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Grazie a Dio, c'è ancora qualcuno che ragiona

In mezzo a tante nefandezze che ci bombardano ogni giorno, talvolta troviamo qualche «rara avis» (Giovenale, Satire) che ci tira su il morale. Qualche giorno fa ho fatto una puntatina nella bella, linda, piacevole Rovereto per passare una serata atletica (nel senso di sollevamento dei calici) con amici. Giovedì mattina compero uno dei quotidiani, quello che ha più storia nel panorama locale, «L'Adige», dove ha esercitato, tra l'altro, con grande professionalità giornalistica il mio amico Carlo Giordani. E poi ho anche un motivo affettivo molto personale, avendo scritto per circa tre settimane miseri racconti dai Giochi Olimpici di Seul 1988.

Ordunque, guardo la prima pagina e ho subito motivo di tristezza. Titolo:«Sassi lanciati contro il treno, si cercano due ragazzini». Associo il titolo alla immagine del «bovaro» in maniche di camicia e con il vello in bellavista che sentenzia:"Una bravata". Vado oltre, e il mio umore ha una impennata positiva. La curiosità mi spinge a leggere le prime righe di una opinione del signor Giovanni Cominelli, che alla fine dell'articolo scopro essere stato consigliere regionale. Ecco queste righe:"Non passa giorno senza che il personale politico di governo (già stupenda questa definizione, non «i politici o i ministri» ma «il personale politico», nota mia) offra prove di incompetenza, disprezzo della Costituzione e delle leggi, e violenza verbale contro gli avversari. Prove di giacobinismo plebeo, che ha quale nucleo teorico profondo l'idea che le leggi e lo Stato sono sottoprodotti contingenti e mutevoli della politica come volontà di potenza del Popolo. Se ciò scandalizza il buon senso, resta tuttavia da spiegare perchè tali comportamenti riscuotano tanto paluso dal «senso comune». Perchè l'ignoranza attiva - il sapere per deliberare - ha un successo fino ad ora crescente?". L'ultimo inciso mi ha riportato a parziali, troppo parziali, letture politiche giovanili: «Conoscere per deliberare» da «Prediche inutili» di Luigi Einaudi, un liberale che aveva come priorità morale il rispetto dello Stato e delle sue Istituzioni. Stato? Ma che ne sanno questi avventurieri dell'avanspettacolo che cosa è lo Stato?

Ho iniziato con un lancio di sassi, continuo con una caduta di sassi. Ieri, bombardato dai rilanci ormai ossessivi di fotografie, notizie riciclate, annunci stravisti, idiozie che fanno ridere solo gli idioti, ho aperto una finestra attratto da titolo, come per il quotidiano che ho citato. Diceva:"Cadono sassi dalla parete rocciosa, chiusa la ciclabile dei sogni". Pista ciclabile: il sacro totem soprannaturale del momento. Sul lago di Garda tutti a suonare la grancassa: amministratorini locali, puffi buffi di fantomatici Uffici di promozione turistica, scriba locali che devono compiacere i predetti, albergatori che di mestiere si fanno soprattutto gli interessi loro, e via enumerando. Dunque sul Garda, in qualche tratto dove già è in funzione questa meraviglia pedociclabile, ieri o l'altro ieri, sono piombati dall'alto dei sassi, sassolini? sassoloni? poco frega, son caduti. Arrivo alla frase che mi ha confortato, del signor Dino Feltrinelli, che deve essere uno delle mie parti, il quale usando l'unico strumento a-social (per me) che sono costretto a utilizzare - pochissimo - per obblighi sportivi, ha scritto quello che volevo sentir dire e condivido senza riserve. Ipse affermò senza tanti giri di parole:" È incredibile, ci stanno rompendo ...... con 'sti 170 poveri cristi della Diciotti e poi si buttano nel cesso milioni di euro in questo modo, tutti ma proprio tutti lo sapevano che sarebbe finita così...".

Bravo sior Dino Feltrinelli, bravo, bravissimo. In una riga un concentrato di chiarezza intelligenza umanità. Guardi, voglio andare oltre i poveri cristi della Diciotti. Non ci sono più spiccioli per aiutare chi davvero ha bisogno, non ce ne sono per chiudere le buche nelle strade che ormai fanno concorrenza a quelle di Mosul, non si fanno piani per inventarsi qualche soluzione al traffico sulla Statale 45bis che è un inferno, ma ci sono camionate di milioni per le piste ciclabili, facendole diventare assurde priorità. Il tutto per mandare a spasso - A PIEDI - centinaia di turisti, ripeto A PIEDI, li ho visti giovedì e venerdì salendo e tornando da Riva del Garda. Per carità, bellissimo, ma di ciclisti ne avrò visti dieci, sì e no. I ciclisti non vanno sulle ciclabili, ho visto invece aspiranti suicidi nelle gallerie della Gardesana occidentale. Non parliamo dei chilometri che collegano Gargnano a Navazzo e oltre, su alla Valvestino, lì vanno i ciclisti. E al tempo stesso, Salò chiude il centro ai ciclisti, a parte gli interessi di bottega già c'è chi si lamenta che i turisti sono troppi, in alcune località si torna a parlare di numero chiuso, di tornelli, di traffico pedonale regolamentato.

Ma se parli male della pista ciclabile ti arriva una scomunica A Divinis. Le montagne del lago di Garda, come tante altre, si sfaldano, crollano, sulla Gardesana ci sono tratti di asfalto tenuti insieme con lo sputo. Sapete come andrà a finire? Come sempre, come per il Ponte Morandi. "Io l'avevo detto, io lo sapevo, io ho sentito scricchiolare la montagna,..." e via cantando. Dopo, ovvio. Ma checcefrega: noi abbiamo la ciclabile più bella del mondo.


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