L' atletica leggera diventa sempre più pesante

Corsi e ricorsi storici, secondo l'insegnamento dello scontroso filosofo napoletano Giambattista Vico. In questo caso, applico (con una forzatura) la teoria filosofica vichiana a una brutta vicenda che si è manifestata in tutta la sua gravità nell'autunno del 2015 nella dirigenza dell'atletica leggera mondiale. Un uragano che non accenna a placarsi, anzi segue lo stesso andamento di quelli tropicali: quest'anno prima è arrivato Harvey, seguito da Irma, Josè, Katia e Maria. Non garantisco che l'ordine sia proprio questo, vado ad orecchio.

Questa mattina un nuovo impetuoso vortice che arriva da Vilnius, dove si celebra il consueto rito della Associazione Europea di Atletica, una volta detto "del calendario", perchè si dava forma e si plasmava l'attività dell'anno successivo, meeting, campionati, incontri di squadra nazionali, maratone, maratonine, corse d'ogni tipo in salita in discesa oblique lunghe corte ascensioni al Paradiso, e altro ancora. Con l'andar del tempo, questa gitarella autunnale che piaceva a tanti che vi prendevano parte facendo finta di decidere cose importanti che invece erano già state decise altrove, ha cambiato pelle, si discute di tutto un po'. Per esempio, apprendiamo dal report di Daniel Etchells sul sito www.insidethegames.biz, che i severi censori della atletica continentale saranno chiamati a votare la revoca definitiva del titolo di membro onorario a Valentin Balakhnichev, ex presidente della Federazione russa e tesoriere di quella internazionale. 

Ecco perchè ho chiesto aiuto a messer Vico. Siamo a Vilnius, capitale della Lituania, repubblica baltica che ne ha dovute subire di tutti i colori nella sua storia: unita alla Polonia, poi divisa, poi indipendente, poi sotto il tallone dei tedeschi di von Hindenburg, nuovamente indipendente, ma dura poco, se la spartiscono sovietici e tedeschi, poi resta solo ai sovietici, ma nel 1941 con l'Operazione Barbarossa arrivano i nazisti e con loro i campi di sterminio, le camere a gas; poi arriverà l'Armata Rossa e le pene dei lituani non finiscono, anzi. Quando inizia a vacillare l'Orso sovietico, la Lituania è la prima delle repubbliche baltiche che decide di staccarsi, anche se i dominatori non cedono subito: le ultime truppe di Mosca lasciarono il territorio nel 1993. Dove sta il corso e ricorso? A un russo che ebbe potere sportivo, Balakhnicev, viene tolta una onorificienza proprio da un organismo che si riunisce a Vilnius.

Questa vicenda ha dimensioni ben più vaste, purtroppo. Fosse solo un titolo onorifico dato e tolto...invece...invece leggetevi l'articolo di Etchells, che racconta cose per gran parte già conosciute, almeno da chi le ha seguite, suo malgrado, fin dall'inizio. La netta sensazione è che non sia finita, che ci sono altri ancora che devono spiegare tante cose misteriose, colpevoli silenzi, occhi che vedevano ma si giravano altrove, repentine sparizioni, tardive e improbabili "verginità". La storiaccia, che tiene banco da un paio di settimane, di colui che fu presidente del Comitato organizzatore dei Giochi Olimpici Rio 2016, Carlos Nuzman, rimosso da tutte le cariche e messo in gattabuia in Brasile, ha fatto tornare a galla nomi, fatti, cifre, conti bancari offshore, che presentano stretti legami con l'inchiesta francese partita da un edificio sul porto del Principato di Monaco. Altro che collari all'Ordine Olimpico, mi sembra che il collare che va maggiormente di moda nello sport mondiale sia un bel paio di manette. Che tristezza!