Azzurro tenebra

SPORT Calcio 
AUTORE Giovanni Arpino 
EDITORE Giulio Einaudi - Torino 1977 
CONTENUTO Un bel romanzo di calcio, l'unico che porta la firma di un superbo scrittore come Arpino, vincitore sia del Premio Strega sia del Campiello. Pagine di un brio e di una ironia che solo riescono a chi ha il dono del saper scrivere. Arpino fu anche giornalista al quotidiano torinese "La Stampa". Grande appassionato del pallone, esercitava la sua arte anche alle partite di calcio per le pagine sportive. Questo romanzo ci immerge nel clima dei Campionati mondiali del 1974, in Germania, una edizione disastrosa per gli uomini di Valcareggi, che pure erano partiti per la Unnia con il vento favorevole dei pronostici che collocavano la nostra Nazionale fra le favorite. Dino Zoff aveva avuto persino la copertina sulla rivista statunitense "Newsweek". Fu una catastrofe: fuori al primo turno, dopo tre partite incolori. "Arp" - così nel libro - che quel disastro aveva anticipato, ce lo fa rivivere attraverso una galleria di personaggi indimenticabili: giocatori, allenatori, osservatori, giornalisti, poveri spettatori-emigranti beffati e mazziati, le atmosfere cupe di quei giorni, la vita tutt'altro che spensierata in una cittadina come Sindelfingen (ci sono stato per un campionato d'Europa di atletica in pista coperta).
UNA FRASE "Questo romanzo non ha alcuna pretesa di apparire un libro-verità, ma solo la trsposizione umorale e ambientale e naturalmente narrativa di una vicenda umana. Nel rispetto di certe verità di base, sia chiaro".

"La spedizione azzurra ai mondiali di calcio aveva affittato quella residenza (Mon Repos, la villa dove stava la spedizione italica, n.d.r.) imbottendola di giocatori, ruote di formaggio grana, unguenti e acque minerali patrie, orgogli e terrori, medici e masseurs, siringhe e sacchi di riso, vitamin e olio extravergine, sospensori e medagliette portafortuna, quarti di bue e parastinchi, vini toscani e scarpe bullonate, scatole di maccheroni, tute da lavoro da passeggio da riposo, tombole per la ricreazione, astuzie di dirigenti, congiure di centravanti, alibi di campioni al tramonto, distintivi di accompagnatori, cataste di cartoline ufficiali con ventidue e più firme a stampa, zuccheri e butirri e malizie, energetici in pillole e per endovena, appuntamenti ad ora fissa tramite il centralino internazionale, film western distensivi, menischi pericolanti, isterie e berrettini multicolori, taciute diarree e illusioni muscolari, vaselline ideologiche ed omertà coi giornalisti amici, polemiche a fil di denti e onestà solitarie. E tutto un arcobaleno di diplomatici abbracci, frasi fatte, slogan, luoghi comuni, evviva, distinguo, alibi, euforie". Stupendo, vale per ieri, oggi, domani. 

ACQUISIZIONE Comprato da Club degli Editori nel 1978, il prezzo non lo ricordo e non veniva indicato in copertina.
ANNOTAZIONI Lessi questo romanzo nell'ottobre del 1978 mentre ero ricoverato per qualche malanno alla Clinica S. Anna di Brescia, sotto le grinfie del dott. Gabriele Rosa, che, a quel tempo, esercitava la onorevole professione di cardiologo. L'ho riletto adesso, per una coincidenza (si veda il sito www.asaibrunobonomelli.it) dopo 39 anni, e, fortunatamente, non in clinica. E mi sono molto divertito. Avessimo qualcuno in atletica che ci racconta i nostril Mondiali con questa verve invece delle solite minestre sciape e acquose.

Tutti ricordano Il Mondiale di calcio 1974? Riassuntino ad uso delle memorie incerte. Italia - Haiti 3 - 1, Italia - Argentina 1 - 1, Polonia - Italia 2 - 1. A casa. I polacchi proseguirono la loro corsa, persero solo dalla Germania Ovest (altri tempi, ne esistevano due), superarono il Brasile e furono terzi, dopo i teteschi di Germania e gli olandesi del signor Cruijff. Il polacco Grzegorz  Lato fu capocannoniere (7 reti) in quella edizione. Campione olimpico nel 1972 a München, giocò per quasi venti anni nella stessa squadra, lo Stal Mielec; chiuse la carriera di calciatore in Messico. Fu eletto presidente della Federazione calcistica polacca e rimase in carica fino al 2012.