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In questa Sezione pubblico e commento le nuove acquisizioni della “Collezione”, siano esse libri o riviste, ma anche poster, quadri, magliette di atleti, scarpe, numeri di gara, medaglie, francobolli, ecc., materiale che già ora è presente nelle due sale di esposizione (circa 150 metri quadrati, forse qualcosa di più che di meno), situate nell’edificio in via Monsignor Giacomo Tavernini, 35, a Navazzo, località nel Comune di Gargnano, sul lago di Garda. La “Collezione” presenta due nuclei essenziali: i Giochi Olimpici e l’atletica, ma non rifiuta certo anche altri sport, in particolare alcuni che mi hanno sempre entusiasmato, come rugby, ciclismo, tennis, pallacanestro; non manca neppure il calcio. 

Una spiegazione è dovuta. Qualcuno mi ha fatto notare che, talvolta, parlo di libri che non sono novità. Certo. Il motivo è che presento e commento solo i libri che ho davvero letto. Questo vale per le opere, diciamo così “di lettura”. È ovvio che una pubblicazione statistica non la leggo cifra per cifra, ma anche in questi casi sfoglio, conosco i contenuti, cerco di fissarli nella memoria, e questo può sempre tornare utile, soprattutto in caso di ricerca saper dove trovare quello che serve fa risparmiare un sacco di tempo. 

Il prossimo passo determinante sarebbe quello di porre mano ad un catalogo dell’esistente. Me lo ripetono in tanti, come se non lo sapessi da solo, ma dire agli altri quello che dovrebbero fare, e farlo realmente, beh, ce ne corre. Chissà che prima o poi non riesca anche ad iniziarlo. Quanto a finirlo, quien sabe?, dovrebbe darmi un aiuto determinante il buon Dio. Ma non gli ho ancora chiesto se è d’accordo. 

Un ringraziamento che sgorga dal cuore: a tutti quelli che mi hanno dato e continuano a darmi pezzi per la “Collezione”. Quando l’occhio corre sulle pareti e sugli scaffali mi sovvengono nomi, facce, amicizie, affetti, taluni perduti. Sappiate che quello che avete dato a questo angolino della memoria non andrà invece perduto.

 

Tennis - Levels of the Game, Twynam of Wimbledon, Notti insonni a Novi Sad

Pubblicato 14 Luglio 2016

 


SPORT Tennis - Titolo originale : Levels of the Game, Twynam of Wimbledon - New York 1969
AUTORE John McPhee
EDITORE Adelphi Edizioni s.p.a., Milano - 2013 - Per la collana Piccola Biblioteca Adelphi www.adelphi.it
CONTENUTO So che faccio una cosa scorrettisima ma copio brani del testo che mi spinse a comperare questo bellissimo libro. Non so chi sia l'autore, ma la presentazione del libro è un gioiellino. Io, scrivendo le mie cazzate, ho paura di rovinare il tutto.

"La traduzione di un libro di John McPhee è sempre una bella notizia....Il libro è il risultato del montaggio di due testi: Livelli di gioco...e Twynam di Wimbledon, pubblicato sul New Yorker,....collegati da un testo del curatore del libro Matteo Codignola, Notti insonni a Novi Sad...Il tutto sotto un titolo laconico....Tennis. Funziona eccome, si volta una pagina dopo l'altra e si vuole saperne di più, anche se non si è dei fan del "gioco"....Livelli di gioco è...un racconto dove la cronaca della semifinale del primo US Open della storia si alterna a flashback che illuminano di scorcio le vite dei protagonisti dello scontro - perchè di scontro si tratta: Arthur Ashe, destinato a diventare uno dei grandi di sempre, e Clark Graebner, eccellente giocatore oscurato dal genio tennistico del rivale. Ashe è nero e liberal, Graebner è bianco e conservatore. Due facce della medaglia americana. Così come Robert Twynam, responsabile dell'erba dei campi di Wimbledon è la quintessenza dello spirito britannico.... Fortuna poi vuole che McPhee trovi un perfetto compagno di doppio in Codignola: il suo testo, più che di servizio, è un omaggio."

UNA FRASE A proposito di bello scrivere. Nel testo di Codignola, il capitolo 2 è riservato ad una delle più famose riviste mondiali: The New Yorker, che è stato guidato da giornalisti che sono entrati nella leggenda, come Harold Ross, Wallace Shawn. Quest'ultimo era fissato (giustamente) sul punto di partenza di un articolo: il titolo. McPhee non riusciva a capacitarsi come il direttore di una rivista che usciva una volta la settimana potesse passare ore e ore sulla bozza di un singolo articolo. E glielo chiese, ricevendone questa risposta:"Quando si tratta di scrittura, ci vuole il tempo che ci vuole".
ACQUISIZIONE Acquisto on line su www.lafeltrinelli.it, 15 Euro
ANNOTAZIONI Qualche nota su John McPhee. Nato a Princeton, vissuto a Princeton, laureato alla Princeton University, dove anche suo padre era stato professore, e lui, in seguito, professore emerito di giornalismo. Il Time Magazine fu il suo primo giornale, poi divenne contributor al New Yorker fin dal 1965. Quattro volte finalista al Premio Pulitzer, lo vinse nel 1999. Un suo articolo sul famoso giocatore di pallacanestro Bill Bradley, allievo alla Princeton, divenne poi un libro. A Milano, dove giocò due stagioni con l'Olimpia, ex Simmenthal, le famose "scarpette rosse", non lo hanno mai dimenticato. Senatore del Partito Democratico, Bradley è stato uno dei grandissimi del basket. Nel 2014 gli hanno dedicato una statua nei giardini della Princeton University.

 

L'Équipe Magazine, 11 giugno 2016, numero in parte dedicato a Muhammad Ali

Pubblicato 08 Luglio 2016

 


SPORT Pugilato
AUTORE  
EDITORE  
CONTENUTO Il settimanale (esce il sabato) del noto quotidiano sportivo francese ha dedicato un certo numero di pagine alla figura del "più grande". Come del resto una quantità di giornali in giro per il mondo. Mi è piaciuto il "taglio" dato a questo ricordo: un paio di pezzi brevi, il racconto della sua maniera di boxare attraverso una serie di foto una più bella dell'altra, accompagnate dal giudizio di Lucien Rodriguez, campione d'Europa dei pesi massimi nel 1977, il quale dice testualmente che Cassius - Ali ha firmato la rivoluzione della boxe. A chiudere, un articolo dello scrittore francese Frédéric Roux, che ha pubblicato nel 2013 un libro con il titolo "Alias Ali". Ci sono episodi curiosi, come quello della seduta fotografica con i Beatles, a Miami, nel 1964, quando si stava preparando al match mondiale con Sonny Liston. E i molti, troppi anni di malattia, il ruolo dell'ultima moglie. Uno sguardo diverso su un uomo, un pugile, un malato, che in ogni caso è stato un grande.
UNA FRASE "Chi non ha il coraggio di prendersi dei rischi, non combinerà niente nella sua vita"
ACQUISIZIONE Acquistato in edicola
ANNOTAZIONI Di tutte le belle foto, due mi hanno emozionato: quella dell'americano Neil Leifer, scattata dall'alto, 25 metri sopra il ring, il 14 novembre 1966 all'Astrodome di Houston. Cleveland Williams, lo sfidante, al suolo, gambe e braccia spalancate, Muhammad Ali, le braccia levate in segno di trionfo, verso il suo angolo; attorno a far quadrato al quadrato le prime tre file di spettatori. Un effetto stupendo. Una foto che è culto, un mito. Questa emozionante per la bellezza fotografica, l'altra, emozionante per il momento: 5 settembre 1960, Palazzo dell'EUR a Roma, Cassius Clay solo, sul gradino del podio numero 1 , in attesa di essere incoronato campione olimpico dei pesi mediomassimi. Il che ci ricorda un particolare: chi vinceva saliva per primo sul podio e ci stava più del secondo e del terzo, non come quella ridicola pratica odierna, che vede prima il terzo, poi il secondo e infine il primo.

 

999, il numero indossato da Maurizio Damilano ai Giochi Olimpici di Barcellona 1992

Pubblicato 01 Luglio 2016

 


SPORT Memorabilia
AUTORE  
EDITORE  
CONTENUTO Il numero di "pettorale", come si usa dire in atletica, che indossò Maurizio Damilano ai Giochi Olimpici di Barcellona 1992 nella gara dei 20 km di marcia.
UNA FRASE  
ACQUISIZIONE Regalo di Maurizio in occasione della festa del mio 70esimo compleanno, "celebrazione" (e che c'era da celebrare?) avvenuta nel novembre 2015 nel mio buen retiro gardesano, fra Gargnano bordo lago e Navazzo sul monte che domina il suddetto. Adesso questo prezioso quadretto, con i suoi significati di affetto e di amicizia, fa bella mostra di sè nelle sale della "Collezione Ottavio Castellini", a Navazzo.
ANNOTAZIONI La presentazione di questo cimelio nello spazio personale riservato alla mia "Collezione" è legata ad un'altra iniziativa che trova riscontro in un sito differente, quello dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana Bruno Bonomelli. L'idea di un gruppo di amici gardesani va sotto lo slogan "Sognando Olympia", e si traduce nel ricordare l'anno olimpico con una serie di manifestazioni sportive durante tutto il 2016. In questo contesto l'A.S.A.I. ha chiesto ad atleti, italiani e stranieri che hanno partecipato ai Giochi Olimpici, di scrivere un ricordo, una riflessione, un rammarico. Dopo l'intervento di Franco Fava che ha aperto la serie, questa volta tocca a Maurizio Damilano, con uno scritto che rende perfettamente la sensibilità dell'uomo, forse più ancora che quella del campione, che pure è stato grandissimo. Chi vuole leggerlo vada su www.asaibrunobonomelli.it

 

Portachiavi olimpico, che racconta una storia

Pubblicato 22 Giugno 2016

 


SPORT Memorabilia
AUTORE  
EDITORE  
CONTENUTO Fotografia, faccia e retro, del portachiavi della camera, nella palazzina del Villaggio Olimpico riservata all'Italia, che Franco Fava occupò durante i Giochi Olimpici a München nel 1972,  oggetto che si tenne al momento di lasciare il Villaggio. La palazzina che alloggiava gli azzurri si trovava in Connollystrasse, dal nome del grande martellista statunitense, campione olimpico a Melbourne nel 1956, primo specialista a superare i 68 metri, poi i 70 e infine i 71. Harold, che tutti chiamavano Al, rimase famoso anche per la storia d'amore e il matrimonio con la cecoslovacca Olga Fikotova, discobola. In piena "Guerra fredda" un americano che sposa una cecoslovacca, roba da "Grand'Hotel" all'epoca! Un oggetto, il portachiavi, che Franco ha custodito, fra tanti altri cimeli e curiosità, a testimonianza di una fra le più interessanti e variegate carriere di un atleta "giramondo", curioso, intelligente, sempre pronto a salire su un aereo per andare in qualsiasi parte del globo. O su una Citroën 2 CV per sfidare montagne di neve a Capo Nord (Norvegia, attraversando tutta la Finlandia) nel mese di marzo del 1978, pieno inverno alla punta estrema d'Europa, partendo da Treviso dopo aver vinto il suo quinto titolo di corsa campestre. 
UNA FRASE  
ACQUISIZIONE Dono di Franco Fava alla "Collezione" in occasione di una riunione di campioni dell'atletica e amici a Gargnano e a Navazzo nel novembre 2015.
ANNOTAZIONI Nell'ambito del progetto "Sognando Olympia", nato in questo anno del Signore 2016, sulla riva bresciana del lago di Garda, che sta coinvolgendo molte e diverse realtà sportive locali, e anche non locali, è nata l'idea di pubblicare contributi scritti di atleti che hanno partecipato ai Giochi Olimpici, e alcuni hanno anche vinto medaglie, fino all'oro. Apriamo questa serie di scritti, di sicuro interesse, con il testo di Franco Fava. In questo caso, creiamo un "gemellaggio" fra questo sito e quello dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana Bruno Bonomelli. Entrando su questo indirizzo www.asaibrunobonomelli.it potrete leggere l'esperienza di Franco a München, la sua prima Olimpiade, la seconda fu quattro anni più tardi a Montréal. Buona lettura!

 

Adolfo Consolini e Beppe Tosi: i campioni della simpatia

Pubblicato 17 Giugno 2016

 


SPORT Atletica leggera
AUTORE Marco Martini
EDITORE Marco Martini per l'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli" - Grafica e stampa Digitalialab srl, Roma - Finito di stampare nel mese di ottobre 2015
CONTENUTO Vi rimandiamo al sito Internet dell'A.S.A.I. Bruno Bonomelli per leggere un commento su questo bellissimo libro www.asaibrunobonomelli.it
UNA FRASE "...più il tempo trascorre più l'ambiente sportivo evidenzia trasformazioni che fanno accrescere la nostalgia verso esempi quali Tosi e Consolini".
ACQUISIZIONE Omaggio dell'autore 
ANNOTAZIONI Raramente un libro riunisce in sé tanti ingredienti su cui domina, in questo caso, la figura dei due giganti. Insieme a loro sfilano comprimari e comparse, con annotazioni che arricchiscono la conoscenza  di una epoca;  vi piace la parte numerica del nostro sport? eccovi accontentati: meticolose statistiche corredano le carriere. La tecnica: ma i nostril usavano i pesi o no? Trovate la risposta in un capitolo che nessuno aveva ancora scritto. E la parte iconografica? Solo quella vale abbondantemente il tempo che serve per sfogliare le 144 pagine. Se volete imparare qualcosa o se volete arricchire la vostra cultura  atletica, ecco, questo è il libro che fa per voi.

 

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