In questa Sezione pubblico e commento le nuove acquisizioni della “Collezione”, siano esse libri o riviste, ma anche poster, quadri, magliette di atleti, scarpe, numeri di gara, medaglie, francobolli, ecc., materiale che già ora è presente nelle due sale di esposizione (circa 150 metri quadrati, forse qualcosa di più che di meno), situate nell’edificio in via Monsignor Giacomo Tavernini, 35, a Navazzo, località nel Comune di Gargnano, sul lago di Garda. La “Collezione” presenta due nuclei essenziali: i Giochi Olimpici e l’atletica, ma non rifiuta certo anche altri sport, in particolare alcuni che mi hanno sempre entusiasmato, come rugby, ciclismo, tennis, pallacanestro; non manca neppure il calcio.
Una spiegazione è dovuta. Qualcuno mi ha fatto notare che, talvolta, parlo di libri che non sono novità. Certo. Il motivo è che presento e commento solo i libri che ho davvero letto. Questo vale per le opere, diciamo così “di lettura”. È ovvio che una pubblicazione statistica non la leggo cifra per cifra, ma anche in questi casi sfoglio, conosco i contenuti, cerco di fissarli nella memoria, e questo può sempre tornare utile, soprattutto in caso di ricerca saper dove trovare quello che serve fa risparmiare un sacco di tempo.
Il prossimo passo determinante sarebbe quello di porre mano ad un catalogo dell’esistente. Me lo ripetono in tanti, come se non lo sapessi da solo, ma dire agli altri quello che dovrebbero fare, e farlo realmente, beh, ce ne corre. Chissà che prima o poi non riesca anche ad iniziarlo. Quanto a finirlo, quien sabe?, dovrebbe darmi un aiuto determinante il buon Dio. Ma non gli ho ancora chiesto se è d’accordo.
Un ringraziamento che sgorga dal cuore: a tutti quelli che mi hanno dato e continuano a darmi pezzi per la “Collezione”. Quando l’occhio corre sulle pareti e sugli scaffali mi sovvengono nomi, facce, amicizie, affetti, taluni perduti. Sappiate che quello che avete dato a questo angolino della memoria non andrà invece perduto.
![]() |
Annuario Atletica della Federazione italiana di atletica leggera, edizione 2017
Historia Memorialu Janusza Kusocinskiego
Latvijas Vieglatletikas Vesture 1897-1944
Rugby nostalgie, l'album d'une passion
![]() |
SPORT | Rugby |
AUTORE | François Thomazeau, préface di Pierre Villepreux | |
EDITORE | Éditions Hors Collection - France - 2013 - www.horscollection.com . Stampato in Italia. | |
CONTENUTO | Un bel libro che ti avvicina al rugby in modo leggero, con tante notizie, decine e decine di immagini d'epoca - le più affascinanti per me - e, per essere un libro francese, ha un taglio principalmente transalpino. Il respiro è comunque mondiale: le origini, il grande rugby anglosassone al completo, il mito della Nuova Zelanda e dei suoi All Blacks, i Wallabies australiani, gli Springboks sudafricani, i Pumas argentini, i Barbarians, il più sognato club esclusivo mondiale. La rassegna dei grandi club francesi e i loro giocatori mitici, gli stadi culto eretti a cattedrali dell'"Ovalie", la pubblicità, la letteratura, le donne, la musica, il cinema, l'arte, il mitico terzo tempo: una full immersion in questo bello sport, con testi brevi, ma densi di notizie. Il superspecialista forse guarderà solo le immagini, il neofita ne trarrà linfa per un approccio elementare ma sufficiente a far bella figura quando si parla di pallovale. Senza sbilanciarsi troppo... | |
UNA FRASE | Dalla prefazione di Pierre Villepreux, che fu per tre stagioni l'allenatore della Nazionale italiana (1978 - 1981) e dieci anni dopo lo fu del Benetton Treviso, che si classificò secondo nel 1991 e divenne campione d'Italia nel 1992. "C'était le temp où...de celui qui...Il ne s'agit pas d'être nostalgique d'une époque ou d'un style, mais bien d'évoquer des moments forts qui ont marqué l'époquede Chacun. Il ne s'agit pas davantage de traiter de ringard celui qui compare le jeu et les joueurs d'hier et d'aujourd'hui. Lui refuser ce plaisir d'un retour dans le temps serait indecent. Il convient au contraire d'accepter et de comprendre que le rugby n'existe sous sa forme actuelle que parce que beaucoup d'autres ontsu le faire évoluer en préservant les principes fondamentaux qui font son essence, ces principes qui n'appartienent à aucune époque..." | |
ACQUISIZIONE | amazon, Euro 24.23 www.amazon.fr | |
ANNOTAZIONI | Sentite questa a proposito del "Terzo Tempo". "La troisième mi-temps aussie est nostalgique, qui préfè les pastis au metre aux ligne de coke,, la Williamine à la creatine, l'éthylopoésie à l'érythropoïétine". Curiosità spicciole. La partita con il maggior numero di spettatori? Al Telstra Stadium di Sydney (quello dei Giochi Olimpici 2000) furono 109.874 in occasione di Australia - Nuova Zelanda nel 1999: 39 - 35 per gli All Blacks, con una meta di Jonah Lumu. Come si chiama il canto di Guerra dei giocatori di Samoa? Siva. E quello di Fiji? Cibi, scritto per gli uomini del rugby dal capo guerriero Ratu Bola. Ancora una, che merita. Chi fu l'arbitro della finale del primo campionato giocato il 20 marzo 1892 "sur la pelouse de Bagatelle au bois de Boulogne" fra Racing e Stade Français? Pierre de Frédy, Baron de Coubertin, lui, proprio lui, il restauratore dei Giochi Olimpici. Era un grande appassionato di rugby. Non è un caso che nella seconda edizione dei Giochi, nel 1900, a Parigi, il rugby fu inserito nel programma olimpico. E, udite udite, al match Francia - Gran Bretagna, presenziarono circa seimila spettatori di cui 4389 paganti, l'evento di quei Giochi con il più alto numero di persone che si presentarono al botteghino e pagarono il loro biglietto! |
La leggenda dei moschettieri del tennis
![]() |
SPORT | Tennis |
AUTORE | Gilles Lambert | |
EDITORE | Edizioni Mare Verticale www.edizionimareverticale.com - 2016 - Edizione francese originale dell'opera stampata nel 1982 da Presses de la Cité, Paris | |
CONTENUTO | Jacques "Toto" Brugnon, Henri Cochet "il Mago", René Lacoste "il Coccodrillo", Jean Borotra "il Basco Salterino": i moschettieri del tennis francese, la loro immagine illustra la copertina di questo piacevole libro edito in Francia trentadue anni fa. Di facile lettura, racconta l'epopea di questi quattro giocatori che fecero innamorare la Francia con le loro vittorie, soprattutto con i sei successi consecutivi in Coppa Davis dal 1927 al 1932, e altre tre volte finalista (1925 - 26 - 33). E attorno a loro si muovono grandi personaggi dell'epoca: Suzanne Langlen "la Divina", William Tilden "Big Bill", Fred Perry, Don Budge, primo a realizzare il "Grande Slam" nel 1938, oppure Richard Williams, uno dei sopravvissuti del naufragio del Titanic, e tanti altri attori della racchetta negli inquieti Anni Trenta. Come sempre la stampa dell'epoca, bene utilizzata dall'autore, aiuta a ricostruire dettagli, andamento degli incontri, perfino emozioni. Vicende umane che non conoscevo e che mi hanno colpito: la miseranda fine di Tilden, quella tragica del giapponese Jiro Satoh, quella avventurosa del barone germanico Gottfried von Cramm, strappato dalle grinfie uncinate dei nazisti per intercessione di Re Gustavo V di Svezia. Vite sorridenti quelle dei "moschettieri" che, dopo il rettongolo di gioco, hanno avuto successo nella vita, valga per tutti Lacoste creatore di un marchio conosciuto a qualsiasi latitudine. Oppure Jean Borotra, che ebbe incarichi politici, fu industriale di successo creando una azienda che costruiva le pompe di benzina; giocatore di pelota basca, buon calciatore (fece parte della Nazionale Militare), grande gentleman in campo - dove indossava sempre la boina, tipico copricapo basco - non ha mai accettato una decisione arbitrale a lui favorevole se riteneva che fosse un errore. Non stupisce che fu l'ideatore e fondatore del Comitato Internazionale per il Fair Play. | |
UNA FRASE | ||
ACQUISIZIONE | Comprato con www.lafeltrinelli.it, Euro 15.30 | |
ANNOTAZIONI | Per quelli (ammesso che si parli di due lettori). Quale fu la genesi del soprannome di "Alligator", coccodrillo, per René Lacoste? Leggiamo a pagina 75 del libro di Lambert:"Sulla sua origine sono circolate varie versioni. L'appellativo é stato inventato da un giornalista di Boston: aveva saputo che Lacoste aveva scommesso un borsone in pelle di alligator sulla sua vittoria. Lacoste aveva perso il match e il borsone! Il soprannome seguì René Lacoste in Francia, dove diventò "Coccodrillo" e fu interpretato come un simbolo della sua pazienza e della sua tenacia a fondo campo....Lacoste accettò il soprannome nonché la reputazione di giocatore da fondo campo, e più tardi ne fece l'emblema della sua marca, famosa a livello mondiale". |