"Il Cesare" continuerà a correre insieme a noi

 
 

Giovedi 15 febbraio ha cessato di battere il cuore di Cesare Bernardini, del quale non devo certo raccontare io che tanto poco l'ho conosciuto nella mia breve nuova ma antica "residenza" gargnanese. Sapevo poco di lui ma mi piaceva, per il suo tratto, il suo silenzio, la sua voglia di continuare a dare qualcosa a quel piccolo gioiello incastonato fra Gargnano e Bogliaco che prende il nome di Villa, "la piccola Amalfi del lago di Garda" come è stata definita. Allora ho chiesto a chi lo conosceva bene: ne è nato un ritratto a più mani e più voci cui hanno contribuito gli amici Franco Mondini, Enzo Gallotta e Elio Forti, che ringrazio vivamente.

Sul traguardo della sua Villa-San Valentino. Lo abbiamo lasciato così, nella piazzetta. Una domenica di febbraio. Non sapendo che è stata, questa, l’ultima volta. Se n’è andato in un attimo fuggente. Portato via mentre era con gli amici, in una sera brumosa. Il suo cuore generoso, di atleta, ha tagliato il traguardo. Sfumato il profilo slanciato, da vecchio podista, di capelli candidi.

Uomo, galantuomo, sportivo, a tutto tondo. Altruista, disponibile sempre, attivo sul fronte del sociale. Pronto a spendersi per gli altri. Questo è – ne parliamo al presente avvertendone più di prima la presenza nonostante la consapevolezza dell’assenza  – Cesare Bernardini. Che all’anagrafe fosse Francesco, lo sapevano in pochi. Per tutti era Cesare,  il Bernardini di Villa di Gargnano. Lui, il Cesare, e la moglie Cesira Cerutti, sposi dal 1964, due figli,  anima e braccia dello sport e del volontariato gargnanese. Padre fondatore del GSA Gargnano, fucina di podisti. Non avendo trascurato negli anni pure la passione di vestire la casacca nera da arbitro negli incontri dei tornei di calcio del CSI del torneo dell’Alto Garda. Racconti di arbitraggi epici, rocamboleschi. Conditi pure da minacce sibilanti. Su campi ribollenti di tifo da campanile dal 1963: Tignale, Tremosine, Limone, Gargnano. Montegargnano… Lui, tifoso di sponda juventina. Amico di capo ultras della curva rossonera “made in Villa”.

Campione è stato ancor più nella propria caratura di uomo. Schivo al punto da non voler apparire protagonista, anche se lo è sempre stato. Da par suo. Mite e buono in ogni occasione. Spigoloso e determinato quando ne ravvisava l’esigenza dettata dalle circostanze. Come capita lungo la difficile strada della vita. Abbassava lo sguardo, quasi a sottrarsi, quando si ricordavano pubblicamente le sue imprese sportive. Fra queste, il quinto posto assoluto alla seconda edizione del "Girolago" – l’anno era il 1975,  partenza da Limone, percorso di 145 chilometri lungo il periplo del Garda ridotto per una frana sulla sponda veronese – corsa sotto le sedici ore. Per la cronaca, l’anno prima era arrivato 32esimo. Si prese una bella rivincita nella gara vinta dal reggiano Erio Rurini in 13 ore davanti al francese Marcel Bretagne (13h40’). “Poi – ricordano gli amici – gli facemmo una grande festa. Bei tempi…”.

"Il Cesare" dava una mano a tutti, dalla tombolata in piazza, alla festa di fine anno nel tendone della sua Villa. Che ha ospitato attori, autori, sportivi, medici, giornalisti, artisti. Quanti avevano qualcosa da “passare di mano”, in questo caso con la parola. Lui partecipava ad ogni evento mettendoci di suo, presenziando a un incontro, alle manifestazioni della Pro Loco. Fino ad arrivare alle sue “creature”. Le corse che aveva inventato sulle colline di casa. Percorsi e panorami che ha fatto conoscere, con gli amici del GSA Gargnano, a podisti di casa e oltre. Fra le altre, la "Villa-San Valentino" e la "Quater Pass a Gargnà". Ma ci sono, certamente non meno amate quanto rimpiante per non averle potute riproporre per mille motivi, la "Maratona  del Garda" (la prima il 5 dicembre 1976 con partenza da Salò, poi ad anni alterni da Gargnano) e la Maratonina. Fortemente da lui volute a Gargnano con il concorso dell’amico Costantino Felter, attuale presidente degli Amici del Podismo Valle del Chiese e Hinterland gardesano. Su, negli Anni Novanta fino a sfondare nel nuovo millennio. Sono arrivate le gazzelle africane a correre sulle strade gardesane. Keniani, etiopi, nordafricani,  ma anche ragazzi di casa che hanno poi fatto… strada. Facciamo franchi i nomi di foresti quanto di “indigeni” per non incorrere in colpevoli omissioni. Per questo ci saranno altre occasioni e tempi opportuni. Queste corse le avrebbe volute riproporre. “Si potrebbe organizzare una mezza, ancora una volta” diceva quando i conversari si infittivano. Rimane un sogno. Chissà, forse un progetto da mettere in cantiere, con il suo nome, lasciato a chi ne prende il testimone.

Quel giovedì sera è stato l’ultimo. La notizia ha colto tutti di sorpresa. Un fulmine a ciel sereno: “Il Cesare se ne è andato!”. Infine, di sabato pomeriggio, il saluto della sua Villa, di Gargnano tutta, dei molti amici conosciuti nel corso degli anni, nella chiesa di San Francesco. Gremita anzitempo. Con le preghiere, sono riecheggiate le parole messe nero su bianco da un amico di sempre, Elio Forti. Si erano sentiti al telefono poche ore prima, per parlare della prossima "Quater Pass", di un percorso da variare. Un altro progetto. Poi il gelo al sopraggiungere della notizia: “Il Cesare è corso via”.

Scrive l’amico Elio, altra anima dell’atletica altogardesana e del GS Montegargnano, compagno di mille trasferte e di altrettanti eventi vissuti sulla sponda dei protagonisti e dell’organizzazione: “Dire Cesare Bernardini significa dire Gsa Gargnano. Perché il mitico Gsa Gargnano, prima Società di Atletica dell’Alto Garda ad inserire una gara nel Calendario dell’Hinterland Gardesano, era la vera anima di Cesare. Il suo ideale ed il suo sogno perenne.Cesare era nato a Toscolano Maderno il 13 ottobre 1937 e fin da giovane si era dedicato allo sport. Buon fondista, era amante delle gran fondo ed ultramaratone. La Maratona del Garda prima, la Maratonina del Garda poi, sono state le sue principali creature. Hanno collocato Gargnano al centro dell’attenzione, prima provinciale, poi nazionale e, successivamente con l’inserimento nell’Hinterland Gardesano, anche internazionale! Grandi personaggi dell’atletica  leggera sono giunti in riva al Garda, grazie al suo costante ed incessante operare. Dietro le quinte, con semplicità d’animo, ma con entusiasmo smisurato e puro. Grazie Cesare, Gargnano ti ringrazia per quanto hai fatto per il tuo paese. Per la vita che gli hai dedicato, con rara ed invidiabile abnegazione. Ed anche la grande famiglia dell’Hinterland Gardesano ti ringrazia e ti cita come raro esempio da imitare, da invidiare, da ricordare nel futuro. Chissà se dove sei arrivato ora esiste un ufficio a cui inviare le domande per organizzare una gara. Lo scopriremo quando ti raggiungeremo. Per adesso un grande, sincero ed immenso GRAZIE CESARE!”.

A seguire il saluto, commosso e commovente, di Giacomino Magrograssi, altro amico di sempre:“Mi sei scappato avanti, una volta ancora. Ti raggiungerò al traguardo. Arriverò anch’io…”. C’era una certezza fra  quanti hanno accompagnato Cesarino, come lo ha chiamato il don durante l’omelia,  lungo la salita verso il camposanto del paese. Alla prossima "Quater Pass", quando forse l’aria di primavera inizierà a farsi sentire frizzante sulle onde del lago, Cesare ci sarà. In disparte, non si farà vedere, ma ci sarà. Sicuramente nel cuore di chi ha apprezzato la sua modestia, la sua disponibilità, la sua gran voglia di fare per la sua gente e il suo paese.

Siamo sicuri. Cesare sarà lì. A correre con noi.

Nelle foto: dall'archivio di Elio Forti immagini di Cesare Bernardini nei giorni da corridore di gran fondo; in una foto con altri soci del GSA Gargnano e il campione olimpico Alberto Juantorena che negli ultimi anni è stato coccolato ospite nella terra gargnanese.