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SPORT |
Atletica leggera, ma anche molta moda e ancor più tanta simpatia, ironia, umanità. |
AUTORE |
Ottavio Missoni con Paolo Scandaletti |
EDITORE |
Rizzoli - RCS Libri S.p.a. Milano - Prima edizione: febbraio 2011 |
CONTENUTO |
Piacevolissima lettura nella quale lo sport è solo una parte, importante ma non invadente. Gli anni giovanili a Ragusa e a Zara, la scoperta del gioco, dell'agonismo, dello sport. "L'atleta Ottavio Missoni comparve in Italia durante l'estate del 1937, all'Arena di Milano, ingaggiato da un mecenate venditore di formaggi in Dalmazia, che teneva d'occhio i meglio fichi dell'atletica", scrive a pagina 29. La prima gara nel 1934, a Zara, un 800 metri. Poi, è tutto un crescendo: Gran Premio dei Giovani, Campionati italiani Seconda serie, Campionati nazionali assoluti dove corre i 200 metri, fino a quel 5 settembre 1937, all'Arena, riunione internazionale con gli americani: primo sui 400 metri in 48.8. Un ragazzo di 16 anni...Saltiamo il racconto delle altre stagioni e arriviamo al 1941, l'incontro con Luison Facelli che lo stimola a correre i 400 metri ostacoli, ma poi arriva la naja, reggimento di fanteria di stanza a Piacenza, la partenza per il Nord Africa, El Alamein, la notte del 27 ottobre 1942, la buca di una bomba e il finale con un soldato neozelandese che lo accoglie con un "Come on!" che gli vale quattro anni di prigionia "ospite di Sua Maestà Britannica". Ancora atletica, i Giochi Olimpici di Londra 1948, e poi il sodalizio con Giorgio Oberweger "a far maje" (maglie) a Trieste, poi l'incontro con Rosita, che divenne sua moglie nel 1953, la piccola maglieria a Gallarate, e infine...nascono "I Missoni", di successo in successo. |
UNA FRASE |
Pagina 9:"...la rinascita di un'autentica consapevolezza, l'orgoglio di un'identità ragusea e dalmata: perchè si sappia che Ragusa, al pari di Venezia, ha esercitato un ruolo di civilizzazione fra genti di etnia, religione, lingua diverse, e in questo riposa la sua vocazione più profonda. È l'antico spirito della «franchisia», il diritto di asilo che storicamente è stato sempre concesso a chi, con intento pacifico, intendeva stabilirsi all'interno delle mura, fosse un umile contadino slavo o un principe spodestato ed esiliato. La fusione delle culture, non la loro separazione, è infatti alla base della grandezza di Ragusa, come delle più illustri città portuali europee".
Pagina 20:"Italiani, slavi, albanesi di origine, non faceva alcuna differenza, eravamo amici, si andava a scuola, si praticava lo sport insieme".
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ACQUISIZIONE |
acquistato online su www.lafeltrinelli.it, Euro 2.65 |
ANNOTAZIONI |
Curioso: di Ottavio "Tai" Missoni non esiste una storia sportiva, voglio dire nessun cosiddetto storico-statistico si è mai cimentato in un libro sul personaggio. Per avere una biografia dove ci fosse anche la sua vicenda di atleta (cui la guerra ha rapinato due edizioni di Giochi Olimpici) se l'è dovuta scrivere.
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