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In questa Sezione pubblico e commento le nuove acquisizioni della “Collezione”, siano esse libri o riviste, ma anche poster, quadri, magliette di atleti, scarpe, numeri di gara, medaglie, francobolli, ecc., materiale che già ora è presente nelle due sale di esposizione (circa 150 metri quadrati, forse qualcosa di più che di meno), situate nell’edificio in via Monsignor Giacomo Tavernini, 35, a Navazzo, località nel Comune di Gargnano, sul lago di Garda. La “Collezione” presenta due nuclei essenziali: i Giochi Olimpici e l’atletica, ma non rifiuta certo anche altri sport, in particolare alcuni che mi hanno sempre entusiasmato, come rugby, ciclismo, tennis, pallacanestro; non manca neppure il calcio. 

Una spiegazione è dovuta. Qualcuno mi ha fatto notare che, talvolta, parlo di libri che non sono novità. Certo. Il motivo è che presento e commento solo i libri che ho davvero letto. Questo vale per le opere, diciamo così “di lettura”. È ovvio che una pubblicazione statistica non la leggo cifra per cifra, ma anche in questi casi sfoglio, conosco i contenuti, cerco di fissarli nella memoria, e questo può sempre tornare utile, soprattutto in caso di ricerca saper dove trovare quello che serve fa risparmiare un sacco di tempo. 

Il prossimo passo determinante sarebbe quello di porre mano ad un catalogo dell’esistente. Me lo ripetono in tanti, come se non lo sapessi da solo, ma dire agli altri quello che dovrebbero fare, e farlo realmente, beh, ce ne corre. Chissà che prima o poi non riesca anche ad iniziarlo. Quanto a finirlo, quien sabe?, dovrebbe darmi un aiuto determinante il buon Dio. Ma non gli ho ancora chiesto se è d’accordo. 

Un ringraziamento che sgorga dal cuore: a tutti quelli che mi hanno dato e continuano a darmi pezzi per la “Collezione”. Quando l’occhio corre sulle pareti e sugli scaffali mi sovvengono nomi, facce, amicizie, affetti, taluni perduti. Sappiate che quello che avete dato a questo angolino della memoria non andrà invece perduto.

 

Lo sport tradito - 37 storie in cui non ha vinto il migliore

Pubblicato 25 Luglio 2019

SPORT Tanti, e tutti traditi purtroppo
AUTORE Daniele Poto, giornalista, scrittore e ricercatore, si occupa di legalità, socialità, sport e gioco d'azzardo. Sempre con soggetto sportivo e collegamenti con la malavita, nel 2010, ha dato alle stampe il volume «Le mafie nel pallone». Ho avuto rapporti amichevoli e professionali quando, in qualità di Capo ufficio stampa per la Federazione italiana di atletica leggera, lavoravo a Roma e Daniele faceva parte della redazione romana del quotidiano «Tuttosport».
EDITORE Edizioni Gruppo Abele - Torino - Finito di stampare nel gennaio 2019 - www.edizionigruppoabele.it 
CONTENUTO Trentasette, appunto, io le definirei storiacce più che storie di tanti sport differenti che ormai ha dimenticato l'etica nella quale - tanti, molti, milioni di persone, io compreso - abbiamo creduto tenacemente. Tutto sacrificato sull'altare sconsacrato del business, business, business, a tutti i costi, sempre e comunque. Nessuna attività sportiva ne è immune: un tanfo maleodorante si leva dal calcio alla pallacanestro, dal ciclismo all'atletica, dal nuoto al tennis, dal pugilato al sollevamento pesi. Il mito dei Giochi Olimpici? Ma quale mito! Solo per i pirla come me, che ne ho vissute, da dentro e da vicino molto vicino, dieci. Stupido illuso. Di alcune vicende trattate con dovizia di documentazione dall'autore ne ho vissute parecchie in prima persona (vuoi perchè giornalista, vuoi perchè dirigente di federazioni nazionali o internazionali). Tutte le storiacce dell'atletica raccontate da Daniele le conosco abbastanza bene: doping, passaporti falsi, date di nascita false, titoli mondiali giovanili assegnati ad atleti che invece di 17 anni ne avevano 23. Non ho mai visto uno straccio di cosiddetto dirigente federale far volare i tavoli di fronte a evidentissimi imbrogli. Mugugni, mugugni, e niente altro, e sempre sottovoce per non farsi sentire. Secondo voi è successo qualcosa, pur in presenza delle prove pur schiaccianti? Han tutti girato la testa altrove, e sono rimasti saldamente aggrappati ai loro hotel 5*****, ai loro voli in business class, ai loro bei grassi rimborsi. Squallidi personaggi che rubano a man salva, che fanno mercimonio di tutto, pensate che nell'ultimo capitolo Daniele ci racconta del mercato di promozioni a master negli scacchi. Negli scacchi, avete capito giusto.
UNA FRASE Il libro è tutto da leggere. Ho preso alcune righe dal capitolo 16 che si intitola «Chi è Gafur Rakhimov?». Questo individuo uzbeko è stato presidente della Federazione internazionale di pugilato, da un paio d'anni è al centro di uno scandalo colossale di questo sport. Sentite questa, da pagina 90 del libro:«Secondo una nota emessa dal Dipartimento del tesoro americano è uno dei più pericolosi criminali del suo Paese che, partendo dalle estorsioni e dai furti d'auto, si è fatto coinvolgere in larga scala nel traffico di eroina e cocaina...i suoi beni sul territorio americano sono stati congelati». Gli americani farebbero bene ad occuparsi delle vergogne di casa loro: la signora Marion Jones ha fatto un danno incalcolabile all'atletica tanto quanto il doping dei russi. Oppure farebbero altrettanto bene ad occuparsi che gli abusi sessuali sulle ragazzine di certe nazionali non siano una abitudine, come pare. Ce n'è per tutti, come vedete.
ACQUISIZIONE omaggio dell'autore
ANNOTAZIONI Una sola, finale, sempre da una frase del libro:«I grandi dirigenti dello sport mondiale, i grandi manovratori delle candidature, si comportano, né più né meno, come dei mafiosi». E quelli che dovrebbero controllare la legalità, si accorgono sempre dopo, mettono in scena processi farsa, poi, dopo anni, tutto finisce a tarallucci e vino. Non esiste memoria nello sport. Mi vengono in mente i nomi e rivedo le facce (foderate di pelle di culo) di certi individui che chiedevano a me parlando di una certa situazione:«Ma tu l'avresti detto che il tale in tutti questi anni ha rubato?». Pagliacci senza dignità e morale.

 

Olympia 1936, Berlino e Garmisch-Partenkirchen

Pubblicato 22 Luglio 2019

SPORT Giochi Olimpici 1936, estivi e invernali
AUTORE Pet. Cremer 
EDITORE Standard - Seifen - Und Glyzerin - Werke - Düsseldorf - Heerdt
CONTENUTO Fra brevi testi in lingua tedesca, ovviamente, e stampati con caratteri antichi molto di moda nel XIX e XX Secolo per libri e giornali  (si chiamava Fraktur, nero, denso, cupo), disegni e piccole fotografie non stampate ma appiccicate nelle pagine (ho altre pubblicazioni che hanno questa peculiarità, sembrano gli album delle figurine Panini), si rivedono , come in un breve filmato, personaggi e momenti agonistici di quella XI edizione dei Giochi estivi e IV di quelli invernali. Le pagine non sono tante, la carta spessa, pesante. Una pubblicazione che non avevo mai visto, neppure nelle biblioteche che ho frequentato. Sicuramente esiste in Germania, ma la mia nulla conoscenza del tedesco non mi ha mai portato in istituti culturali tedeschi. Le foto hanno un taglio neppure tanto nazionalistico...e marziale. In apertura del libro una foto che non poteva mancare: un semisorridente individuo con un paio di baffetti «a mosca»...Ho ritrovato anche alcuni dei protagonisti italiani di quei Giochi: Mario Lanzi e Luigi Beccali, Ondina Valla e Claudia Testoni, Silvano Abbà, Giulio Gaudini e Giorgio Bocchino, la Nazionale di calcio che vinse il titolo olimpico, e, per finire, la pattuglia militare italiana, formata da quattro sciatori, che vinse la gara dimostrativa per questa disciplina: i quattro erano tutti alpini, Enrico Silvestri, Luigi Perenni (si chiamava in realtà Alois Prenn ma in base a quella idiozia tutta fascista di italianizzare i nomi gli imposero il cambio), Stefano Sertorelli e Sisto Scilligo.
UNA FRASE  
ACQUISIZIONE Un dono del mio amico Jean Pierre Durand, attento «esploratore» di mercatini dell'usato, in Francia, sua patria, ma anche in tutta Europa, alla ricerca di antichi apparecchi fotografici, lui che è uno dei più bravi fotografi di atletica leggera. Ma non si dimentica di curiosare anche fra libri e cimeli sportivi per me. E me ne ha trovati parecchi.
ANNOTAZIONI Davvero una bella collezione di foto, piccole nelle dimensioni ma di qualità eccellente, nitide, contrastate. Parecchie non le avevo mai viste, nonostante possegga nella mia libreria un buon numero di pubblicazioni su quella edizione dei Giochi. Intercalate anche pagine di fotografie generiche: gli impianti, la sfilata dello squadrone tedesco in tenuta bianca, di un bianco abbagliante, il tripode con la fiamma, e l'ultima del tabellone che a conclusione della cerimonia di chiusura annuncia l'edizione dei Giochi del 1940 a Tokio, edizione che non si farà mai. A chiusura del libro due pagine di Ehrentafel, l'albo d'onore con tutte i medagliati, sia di Berlino che di Garmisch-Partenkirchen.

 

Annuario dello sport 1952

Pubblicato 14 Luglio 2019

SPORT Tutti quelli praticati in Italia in quell'anno 1951, c'è anche il baseball che proprio nel 1951 inaugura il suo prima campionato nazionale di Serie A a dodici squadre e uno di Serie B; lo scudetto al Nettuno.
AUTORE a cura di Ugo Toffaletti, raccolta e revisione risultati e dati tecnici di Giorgio Sali
EDITORE Edizione S.E.S.S., supplemento de «La Gazzetta dello Sport» - Finito di comporre coi tipi e le veline dello Stabilimento de «La Gazzetta dello Sport» il 31 dicembre 1951 - Stampa presso le Arti Grafiche Amilcare Pizzi S.A., Milano
CONTENUTO "«La Gazzetta dello Sport» riprende dopo dieci anni d'interruzione la serie dei sui Annuari...La presente rassegna annuale, nuovo pilastro della storia dello sport, è il rendiconto, lo specchio della multiforme attività sportiva svolta non solo in Italia nell'annata decorsa...". Son le prime righe dell'articolo di presentazione titolato «Trampolino per Helsinki» firmato da Giuseppe Ambrosini, scritto che si chiude con una foto della triade imperante sullo sport di allora: il conte Alberto Bonacossa, Giulio Onesti e Giulio Andreotti. Gianni Brera firma un articolo...a modo suo, e lo titola «Vincere non importa (ed è bello dirlo...». La frase la riporto qui sotto. Brera e Ambrosini erano condirettori del giornale in quel momento. Una sviolinata ai reggitori dello sport nazionale, subito dopo:«Nelle salde mani del C.O.N.I. il governo dello sport italiano». Altra foto di Onesti e Andreotti, coppia inossidabile. Un omaggio alle iniziative organizzative del giornale per lo sport giovanile precede la lunga rassegna riassuntiva, testi e foto, dei vari sport: aeronautica, alpinismo, atletica leggera (firmato da Gian Maria Dossena), fino a chiudere con la vela, corredata, fra le altre, da una foto con Tino Straulino e Nico Rode, che ai Giochi 1952 vinceranno il titolo olimpico nella Classe Star con la barca «Merope».

A pagina 167, una foto di un bel giovanotto, napoletano, nato Carlo Pedersoli, ma universalmente conosciuto come Bud Spencer. Carlo fu il primo nuotatore italiano a scendere sotto il minuto sui 100 metri stile libero: 58.9 a Genova il 28 aprile. Vinse anche il titolo italiano e fu secondo (100 s.l. e staffetta 3 x 100 mista) ai Giochi del Mediterraneo, ad Alessandria d'Egitto.

Ciclismo: fra i vari campionati nazionali su strada esisteva una prova a squadre per allievi; nel 1951 il successo arrise al quartetto Ogna-Cressari-Botti-Regonini della A.S.Erbitter Gavardo (provincia di Brescia). Beppe Ogna conquistò poi, nel 1956, la medaglia di bronzo olimpica nel tandem, in coppia con Cesare Pinarello. L'anno prima aveva vinto l'oro nello sprint ai Campionati del mondo. Ogna se ne è andato nel 2010.

UNA FRASE Dallo scritto di Gianni Brera. "L'Olimpiade è una sintesi stupenda dello sport mondiale. Potrò commovuermi ed esaltarmi se vince un atleta del mio Paese, ma non per questo verrò meno ai miei doveri di equità e di fair play se è uno straniero ad imporsi. L'impresa sportiva è bella di per sè...del resto, alla base della rinascita olimpica, è proprio il concetto morale espresso da De Coubertin: che vincere non importa, ma sì lealmente lottare. Vincere non importa. Questo si dice ed è bello dire. Ma ancor più bello è vincere".
ACQUISIZIONE Regalo del mio amico Alberto Zanetti Lorenzetti
ANNOTAZIONI La copertina dell'Annuario (prezzo di vendita 500 lire) fu disegnata da Mario Bazzi, bolognese, illustratore e pittore (da quanto ho letto, le sue opere appartengono alla Fondazione CARIPLO). Copertina dedicata ad Adolfo Consolini, sullo sfondo dello Stadio Olimpico di Helsinki; a sinistra la famosa torre sulla cui misura (72 metri e 71 centimetri tanto si è favoleggiato). Consolini salirà ancora sul podio, secondo stavolta, preceduto da Sim (sta per Simeon) e davanti ad altri due americani, Dillion e Gordien. Se volete vedere uno spezzone di quella finale entrate su questo indirizzo. Dalle letture di cui ho (ancora...) memoria, una singolare: il baby Simeon quando nacque pesava oltre 6 chili! Era originario dell'Oklahoma, poi con la famiglia si trasferì in California, e lì, nella High School di Tulare giocò nella squadra di football con un altro campione olimpico, Bob Mathias, due ori, il primo a Londra '48 e il secondo proprio nella capitale finlandese, nella regina delle discipline, il decathlon. Nel 1955, Iness ebbe anche una esperienza cinematografica, nel filmone storico «Lady Godiva», protagonista Maureen O'Hara. Ci crediate o no, seppure per pochi secondi compare anche Clint Eastwood. Iness, nato nel 1930, morì nel 1996.

Uno sguardo agli autori degli articoli dei singoli sport, dove troviamo firme importanti del giornalismo sportivo italiano. Felice Palasciano firmò l'atletica pesante, Giovanni Canestrini (uno degli ideatori della «Mille Miglia») l'automibilismo, Rino Negri e Mario Fossati il ciclismo, Luigi Gianoli l'ippica, Giorgio Fattori la pallacanestro, Edoardo Mangiarotti la scherma (quell'anno vinse il titolo mondiale di spada), Rolly Marchi lo sci. Un aggancio personale: l'articolo di tennis porta la firma di Umberto Mezzanotte, che negli anni che ho speso nella redazione sportiva del «Giornale di Brescia» fu ingaggiato, Dio sa da chi, come collaboratore per il tennis. Competentissimo, per carità, ma con un difettuccio: non scriveva mai meno di 200 righe, e non c'era verso di fargli capire che il nostro era un quotidiano non una rivista mensile, con spazi diversi, e inoltre che i nostri lettori si interessavano molto di più al torneo scapoli - ammogliati del Rimbalzello o di Sale Marasino, che non di quello di Yokohama o di Winston - Salem. E se gli tagliavi una riga, apriti cielo. Istorie di un tempo che fu.

L'abatino Berruti - Scritti sull'atletica leggera

Pubblicato 03 Luglio 2019

SPORT Atletica leggera 
AUTORE Florilegio di articoli di Gianni Brera, raccolti e ordinati da Sergio Giuntini, che ha curato anche la introduzione. Postfazione di Paolo Brera, il terzo figlio di Gianni, morto quest'anno, nel mese di febbraio, stroncato da un infarto mentre era nella metropolitana a Milano.
EDITORE BookTime - www.booktime.it - Finito di stampare da Tecnostampa, San Giustino (PG), nel mese di agosto 2009. 
CONTENUTO Giuntini ha raccolto parte degli scritti di Brera e li ha suddivisi con questo criterio: Le origini (scritti sulla «Gazzetta» dell'anno 1945); Ai Campionati Europei a Oslo (agosto 1946); Alle Olimpiadi con la Rosea (ancora scritti sulla «Gazzetta», 1948 e 1952); L'Abatino Berruti (Il Giorno, 1956 - 1972); La Repubblica 1984 - 1987 - 1988; Pagine sparse. 
UNA FRASE «Gianni Brera in atletica ha addirittura inventato un nuovo tipo di giornalismo», lo scrisse Gualtiero Zanetti, direttore della «Gazzetta dello Sport», in un saggio sul giornalismo sportivo.
ACQUISIZIONE Omaggio del curatore, con sua dedica.
ANNOTAZIONI Non ho esitazioni nell'affermare che il professor Sergio Giuntini è la persona che ha la conoscenza più approfondita della vita e dell'opera di Gianni Brera. Questo libro ne è palpabile testimonianza, ma dovreste leggere anche i molti altri saggi che Sergio ha scritto sull'uomo di San Zenone Po, non ultimi quelli apparsi sulle pubblicazioni dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana Bruno Bonomelli, visitare il sito http://www.asaibrunobonomelli.it. Consiglio la lettura di questo libro, non nuovo ma tanto è sempre attuale, a tutti coloro che vogliono bearsi del bello scrivere, a coloro che vogliono imparare come si scrive di sport, a coloro, ammesso che ce ne siano ancora, che vogliono conoscere qualcosa di più di questo meraviglioso sport...finchè esiste. Affrettatevi.

 

Il fascino della maglia - Azzurri, azzurrini ed altre storie

Pubblicato 25 Giugno 2019

SPORT Atletica leggera 
AUTORE Edoardo Giorello e Pasquale Buongiorno
EDITORE in proprio, stampato e allestito in Genova - Dicembre 2018
CONTENUTO Lo dice il titolo, non serve aggiungere altro: atleti liguri che hanno vetisto quella maglietta color azzurro, che ha sempre contraddistinto le nostre Nazionali di atletica, e di tutti gli altri sport, prima dell'imbastardimento ideato da sponsor e grafici. Era un traguardo, era...lo è ancora? Speriamo.
UNA FRASE  
ACQUISIZIONE omaggio degli autori
ANNOTAZIONI Se passassi in rassegna gli scaffali di quella che ho chiamato la mia «Collezione», la biblioteca che adesso occupa tre piani di un edificio ubicato in un pequeño pueblo che si chiama Navazzo, a metà della costa bresciana del lago di Garda, sicuramente scoprirei che Edoardo Giorello è uno degli «scrittori di atletica» più prolifici nel panorama della pubblicistica nazionale del nostro sport. Di lui ho compilazioni statistiche risalenti agli anni '60, all'epoca della nostra antenata storico - statistica A.I.S.A.L.; oppure delle pubblicazioni della società Amatori Atletica Genova. Ma non solo questo. Edoardo ha dei meriti che, a mio modo di concepire le cose, lo pongono in una classifica speciale. La prima: le sue pubblicazioni, i suoi quaderni, se li è sempre curati, pubblicati e pagati, in proprio. Se penso a certe sanguisughe che da decenni stanno attaccate a enti, federazioni e associazioni, cui spillano quattrini...ecco, in questo Edoardo è un «anarchico dell'atletica». La seconda: Edoardo ha sempre orientato la sua ricerca all'atletica della sua citttà e della sua regione, Genova e la Liguria. Quando vedo compilatori che dedicano (sprecano) tempo ed energie per mettere insieme liste mondiali che già altri, in giro per il mondo, redigono meglio e con ben altri mezzi a disposizione, me ve de rider. A parte che l'informatica ha appiattito tutto, sia la ricerca sia il gusto di sapere, di investigare sui risulati, ma che investigare, oggi quello che conta è...un tanto al chilo, si butta dentro con il badile, e io sono più bravo perchè ho 12 risultati più di te, gli stessi 12 che tu metterai domani o perchè li copii da me o perchè li trovi anche tu sul sito del College di Roccacannuccia. Edoado Giorello, e le persone che lo aiutano su singoli progetti, sono di diversa formazione. In chiusura, una domanda: si sarnno accorte le istituzioni sportive liguri di questi lavori che è un onore chiamare artigianali?

 

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