In questa Sezione pubblico e commento le nuove acquisizioni della “Collezione”, siano esse libri o riviste, ma anche poster, quadri, magliette di atleti, scarpe, numeri di gara, medaglie, francobolli, ecc., materiale che già ora è presente nelle due sale di esposizione (circa 150 metri quadrati, forse qualcosa di più che di meno), situate nell’edificio in via Monsignor Giacomo Tavernini, 35, a Navazzo, località nel Comune di Gargnano, sul lago di Garda. La “Collezione” presenta due nuclei essenziali: i Giochi Olimpici e l’atletica, ma non rifiuta certo anche altri sport, in particolare alcuni che mi hanno sempre entusiasmato, come rugby, ciclismo, tennis, pallacanestro; non manca neppure il calcio.
Una spiegazione è dovuta. Qualcuno mi ha fatto notare che, talvolta, parlo di libri che non sono novità. Certo. Il motivo è che presento e commento solo i libri che ho davvero letto. Questo vale per le opere, diciamo così “di lettura”. È ovvio che una pubblicazione statistica non la leggo cifra per cifra, ma anche in questi casi sfoglio, conosco i contenuti, cerco di fissarli nella memoria, e questo può sempre tornare utile, soprattutto in caso di ricerca saper dove trovare quello che serve fa risparmiare un sacco di tempo.
Il prossimo passo determinante sarebbe quello di porre mano ad un catalogo dell’esistente. Me lo ripetono in tanti, come se non lo sapessi da solo, ma dire agli altri quello che dovrebbero fare, e farlo realmente, beh, ce ne corre. Chissà che prima o poi non riesca anche ad iniziarlo. Quanto a finirlo, quien sabe?, dovrebbe darmi un aiuto determinante il buon Dio. Ma non gli ho ancora chiesto se è d’accordo.
Un ringraziamento che sgorga dal cuore: a tutti quelli che mi hanno dato e continuano a darmi pezzi per la “Collezione”. Quando l’occhio corre sulle pareti e sugli scaffali mi sovvengono nomi, facce, amicizie, affetti, taluni perduti. Sappiate che quello che avete dato a questo angolino della memoria non andrà invece perduto.
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UltraKMarathon 50km - La lunga corsa intorno al Monte Canate
SPORT | Atletica, podismo | |
AUTORE | Gian Carlo Chittolini | |
EDITORE | Presumibilmente sempre lo stesso visto che non c'è altra indicazione | |
CONTENUTO | Libro quasi completamente fotografico, anzi, toglierei il quasi. Testi pochi, ringraziamenti molti. Tutto l'abbondante e pregevole materiale fotografico è finalizzato alla valorizzzione, e quindi promozione, di questa corsa podistica che ha un habitat molto affascinante: l'Appennino a cavaliere fra le province di Parma e di Piacenza, terre di vini generosi, profumati insaccati, paste fatte in case insaporite da ricchi ragù o da calorici riccioli di burro, e rese sublimi dal profumo di quel Parmigiano unico al mondo col suo gemello Reggiano. Il tutto «condito» dalla serena bellezza delle terre circostanti, fatte a mo' di montagne russe, un po' più dolci, curve sinuose, quasi lascive. Appennini non Alpi. E la corsa? Beh, la facciano gli altri, cui plaudo con tutta la mia convinzione. Il libro trasuda entusiasmo, e entusiasmo vuol trasmettere. Il mio augurio a «Spino» Chittolini è che colga nel segno. Se dico che «Spino» è il nome con cui è conosciuto a Salsomaggiore e dintorni, ci sta. Se mi metto a spiegare cosa ha fatto Gian Carlo Chittolini in atletica gli faccio un torto. Scordavo: non mancano pagine, scritti, foto autocelebrativi...ma è umanissimo. | |
UNA FRASE | ||
ACQUISIZIONE | Omaggio dell'autore, con dedica | |
ANNOTAZIONI | Una, del tutto personale. Nel lungo elenco di fotografi coinvolti in questa «chittolinata» ho beccato un nome che mi obbliga ad aprire il libro della memoria, la mia. Daniele Romano è figlio di quel Giuseppe che per anni, nel reparto legatoria della Tipografia Apollonio di Brescia, ebbe cura dei miei libri e delle collezioni di riviste e giornali che facevo rilegare, una abitudine che ho sempre avuto per salvaguardare un patrimonio cartaceo dal quale farò fatica a staccarmi, quando sarà ora. Giuseppe padre, con la sua barba risorgimentale, era attentissimo alle mie indicazioni e educato nel suggerirmi le sue. Poi, il signor Giuseppe ha scelto di abbandonare le rilegature e di dedicarsi alla amorevole cura di una certo numero di olivi che sono a dimora in una frazione del Comune di Gargnano, stessa terra che io ho eletto a mio ultimo (ultimo? e chi lo sa) fortilizio. E, credo, che nella potatura degli ulivi sarà altrettanto meticoloso e amoroso come con le vecchie e acciaccate pagine. Mi parlava, il signor Giuseppe, nei nostri incontri in Apollonio, di quel suo figliolo che era bravo con la macchina fotografica, e mi mostrava alcuni suoi scatti. E ne era orgoglioso. A buon diritto. Adesso, volo dal Monte Canate al Monte di Gargnano, trasportato dalla piacevole brezza del ricordo e di persone ritrovate. |
Dolphin81 - storia di una barca
SPORT | Vela | |
AUTORE | Sandro Pellegrini, con il contributo di autori vari e dell'Associazione Classe Italiana Dolphin | |
EDITORE | Armatori Italiani Classe Dolphin81 ASD - Desenzano del Garda - www.dolphin81.org - EPTA Editions, Bagnolo Mella, Brescia - Grafica: Fabio Curcelli - Stampato nel gennaio 2021 | |
CONTENUTO | Intuitivo, lo dice il semplice, lineare titolo di copertina. La storia di questa barca presentata con affascinanti immagini del lago di Garda, corredata dai volti di chi ha fatto di questa barca un "mito". Il tutto cucito insieme sapientemente da Sandro Pellegrini che racconta la nascita, la crescita, i successi, i personaggi. E racconta con la solita maestria dell'intenditore colto e non del parvenu. | |
UNA FRASE | Del proprio autore:"Ho voluto creare una storia curiosa, a volte surreale, ma sempre basandomi sulla pura cronaca dei tanti eventi che l'han vista protagonista...". | |
ACQUISIZIONE | Omaggio dell'autore, con dedica | |
ANNOTAZIONI |
Tour de France, Tour de Souffrance
SPORT | Ciclismo | |
AUTORE | Albert Londres (nato a Vichy nel 1884, morto nel 1932 nell'incendio della nave che lo riportava in Francia dalla Cina, dove aveva indagato sul traffico di stupefacenti e sulle cosche mafiose che là si chiamano Triadi). Giornalista inviso al potere - e te pareva - per le sue inchieste «scomode»: le condizioni inumane della colonia penale della Cayenna (antenata dei campi di concentramento nazisti), il lavoro forzato dei militari francesi nelle colonie, i manicomi e l'abuso degli antipsicotici. Tutta merce che dava noia ai padroni del vapore. Riuscì ad entrare in Russia nel 1920 e a descrivere la miseria della popolazione russa. Nel 1928 visitò il Senegal e il Congo Francese e ne descrisse l'orrore in cui vivevano i negri trattati come bestie, anzi peggio. Fu in Palestina, nei Balcani, in Asia. Realizzò 43 reportages che sono d'attualità ancor oggi, a riprova che il mondo non cambia mai. Londre è stato considerato «il padre del giornalismo investigativo», a pieno titolo. A suo nome fu istituito un premio giornalistico.
Non disdegnò neppure di occuparsi di sport, di ciclismo e del Tour de France. E i suoi articoli ci aprono gli occhi sui falsi miti dello sport: eroismo, epica della fatica (degli altri). In realtà una altra forma di sfruttamento della miseria di poveracci che per pochi soldi si sottoponevano a sofference indicibili. |
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EDITORE | excelsior 1881, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Milano - Collana Limousine - edizione curata da Tommaso Labranca - Stampato da Grafiche Cesina, Piacenza, l'8 luglio 2008 - Prima edizione francese: Éditions du Rocher, 2006 | |
CONTENUTO | Straordinario reportage delle quindici tappe del Tour de France del 1924, il primo dei due vinti da Ottavio Bottecchia. Significativo il titolo, che ripecchia il suo pensiero sui corridori di quei tempi che considerava «i forzati della strada», vittime di organizzatori spietati (poi portati agli altari della prosopopea sportiva) che imponevano regole disumane ai partecipanti. Queste condizioni vennero poi innalzate a epici racconti di stoicismo, di immaginifiche imprese, per imbambolare le folle. Albert Londres ce ne dà una realistica descrizione. E i suoi scritti non finirono mai sulle pagine dei principali giornali sportivi transalpini. Lineare, diretto, il suo modo di raccontare. | |
UNA FRASE | ||
ACQUISIZIONE | Qualcuno me ne ha fatto dono qualche anno fa, ma non ricordo esattamente chi. Comunque lo ringrazio per avermi fatto scoprire un bel libro. | |
ANNOTAZIONI | Le fotografie in bianco e nero, originali di quei tempi, sono veri e proprii capolavori, degni dei più grandi maestri della fotografia. Non certo delle porcherie quotidiane da cui ormai siamo invasi, scattate con 'sto odioso mezzo che chiamano telefonino.
La stessa costruzione dei contenuti del libro e la grafica sono davvero attraenti...fatta eccezione per i caratteri di certe note troppo piccoli e per di più inseriti in inutili fondini colorati spaccaocchi. Invenzioni biasimevoli di alcuni grafici. |
I fratelli Damilano - Nati per vincere
SPORT | Atletica leggera | |
AUTORE | Giorgio Barberis, torinese, giornalista dal 1974 al 2006 al quotidiano «La Stampa», autore di parecchi libri, fra i quali voglio ricordare «D'oro e di azzurro», dedicato alla celebrazione degli uomini e delle donne italiani che hanno vinto la medaglia d'oro olimpica. | |
EDITORE | Fusta Editore - Saluzzo - collana Sportivissimi - Prima edizione: novembre 2020 - https://fustaeditore.it/shop/54-sportivissimi | |
CONTENUTO | A quarant'anni dal titolo olimpico sui 20 km di marcia conquistato sulle strade del Parco adiacente lo Stadio Lenin, a Mosca, un editore che ha come sua missione editoriale quella di valorizzare la sua terra, ha voluto celebrare quell'indimenticabile successo in un contesto più ampio, quello della famiglia Damilano, dei tre fratelli che ne furono artefici: Sandro, il primo nato, Giorgio, il primo nato dei due gemelli (distaccò il fratellino di dieci minuti), e Maurizio, il più piccolo. Un racconto nel quale non c'è solo atletica, marcia, medaglie. Storia di sport, ma soprattutto di umanità, di uomini e delle loro origini, delle loro famiglie: ci sono i genitori, i figli, le mogli, i figli dei figli, i nipoti. Ci sono perfino il parroco, il sindaco, e una serie di «figuranti» importanti, su cui troneggia la figura di quel grande uomo che fu Pino Dordoni, e poi gli altri atleti internazionali e nazionali, i giornalisti, gli allenatori. Dei tre primattori l'autore ci regala dettagli della loro vita anche extrasportiva, gli importanti impegni professionali, per esempio. E la famiglia, soprattutto la Famiglia, quella di cui sentiamo l'importanza, o la mancanza per i meno fortunati. Un mosaico completo, merito dell'autore, ovviamente. | |
UNA FRASE | Un capitolo è dedicato ai ricordi di dirigenti, atleti, giornalisti, ce ne sono un bel po'. Da lì ho selezionato alcune frasi che mi son piaciute in modo particolare. Fabio Monti:"Maurizio, Giorgio, Sandro. Hanno marciato (...) senza stancarsi, simbolo di quello che l'Italia pigra, approssimativa e sedentaria sa esprimere quando decide di cambiare passo e di fare le cose per bene. La serietà, la compostezza, la sobrietà, lo spirito di sacrificio sono sempre state le caratteristiche di questo triumvirato, che il mondo ci invidia. Le medaglie non cadono mai dal cielo...". Ancora Fabio:" Ricordare la loro storia serve a tenere viva la memoria storica di un popolo, che quando si impegna arriva dove gli altri possono soltanto augurarsi di arrivare". | |
ACQUISIZIONE | Omaggio dell'autore e dell'editore | |
ANNOTAZIONI | Interessanti i due inserti di fotografie, una parte nota che si riferisce ai grandi eventi, e una parte che è uscita dai cassetti dei tre fratelli. |
Il keniano bianco di Fucecchio - La carriera di Alessandro Lambruschini raccontata dal suo allenatore
SPORT | Atletica leggera | |
AUTORE | Gian Carlo Chittolini, con due appendici di Gianfranco Colasante e Raul Leoni | |
EDITORE | In proprio, stampato nel 2014 | |
CONTENUTO | È tutto riassunto nel sottotitolo: la carriera di uno dei migliori atleti che abbiamo avuto nel nostro Paese raccontata dall'uomo/allenatore che gli è stato accanto per quasi tutta la carriera. Gioie, emozioni, delusioni, contrasti, dispetti, furbate, il tutto mescolato nel «vissuto» di un'epoca che vide l'atletica leggera italiana protagonista nei grandi eventi. Chittolini mi ha portato inevitabilmente, nelle sue diciotto pagine scritte, a rividere il lungometraggio di una parte della mia vita in atletica: giornalista al «Giornale di Brescia», capo ufficio stampa alla Federazione nazionale, parentesi al Federazione mondiale, altra parentesi alla azienda FILA, e nuovamente alla massima organizzazione. Sono un testimone fortunato di una grande carriera, di cui ho perduto solo pochissimi passaggi, metre tutti gli altri li ho vissuti in diretta. E anche di questo sono grato a Gian Carlo, col quale posso perfino condividere la terra di origine: siamo due sudditi del Ducato di Parma e Piacenza. Di Alessandro Lambruschini porto con me l'immagine di un giovanotto simpatico ed educato, a modo suo toscano, non ho mai avuto problemi di rapporti personali. E gli sono grato per le gioie che mi ha fatto vivere nel mio peregrinare nell'atletica a tutti i livelli. Di tante vittorie, medaglie, primati, posso dire il famoso «Io c'ero». Ed ero un privilegiato perchè non dovevo elemosinare nulla, al contario di Gian Carlo che in certe occasioni doveva fare anticamera per avere un biglietto che gli consentisse in entrare nello stadio dove avrebbe corso il ragazzo che aveva preparato per anni. Assurdità di ottusi burocrati. | |
UNA FRASE | ||
ACQUISIZIONE | Omaggio dell'autore, con affettuosa e gradita dedica | |
ANNOTAZIONI |