, Paris 
CONTENUTO Jacques "Toto" Brugnon, Henri Cochet "il Mago", René Lacoste "il Coccodrillo", Jean Borotra "il Basco Salterino": i moschettieri del tennis francese, la loro immagine illustra la copertina di questo piacevole libro edito in Francia trentadue anni fa. Di facile lettura, racconta l'epopea di questi quattro giocatori che fecero innamorare la Francia con le loro vittorie, soprattutto con i sei successi consecutivi in Coppa Davis dal 1927 al 1932,  e altre tre volte finalista (1925 - 26 - 33). E attorno a loro si muovono grandi personaggi dell'epoca: Suzanne Langlen "la Divina", William Tilden "Big Bill", Fred Perry, Don Budge, primo a realizzare il "Grande Slam" nel 1938, oppure Richard Williams, uno dei sopravvissuti del naufragio del Titanic, e tanti altri attori della racchetta negli inquieti Anni Trenta. Come sempre la stampa dell'epoca, bene utilizzata dall'autore, aiuta a ricostruire dettagli, andamento degli incontri, perfino emozioni. Vicende umane che non conoscevo e che mi hanno colpito: la miseranda fine di Tilden, quella tragica del giapponese Jiro Satoh, quella avventurosa del barone germanico Gottfried von Cramm, strappato dalle grinfie uncinate dei nazisti per intercessione di Re Gustavo V di Svezia. Vite sorridenti quelle dei "moschettieri" che, dopo il rettongolo di gioco, hanno avuto successo nella vita, valga per tutti Lacoste creatore di un marchio conosciuto a qualsiasi latitudine. Oppure Jean Borotra, che ebbe incarichi politici, fu industriale di successo creando una azienda che costruiva le pompe di benzina; giocatore di pelota basca, buon calciatore (fece parte della Nazionale Militare), grande gentleman in campo - dove indossava sempre la boina, tipico copricapo basco - non ha mai accettato una decisione arbitrale a lui favorevole se riteneva che fosse un errore. Non stupisce che fu l'ideatore e fondatore del Comitato Internazionale per il Fair Play.
UNA FRASE  
ACQUISIZIONE Comprato con www.lafeltrinelli.it, Euro 15.30
ANNOTAZIONI Per quelli (ammesso che si parli di due lettori). Quale fu la genesi del soprannome di "Alligator", coccodrillo, per René Lacoste? Leggiamo a pagina 75 del libro di Lambert:"Sulla sua origine sono circolate varie versioni. L'appellativo é stato inventato da un giornalista di Boston: aveva saputo che Lacoste aveva scommesso un borsone in pelle di alligator sulla sua vittoria. Lacoste aveva perso il match e il borsone! Il soprannome seguì René Lacoste in Francia, dove diventò "Coccodrillo" e fu interpretato come un simbolo della sua pazienza e della sua tenacia a fondo campo....Lacoste accettò il soprannome nonché la reputazione di giocatore da fondo campo, e più tardi ne fece l'emblema della sua marca, famosa a livello mondiale".

 

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