A Handbook of Hammer Throwing Statistics

 


SPORT Atletica leggera 
AUTORE David A.Batchelor, Raimond H. Greenleaf, Clifford E. Larrabee 
EDITORE Track and Field News, P.O.Box 296, Los Altos, California - United States - 1956
CONTENUTO

Scrivono gli autori nella prefazione:"This Handbook is the result of an attempt to provide a single convenient source of all of the most important statistics of the hammer throw". Il libro è diviso in sei sezioni: American Amatuer, Intercollegiate, Interscholastic, Fifty-six pound Weight Throw, Thirty-five pound Weight Throw, International. 

UNA FRASE "Of all the weights, the hammer is probably the most fun to throw, because it gives the big men the chance to show both their strength and their speed. Men, who have acquired skill in this event, never lose their interest in it and often continue to compete until they reach middle age". Scrive Chester A. Jenkins, track coach della Università del Maine.
ACQUISIZIONE Donazione Rosetta e Bruno Bonomelli 
ANNOTAZIONI Il libretto di piccolo formato (sosteneva Bruno Bonomelli: i libri di atletica devono stare in tasca, uno se li porta sempre appresso quando va allo stadio) ma di consistente spessore (140 pagine) nasce in concomitanza con l'ascesa di Harold Connolly. Lo studente del Boston College, aveva iniziato la sua scalata al vertice nel 1955 stabilendo in quattro mesi e mezzo, fra il 21 maggio e l' 1 ottobre, ben cinque primati nazionali. Pensate che ancora nel luglio del 1953 il record U.S.A. apparteneva a Pat Ryan, campione olimpico 1920, con 57.77 ottenuto al Celtik Park di New York il 17 agosto 1913, quando era ancora...un cittadino irlandese! Ma la misura fu riconosciuta dagli americani come primato nazionale, ed è anche il primo record mondiale omologato dalla I.A.A.F. Una foto del giovane Connolly mette in risalto due gambe forti come sequoie. L'altra particolarità fisica è il braccio sinistro, più corto di sette centimetri rispetto al destro, questo a causa di ben cinque fratture! Fra il 1956 e il 1965 Harold migliorerà sei volte il primato mondiale, più una settima mai omologata dalla I.A.A.F. non si sa perchè. E sarà anche il primo a superare la barriera dei 70 metri nell'agosto del 1960. Salvo poi "bucare" la finale olimpica a Roma: solamente ottavo. Sarà ancora sesto nel 1964 a Tokyo.

Un capitolo straordinario inizia a pagina 6: Annual Lists of Best Performances. Dal 1876 al 1955, anno per anno, tutti i migliori risultati degli americani, performers and performances. Veramente impressionante anche ai nostri giorni. Seguono, sempre dal 1876, i campioni nazionali A.A.U., dal 1900 i campioni junior, e poi decine di campioni di College, di Club, della N.C.A.A., ecc. Curiosa anche la paginetta con la progressione del primato mondiale a partire dal 1860, naturalmente da prendere con cautela, essendo le condizioni differenti da gara a gara, da Paese a Paese. Risultati delle finali olimpiche, Liste All Time suddivise in performances and performers, campioni nazionali per alcuni Paesi e una lista di Primati nazionali per 51 Paesi. Un lavoro statistico da far impallidire i presuntuosi compilatori odierni.

Bruno Bonomelli aveva "spuntato" con una matita TUTTA la Lista All Time, segno che l'aveva comparata con altre liste. Non aggiungiamo altro.