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COVID-19, c'è molto lavoro per i veterinari

Credo che anche coloro che non hanno fatto corsi di lingua spagnola, sono in grado di capire il contenuto della tagliente vignetta che ha per protagonista quel capolavoro di personaggio che è Mafalda. Me l'ha girata una amica spagnola. Per puro scrupolo, faccio la traduzione. In questo momento nel Paese iberico non vige il confinamento in casa, ma il martellante messaggio delle autorità, dei medici, degli infermieri, dei barellieri, perfino dei politici che ignominiosamente tirano sempre la tovaglia per i loro interessi e non per quelli della gente, dei mezzi di informazione che fanno da cassa di risonanza a tutti, non lascia dubbi: autoconfinatevi, state in casa, uscite per lo stretto indispensabile, usate solo mascaretas (questo è in catalano) chirurgiche. A Madrid, a Barcellona, a Pont de Molins, in Andalusia e in Castiglia e León, lo chiamano «autoconfinamiento», e non usano quell'irritante «lockdown» che da noi è gergo comune anche per quelli - la stragrande maggioranza - che a Londra non saprebbero chiedere dove ci sono i servizi igienici per far la pipì. A me vien voglia di dire che invece di quella minchiata fascio-autarchica del «prima gli italiani», dovremmo far uso di un più efficace «prima la lingua italiana».

La traduzione del Mafalda Pensiero:«I medici hanno convinto metà della popolazione a rimanere in casa. Adesso serve che i veterinari convincano l'altra metà». 

E chi vuol capire...

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