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Virtus Lancio Story, come erano i preistorici

Dodici, proprio come gli ammessi ad una finale olimpica o mondiale. Lo Stadio fa invidia a quello olimpico, o quello recente di Doha, solo che all'interno il nostro non era refrigerato. Nome indimenticabile: Campo delle Moschine, periferia di Castenedolo. L'unica cosa che in questo momento non so dire con precisione è a che anno risale questa foto. Forse addirittura la prima edizione del Virtus Lancio Story, 37 anni fa? Sono sicuro che me lo sapranno dire gli amici della Virtus Castenedolo, così come saranno bravi a completare i nomi e cognomi di tutti. Questo è l'errore che fanno quasi tutti: archiviare foto senza data e senza nomi, poi arriva Mr Alzheimer, e buonanotte.

Ermino Rozzini ha reagito prontamente all'invito, ed ecco quindi la lista completa dei giovanotti che compaiono in questa foto. In piedi: da sinistra, il primo è Tiziano Belleri, poi un riccioluto Dario Badinelli, seguito da Fabio Dalla Bona; il quarto, ancora con ciuffo sbarazzino, il «coach» per antonomasia, Erminio Rozzini; accanto, impugnando il suo amato giavellotto (che tirava poco lontano) l'estensore di queste righe; viene poi Franco Bianchini e, ultimo degli eretti, Giulio Lombardi, ancora foltocrinito, oggi presidente del club castenedolese che fra un mese celebrerà i cinquanta anni di esistenza. Dei cinque sotto, sempre da sinistra, Ennio Spranzi, poi un occhialuto e baffuto, col martello su un ginocchio, Franco Rozzini, fratello di Erminio, quindi Massimiliano Treccani,  il polivalente e talentuoso Renato Biatta, un decatleta naturale, e infine Egidio Sberna.

La foto fu scattata da uno dei paparazzi di Eden, fotografo ufficiale del «Giornale di Brescia».

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