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In questa Sezione pubblico e commento le nuove acquisizioni della “Collezione”, siano esse libri o riviste, ma anche poster, quadri, magliette di atleti, scarpe, numeri di gara, medaglie, francobolli, ecc., materiale che già ora è presente nelle due sale di esposizione (circa 150 metri quadrati, forse qualcosa di più che di meno), situate nell’edificio in via Monsignor Giacomo Tavernini, 35, a Navazzo, località nel Comune di Gargnano, sul lago di Garda. La “Collezione” presenta due nuclei essenziali: i Giochi Olimpici e l’atletica, ma non rifiuta certo anche altri sport, in particolare alcuni che mi hanno sempre entusiasmato, come rugby, ciclismo, tennis, pallacanestro; non manca neppure il calcio. 

Una spiegazione è dovuta. Qualcuno mi ha fatto notare che, talvolta, parlo di libri che non sono novità. Certo. Il motivo è che presento e commento solo i libri che ho davvero letto. Questo vale per le opere, diciamo così “di lettura”. È ovvio che una pubblicazione statistica non la leggo cifra per cifra, ma anche in questi casi sfoglio, conosco i contenuti, cerco di fissarli nella memoria, e questo può sempre tornare utile, soprattutto in caso di ricerca saper dove trovare quello che serve fa risparmiare un sacco di tempo. 

Il prossimo passo determinante sarebbe quello di porre mano ad un catalogo dell’esistente. Me lo ripetono in tanti, come se non lo sapessi da solo, ma dire agli altri quello che dovrebbero fare, e farlo realmente, beh, ce ne corre. Chissà che prima o poi non riesca anche ad iniziarlo. Quanto a finirlo, quien sabe?, dovrebbe darmi un aiuto determinante il buon Dio. Ma non gli ho ancora chiesto se è d’accordo. 

Un ringraziamento che sgorga dal cuore: a tutti quelli che mi hanno dato e continuano a darmi pezzi per la “Collezione”. Quando l’occhio corre sulle pareti e sugli scaffali mi sovvengono nomi, facce, amicizie, affetti, taluni perduti. Sappiate che quello che avete dato a questo angolino della memoria non andrà invece perduto.

 

Centenario de carreras oficiales en Bizkaia

Pubblicato 19 Marzo 2018

SPORT Atletismo
AUTORE Dìmas Ramos Lansorena, personaggio multiforme: mezzofondista con predilizione per il cross (vari titoli nazionali junior in pista, una partecipazione al Campionato mondiale militare di cross nel 1960), ma anche ciclismo, calcio, pallamano, hockey; poi allenatore, dall'atletica al calcio, dall'hockey  alla pallacanestro. E molto altro ancora.
EDITORE Federación Atlética Vizcaina y Asociación Española de Estadísticos de Atletismo - 2014
CONTENUTO Le corse pedestri, cross soprattutto, in cento anni di atletica nei Paesi Baschi. Interessante, senza dubbio. Purtroppo, come un po' ovunque, fra il momento della pubblicazione di questo libro e la realtà attuale il cross è in caduta libera, e non solo il cross. Resteranno i libri, almeno, come questo, anche se purtroppo non un esempio di accuratezza. Servirebbe maggiore attenzione.

Da quelle parti di cross se ne è sempre corso tanto. Mitici per anni furono Amorebieta e Lasarte, dove confluivano i grandi specialisti europei, e poi quelli africani. Quando li avevamo anche qualche italiano che faceva la sua bella figura.  Terre, queste del Nord Ovest della Spagna, che ospitarono anche grandi manifestazioni come il "Cross delle Nazioni". Tre volte a San Sebastian: 1955, 1963 e 1971, e per tre volte vittorie individuali di marca England: Sando, Fowler e Dave "Crazy Horse" Bedford. Poi, quando al "Nazioni" fu cambiato nome e lo si volle IAAF World Cross Country Championships, è il terreno di Jaureguibarria, ad Amorebieta, che fa da scenario alla edizione 1993. Era il 28 marzo, esattamente novanta anni prima era nato, in Scozia, il "Cross ICCU", poi "Nazioni". Posso dire "Io c'ero" - nel 1993, non nel 1903...-  ed era pure il mio compleanno. Assistetti al grande trionfo dei kenioti: i primi cinque, William Sigei, Dominic Kirui, Ismael Kirui, Moses Tanui, Ezequiel Bitok, decimo Paul Tergat. Primo degli italici calpestatori di zolle, Paolo Donati, cinquantunesimo, Lambruschini 126esimo, Modica e Baldini ritirati. I giornalisti rimasero su una strada dentro ad un autobus per un bel po': era scattata un allarme bomba, erano anni complicati lassù.

UNA FRASE  
ACQUISIZIONE Regalo de mi amigo Carlos Fernández Canet a la "Collezione"
ANNOTAZIONI Non ho letto tutto il libro, ma quanto mi basta per dire che è impressionante la quantità di errori di stampa sui nomi stranieri sia di persone che di località. Non ci fa una bella figura nè l'autore nè l'Associazione degli statistici spagnoli, che ha posto la sua "firma" sul lavoro. Sarebbe molto meglio evitare tutto 'sto inutile bla bla di saluti, presentazioni e prologhi, e correggere con attenzione i testi. Purtroppo è un malvezzo molto diffuso ovunque.

 

Correre

Pubblicato 17 Marzo 2018

SPORT Atletica leggera
AUTORE Jean Echenoz, che ha ricevuto il Prix Goncourt nel 1999, il premio letterario francese più prestigioso, creato nel 1903.
EDITORE Pubblicato nel 2008 da Le Éditions de minuit www.leseditionsdeminuit.fr, casa editrice francese creata nel 1941 a Parigi durante l'occupazione nazista. Prima edizione italiana nel 2009  per Adelphi Edizioni s.p.a. Milano - Prima edizione nella collana "Gli Adelphi": giugno 2014. Traduttore Giorgio Pinotti il quale si è avvalso "dei preziosi consigli" di Giorgio Rondelli.
CONTENUTO "I tedeschi sono entrati in Moravia.Sono arrivati a cavallo, in macchina, in motocicletta, in camion, ma anche in carrozza...". "I sovietici sono entrati in Cecoslovacchia. Sono arrivati in aereo e su carri d'assalto. Prima con un volo Aeroflot...poi con altri veivoli, caccia Mig e giganteschi Antonov An-12 che recano impressa la stella rossa...". Storia di una vita racchiusa fra due invasioni, è la storia di Emil "...un ragazzone biondo dal viso triangolare, piuttosto bello, piuttosto tranquillo e che sorride sempre, e allora gli si vedono i dentoni. Ha gli occhi chiari, la voce in falsetto e una pelle bianchissima che non sopporta il sole...". È la storia de Emil "...il mese prossimo compirà quarantasei anni. È sempre un bell'uomo nonostante la calvizie, sempre aperto, sempre molto calmo anche se stasera, contrariamente alle abitudini, non sorride. Stasera non gli si vedono i dentoni". È la storia di Emil, che tutti noi conosciamo com Zátopek, ma per Echenoz è sempre e solo Emil. Non ci sono raffiche di tempi, uno solo, quasi di forza, nella storia della sua partecipazione ai campionati delle forze alleate a Berlino, lui unico atleta dell'esercito cecoslovacco. Una storia nella storia tutta da leggere. Un uomo mite, che di corsa ha realizzato ciò che non è riuscito a nessun altro. Ci si innamora di Emil, ci si commuove. Anche senza una abbuffata di tempi di passaggio e primati.
UNA FRASE Emil non Zátopek. Echenoz scrive a pagina 97:"Un cognome, Zátopek, che non diceva niente, che era solo un buffo cognome, e ora echeggia universalmente in tre sillabe mobili e meccaniche, implacabile valzer a tre tempi, rumore di galoppo, rombo di turbina, ticchettio di bielle o di valvole ritmato dal k finale, preceduto dalla z iniziale che già schizza via: fai zzz e in un attimo schizza via, come se questa consonante fosse uno starter".
ACQUISIZIONE acquistato sul sito lafeltrinelli.it, Euro 8.50
ANNOTAZIONI Dio, che meraviglia se tutti scrivessero di atletica in questo modo! Forse questo sport avrebbe qualche appassionato in più  dei soliti quattro gatti integralisti del millesimo di secondo al tempo di passaggio ai 278 metri o del millimetro nel salto triplo. È un romanzo, non è storiografia dell'atletica, siamo d'accordo, ma ormai di storie del nostro sport ne sono state scritte a bizzeffe e alla fine sono quasi tutte uguali. Adesso avremmo bisogno di storielle umane, di scrittori più che di statistici, di qualcuno che sappia divertire i lettori piuttosto che annoiarli. E questo libro del francese Echenoz si legge d'un fiato, ne esce un ritratto vivo, umano, dove anche gli sbuffi della "Locomotiva" non sono più l'effetto della fatica bestiale ma di "uno sforzo irrisorio" (pagina 53).

Mi dicono che sono già stato denunciato al Tribunale della Santa Inquisizione Atletica per eresia e che, quasi sicuramente, verrò messo al rogo per quello che ho scritto.

 

Annuario sportivo dei Giovani Fascisti e delle Giovani Fasciste - Anno XV

Pubblicato 02 Marzo 2018

SPORT Vari 
AUTORE  
EDITORE Allegato alla Rivista "Prealpi", N.2 marzo 1938 - Anno XVI - della Federazione dei Fasci di Combattimento di Varese, dedicata all'Annuario sportivo dei Giovani Fascisti e delle Giovani Fasciste - Anno XV - Editrice Società Editoriale Varesina
CONTENUTO Risultati completi di tutti gli sport che facevano parte del programma di quella edizione dei Campionati della Gioventù Italiana del Littorio (G.I.L.): atletica leggera, corsa campestre, nuoto, traversata del Po, canottaggio, pugilato, lotta greco-romana, scherma, ciclismo, motociclismo Coppa Terra del Duce, pallacanestro, calcio, rugby, ginnastica, tiro a segno, sport invernali. Per le Giovani fasciste: atletica leggera, nuoto, scherma, pallacanestro, ginnastica, tiro a segno, tennis, pattinaggio a rotelle, sport invernali.
UNA FRASE "Sport di massa: questa è la divisa della organizzazione, e la massa ha veramente partecipato compatta, disciplinata e, quello che più conta nel campo puramente sportivo, ha ottenuto dei risultati tecnici sorprendenti e superiori ad ogni previsione più ottimistica. Con l'atletica leggera, nell'Anno XIV, si era giunti alla soglia del milione; quest'anno la cifra dei partecipanti si avvicina al milione e trecentomila". 
ACQUISIZIONE Lascito Rosetta e Bruno Bonomelli 
ANNOTAZIONI Curiosando tra i vari risultati si individuano nomi di ragazzi e ragazze che negli anni successivi saranno campioni dello sport italiano.

 

 

L'uomo locomotiva Achille Bargossi, autobiografia e memorie

Pubblicato 27 Gennaio 2018

SPORT Sport pedestre nel Secolo XIX
AUTORE Achille Bargossi, figlio della "forte e patriottica Romagna". 
EDITORE Tipografia Fratelli Gherardi - Forlì - 1882
CONTENUTO Lo lascio descrivere al bravo Achille. "Nato di popolo...trascorsi la prima giovinezza contrastando all'avversa fortuna un tozzo di pane onorato. Lavorai prima di vivere...". "Accingendomi a parlare della prima prova pubblica da me sostenuta, mi sento vivamente commosso. Si fu il giorno 21 agosto 1873. Scrivo oggi per la prima volta questa data, eppure non m'è mai uscita dalla memoria. Gli è che io annettevo importanza grandissima a quel primo esperimento in un esercizio, fin allora da tanti trascurato. Si trattava di provare fin dove può spingersi la resistenza dei garretti d'un uomo. In quel giorno adunque io ero entrato...".
UNA FRASE L'incipit:"Non è senza trepidazione ch'io mi decido a render pubbliche queste mie «Memorie» per mezzo della stampa. Nè a questo sarei venuto, se la dolce insistenza degli amici ed anche di autorevoli personaggi che mi onorano della loro benevolenza, non mi vi avesse costretto. Egli è ben certo che queste povere pagine non potranno piacere a coloro che non apprezzano quei sentimenti nobili e generosi, i quali, come il ben inteso amor proprio, il patriottismo sincero e la volontà di crescer lustro al proprio paese, possono fare di un oscuro soldato un eroe, di un ignorato operaio un esimio scienziato. Scrivo per gli uomini di cuore...".
ACQUISIZIONE Ho due copie di questo libricino, purtroppo entrambe in fotocopia, io cerco di collezionare originali. La prima è fatta dalle fotocopie, poi da me fatte rilegare, che mi diede tanti anni fa Bruno Bonomelli, direi negli anni '70, quando già mi ero trasferito a Brescia e frequentavo assiduamente la sua casa in via Sanson. La seconda viene direttamente dal "Lascito  Rosetta e Bruno Bonomelli": fotocopie fatte rilegare dallo storico bresciano in tela bordeaux con la copertina incollata. In definitiva, la fotocopia della fotocopia. Interessanti sono le sue note e i suoi appunti, egli aveva la apprezzabile abitudine di chiosare, correggere, annotare, collegare con altre pubblicazioni, aggiungere date di nascita e di morte di personaggi che andava incontrando nelle sue ricerche (per esempio l'altro podista romagnolo Luigi Bertaccini, di Meldola, che per alcuni anni fu compagno di viaggi del Bargossi).
ANNOTAZIONI Una, curiosa. Quando Bargossi inizia il suo racconto della sfida del 21 agosto 1873 narra che "in quel giorno adunque io ero entrato per berne un goccio di quel buono nell'osteria all'insegna del Ponticello fuori di Porta Venezia...ad un tavolo vicino al mio erano seduti due noleggiatori di cavalli e vetture" i quali magnificavano le qualità dei loro quadrupedi "tra un bicchiere e l'altro di Rocca Grimalda". Bonomelli, a margine, annota "Consorzio Agrario Provinciale di Alessandria, Cantine di Rocca Grimalda e Capriate d'Olza", segue un numero di telefono. Bruno, curiosissimo di vini - non era da meno il palato della signora Rosetta - si recò, in seguito a quella lettura, a Rocca Grimalda almeno una volta l'anno a comprare quel vino. Terra del Monferrato dove trionfano  Dolcetto, Barbera, Cortese, il Monferrato Rosso ottenuto da uve Albarossa. Storia dello sport pedestre senza dimenticare un bicchiere "di quello buono" come il Bargossi: BiBis era anche, e soprattuto, questo, non quello di certi stereotipi idioti.

 

 

Luigi Facelli - Come si diventa atleta

Pubblicato 18 Gennaio 2018

 


SPORT Atletica leggera
AUTORE Luigi Facelli
EDITORE Gazzetta del Popolo - Società Editrice Torinese - Corso Valdocco, 2 - Torino - Quaderno della serie "Lo sport del popolo" - 1934, Anno XII - costo: lire 2
CONTENUTO Questo raro opuscolo dallo strano formato (32 pagine, 16 x 27) si apre con una introduzione dell'avvocato torinese Mario Nicola (Torino 1882 - Roma 1936), che fu atleta mezzofondista nei primi anni del Novecento, campione d'Italia all'epoca dell'Unione Pedestre Torinese, e pure calciatore, sempre con la maglia della Audace Torino; esercitò la professione di giornalista alla "Gazzetta del Popolo", storico quotidiano torinese fondato nel 1848 e vissuto per 135 anni fino alla fine del 1983. Questo opuscolo fu edito proprio dal quotidiano che diffondeva anche dei "quaderni" monotematici. La prefazione di Nicola è un omaggio all'uomo e all'atleta Luigi Facelli.

Nelle restanti 23 pagine Facelli (lui, proprio lui? qualcuno per lui? forse lo stesso Mario Nicola mette "in bella" le osservazioni e i consigli di "Luison"?) tratta con chiarezza sorprendente un ventaglio di argomenti di straordinaria efficacia. Leggiamo qualche titolo: Non fate di vostra testa, I segreti della palestra, Passo lungo ed elastico, Lo studio delle attitudini, Una gara per pochi, Non c'è una  ricetta unica, Il segreto del successo, Il soccorso delle...fotografie, Evitare gli eccessi.

UNA FRASE Ho preso quella iniziale: "Non penso affatto di compilare un trattato di atletica, ma soltanto di dare qualche nozione utile e pratica, semplificando il più possibile gli argomenti tecnici. Voglia chi mi legge tener sempre presente questa premessa. Il mio opuscolo, insomma, è una specie di «introduzione» all'atletica, un'opera di propaganda. Sarò lieto e pago se riuscirò a creare nuovi proseliti a questo nostro sport".
ACQUISIZIONE Acquistato attraverso il sito Intenet dello "Studio Bibliografico il Dovere e il Piacere" Libreria Antiquaria di Andrea Donati www.donatilibri.it - piazza Pajetta, 8 - Vercelli
ANNOTAZIONI Davvero di grande qualità e quantità il corredo fotografico, di una nitidezza che non t'aspetti in una pubblicazione del 1934. Parecchie foto di Luigi Facelli, di Ninì Beccali, di molti atleti americani, una bellissima dello sprinter Ralph Metcalfe, del tedesco Otto Peltzer, del francese Jules "Julot" Ladoumègue. Cosa strana: non ce n'è neppure una del suo amico-rivale Lord Burghley, sesto Marchese di Exeter. E nessun riferimento nel testo, a parte un accenno nella introduzione di Nicola.

 

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