Il coraggio di avere paura, di Javier Cercas, spagnolo, scrittore, saggista, giornalista, docente universitario - "...i grandi problemi di oggi sono transnazionali, come l'attuale crisi insegna ancora una volta, mentre per risolverli disponiamo quasi esclusivamente di strumenti nazionali...A peggiorare le cose, c'è l'uso deprimente che i politici fanno dei pochi strumenti transnazionali a disposizione, come ha dimostrato ancora una volta la reazione lenta, titubante, ingenerosa, insoddisfacente e timida della Ue alla pandemia. Inoltre da quando essa è scoppiata, sento dire spesso che le crisi peggiori tirano fuori il meglio di noi. Ecco un'altra dimostrazione di ottimismo infondato. Almeno questa è la conclusione che ho tratto dalla crisi del 2008...".
Confini, di Matteo Nucci - "...originariamente il confine, non un limite o un passaggio invalicabile. Ma piuttosto il luogo in cui la vicinanza prevale. L'aggettivo latino da cui il termine deriva significa appunto confinante, contiguo, vicino...Un guaio, allora, se abbiamo scambiato il confine per il muro, la frontiera invalicabile, la linea su cui erigere barricate...l'isolamento si realizza ora all'interno di quei confini che volevamo difendere...Pensavamo fosse possibile per sempre superare il confine...e invece no. Vorremmo correre, viaggiare, partire. Ma non è più possibile. Inutile recriminare. Il virus è fra noi. È entrato non curandosi di confini, reticolati, mura o inutili barriere. Ha stravolto le nostre abitudini e le nostre certezze trapassando dalla parola d'origine a quella più abietta: il confino...".
Il mistero di Cipputi, di Edmondo Berselli, scrittore e giornalista - "...Altan e il suo alter ego proletario continuano a guardare la realtà per come la vedono, non per come viene dipinta...Cipputi, se rivolge lo sguardo alle proprie spalle vede le fregature che ha preso, se guarda avanti vede le fregature che prenderà. E allora, di fronte al mistero di una storia che procede a senso unico, si prenderà ancora una volta la soddisfazione di dire come stanno le cose: se vi piace bene; e se non vi piace, state sicuri che ve le faranno piacere".
Boris Johnson, pericolo isolato, di Luca Bottura, giornalista - "Fino a ieri se ne potevano deridere i capelli all'Aperol, le milleeuno gaffe, l'aspetto folcloristico, il sovranismo corretto Guinness. Dopo che ha dapprima teorizzato la decimazione del suo popolo, salvo poi chiudere persino i pub, costringendosi dunque a non sapere il da farsi a una cert'ora del pomeriggio, nonché ogni altro locale pubblico, si può definitivamente affermare che, se Boris Johnson fosse un attore, potrebbe recitare «Scemo e più scemo» da solo. Eppure nel comportamento del primo ministro britannico, che si crede Churchill e manco si avvicina a Mister Bean, affiora la bolla della consapevolezza. Egli sa perfettamente che il sistema sanitario inglese, devastato da Margaret Thatcher, è un corpaccione vuoto che poco potrà fare contro l'epidemia. Cioè, la testimonianza plastica della modalità anglosassone di welfare che persino il democratico Joe Biden ha recentemente espettorato:"Il privato vince, il sistema sanitario per tutti in Italia non ha funzionato". Nella classifica Bloomberg delle migliori sanità mondiali, l'Italia è quarta. Gli USA sono 55esimi. Dopo Iran, Tunisia, Azerbaijan. Eppure pensano di darci lezioni. Loro, gli estremsiti del fai (e soprattutto paga) da te, quelli ancora convinti che chi appartiene a un'élite, dunque si è meritato le cure, sia comunque destinato a sfangarla. Ecco, no. Anni di macelleria sociale hanno massacrato anche la cosiddetta classe media, allargando all'infinito la forbice tra i tycoon e chi, presto, oltre Manica o oltre Oceano, rischia di non potersi permettere manco l'aspirina. Poi, per carità, vale tutto, anche che i Johnson, i Biden, naturalmente i Trump, ci facciano la morale su quello che - nonostante il tatcherismo all'amatriciana degli ultimi anni, anche dei cosiddetti governi di sinistra - facciamo ancora meglio di loro. Però, ecco, lmeno sottovoce. Thank you".