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Last updateLun, 12 Set 2022 10am

Un dono cartaceo agli amici dell'Atletica Piacenza

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Erano sei scatoloni ben pieni quelli che ho depositato nella sala del Campus Pino Dordoni di Piacenza, quelllo dove c'è l'unica pista di atletica esistente in quella provincia. Quella sala serve alle società piacentine per riunioni, per le varie organizzazioni di gare, ma anche come biblioteca. E questo non può che farmi piacere, nella speranza che ci sia qualcuno a cui venga la curiosità di sedersi in quella sala e sfogliare un libro, una rivista. Difficile dite? Speriamo...Ed è proprio facendo leva sulla speranza che ho deciso di donare ai miei amici dell'Atletica Piacenza, eredi di alcuni club degli anni...era tanto tempo fa...per i quali ho speso le mie scarse doti di atleta, questa mezza quintalata di pubblicazioni tecniche che affollavano la mia biblioteca nella sede di Navazzo. Mi piangeva il cuore che questi libri e riviste andassero dispersi, o peggio ancora distrutti. Anche perchè una gran parte li avevo ricevuti in eredità da altri, e quindi avevo il dovere di rispettarli. Se poi verranno letti, o almeno sfogliati, beh, quello è un altro problema. So che sono in buone mani, che l'amico Giuliano Fornasari che cura lo spazio biblioteca è persona seria e appassionata e che, a sua volta, avrà rispetto di queste pubblicazioni. Che si affiancheranno ad altre che avevo già donato qualche anno fa.

Breve cerimonia, si fa per dire, presenti Sergio Morandi, oggi presidente onorario della società, Giuliano Fornasari, e Ennio Buttò, tecnico di quell'Andrea Dallavalle, giovane triplista di grandi mezzi, nono lo scorso anno ai Giochi Olimpici a Tokyo, titolare di un 17.35 di primato personale che la dice lunga sul suo valore. Con me c'erano gli amici Alberto Zanetti Lorenzetti e Enzo Gallotta.  Le foto che corredano queste righe sono state scattate da Alberto.

Lo stupro continuo della parola STORIA

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"Quella di venerdì a Torino era una finale ma non per la storia: quella di domani è già storia, perché siamo arrivati fin qui. Ora finiamo di scrivere la storia...". Ipse dixt, ovviamente senza il minimo sorriso. Ipse è un simpaticissimo lusitano che una squadra di calcio ha deciso di riportare in Italia a suon di milioni (tanti) di euro. E i tifosi, beceri, a osannarlo, quelli che giustificano i milioni di euro buttati nella latrina e protestano per venti centesimi di rincaro di un genere alimentare. Il simpaticone di nome fa José Mourinho, di professione allenatore di pedatori. Non ne avevamo già abbastanza di dover sopportare ogni giorno Salvini, il ritorno del nazifascismo montante, Berlusconi, Conte, Renzi, Di Maio, Di Battista e Di Qualchecosaltro, no, non bastava, abbiamo dovuto richiamare anche il signor Mourinho a rallegrare le nostre giornate. Il quale pomposamente ha dichiarato (a meno che non ci abbia messo lo zampino lo scribacchino di turno) "Vogliamo scrivere la storia della Roma". E questo solenne impegno davanti al mondo esterefatto a cosa è dovuto? A una partita di calcioni a una palla con una squadra olandese. In palio un trofeo che si assegna per la prima volta, un trofeo inventato pochi anni fa solo allo scopo di occupare altri spazi televisi e fare "bottega", che è poi lo scopo primario del calcio. E il signor Mou, la chiama STORIA, capite? STORIA.

Sposto l'occhio alla notizia successiva e leggo:" Ciro Immobile nella storia...". Altro pedatore. Allora mi chiedo: ma la STORIA ormai è scritta solo da chi tira calci a una palla? Mi parrebbe la risposta adeguata.

Io mi ribello a questa continua violenza, a questo stupro dilagante della parola STORIA, che è una roba seria, molto seria. Provate a riflettere scribacchini poco acculturati e prendete in mano un dizionario della lingua italiana, o quello dei sinonimi. E riflettete qualche secondo prima di vomitare fuori un titolo di giornale.

Musica all'Olimpico, atletica al Guidobaldi

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Non mi occupo più di atletica attuale da qualche anno. Non ne so proprio più nulla: non ho televisione (da 33 anni), non leggo la «Gazzetta dello Sport» se non molto saltuariamente. Sarà forse una crisi di rigetto dopo aver occupato (sprecato?) tanta parte della mia vita a osservare, commentare, scrivere, compilare, organizzare, dentro alcune istituzioni sportive. Troppo tempo, troppo coinvolgimento, troppo di tutto. L'unica cosa positiva: l'atletica mi hanno dato da vivere, perchè ho lavorato per questo sport, prima da scribacchino, poi da dirigente della Federazione nazionale, poi di quella internazionale. Mi pare di sentire la voce del coro: e ti lamenti? Poteva andare peggio, ma poteva andare anche meglio.

Nonostante questo mio imposto isolamento, di tanto in tanto c'è qualcuno che mi racconta «cose» dei Palazzi sportivi. Ascolto, spesso non mi fa nè caldo nè freddo. Come in questo caso, amici del «giglio magico» sportivo romano mi avevano raccontato 'sta storia dei Campionati italiani assoluti di atletica sui quali pare ci sia stato un pateracchio: la Federatletica annuncia i detti Campionati allo Stadio Olimpico, i gestori dell'impianto smentiscono questa possibilità asserendo che il prezioso involucro era già stato assegnato alla lucrativa organizzazione di un concerto musicale. Raccontata così ha tutte le caratteristiche di una figura barbina da parte di sprovveduti dirigenti federali. Mah, sarà andata proprio così? Poco m'importa.

Adesso arriva il mio amico Daniele Poto che ci racconta la storiella. Leggiamolo. Per parte mia solo una osservazione: l'aver spostato la massima rassegna atletica nazionale da Roma a Rieti non è una diminutio. Lo Stadio Giudobaldi (nella foto) è stato un tempio dove si sono officiati grandi Ludi atletici, sotto il regno di Alessandro I Parvus de Jovaneliana Gens. E poi, ma sei sicuro Daniele che l'anfiteatro olimpico romano con i suoi 65mila posti abbia la dimensione giusta per un Campionato, nel quale, magari, i migliori non andrebbero...perchè in tutt'altre faccende affaccendati. Resta, se è andata come dicono, la poco edificante situazione di scollamento fra istituzioni.

Campionati di atletica sloggiati da Roma (con tutto il rispetto per Rieti)

In capo a quasi cinquanta anni di professione non ci meravigliamo più di niente. Dunque perché stupirsi se gli Assoluti di atletica d’emblè, con la stessa leggerezza con cui si sfoglia un giornale, vengono spostati da Roma a Rieti, tornando alla piccola dimensione pre-nebioliana dell’atletica provinciale. E quale il grande evento che ha provocato il trasferimento mentre già si ammaina in loco già da tempo il progetto, ventilato proditoriamente e subito ritirato, di far correre Jacobs sui luoghi storici dei Fori Imperiali? Il concerto di Cesare Cremonini, con tutto il rispetto non Vasco Rossi o gli U2. L’Olimpico era quello stadio che una volta si riempiva per i Campionati Studenteschi, che si apriva per i Giochi della Gioventù, che ha offerta recentemente ospitalità all’arrivo della meritoria «Corsa di Miguel», ma che ultimamente ha qualche problema a gestire il Golden Gala e a regalare enfasi, con gli Assoluti, a quell’atletica che è l’attuale vanto dello sport italiano con i cinque magnifici indimenticati ori della rassegna olimpica di Tokyo.

Dunque, dalla potenzialità di pubblico di 65.000 anime, si passerà al piccolo profilo nella cittadina sabina che ha cancellato il proprio meeting foriero di tanti record mondiali. Il focus è l’occasione per riflettere sulla disastrosa condizione degli impianti della capitale. La fotografia sull’esistente documenta una situazione depressogena che ci porta a invidiare quanto offriva Roma all’altezza dell’Olimpiade di Roma. E parliamo del 1960. Pezzo a pezzo abbiamo cancellato lo Stadio Flaminio, il Palazzetto dello Sport, il Velodromo Olimpico, mentre il Palazzo dello Sport dell’Eur, non più Lottomatica, rimane isolato, come una sorta di costosissima cattedrale nel deserto.

La nuova amministrazione Gualtieri ha provveduto a un’anagrafe dell’esistente. E le conclusioni sono meste. Su 119 strutture capitoline solo 45 sono a norma. E per le inadempienti non è solo una questione di mancanza di uscite di sicurezza o altro. Ci sono impianti completamente in abbandono, quando non addirittura vandalizzati. L’esempio classico è quell'oasi di rugby inaugurata poco tempo fa Spinaceto: oggi una visione imbarazzante. Il sindaco di Roma ha definito l’attuale situazione "critica, inaccettabile, drammatica e vergognosa". Aggettivi che potrebbe tranquillamente rivolgere all’humus intestino della città: tra buche, assenza di un termovalorizzatore e di un piano per la mobilità urbana. Come se ne esce? Tutte le speranze, in tempi di pandemia e di guerra non dichiarata, sono rivolti al PNRR con una disponibilità specifica di 22,5 milioni. E le priorità designate sono la riapertura del Palazzetto dello Sport, il classico impianto medio che va bene per basket e pallavolo, e il riattamento dello Stadio Flaminio a cui guarda con interesse la Lazio. Auspicabile che da questo fiume di denaro scaturisca qualche spicciolo per l’atletica che fa fatica a sopravvivere tra Farnesina, Acquacetosa e Stadio dei Marmi. Anche qui il colpo d’occhio documenta un peggioramento rispetto agli anni ’70. La città si è lasciata andare ma non si può dire che C.O.N.I., Sport e Salute e il management della FIDAL siano stati controllori puntuali dell’attuale degrado, semmai piuttosto omogenei a questo profumo di decadenza.

Alla ricerca dell'atletica perduta, senza predatori

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Titolo scopertamente scimmiottato da quel «I predatori dell'arca perduta», film americano d'avventura che porta la firma, in regia, di Steven Spielberg e la recitazione di Harrison Ford/Indiana Jones. Nel nostro caso il tesoro son libri, libri di storia dei Giochi Olimpici, di storia dell'atletica leggera italiana e mondiale, biografie di campioni, volumi di statistiche, la grande passione di una parte di affezionati a questo sport. Proprio come Enzo Rivis, da Biandronno (Varese), e Enzo Sabbadin, da Vigonza (Padova), che sono stati recentemente alla ricerca della loro «arca» nello spazio biblio-museale che ho creato in un edificio di Navazzo, frazione di Gargnano, sulla ponda bresciana del lago di Garda. I due visitatori sono soci dell'Archivio Storico dell'Atletica Italiana "Bruno Bonomelli", per il cui sito Internet, https://www.asaibrunobonomelli.it/, tengono costantemente aggiornate le varie compilazioni: liste annuali, oppure quelle storiche di ogni tempo, e molto altro ancora. Motivo della visita a Navazzo la ricerca di pubblicazioni da cui estrapolare qualche dato mancante alle loro liste. Ricerca in parte proficua, tanto che si sono riproposti un secondo «passaggio» fra qualche mese.

La loro visita mi offre lo spunto per rilanciare il messaggio: questo mio spazio è aperto a tutti gli appassionati di atletica, oppure a studenti che devono fare ricerche, anche semplici curiosi cui piace lo sport. Ce n'è per tutti. Spazio aperto ma solo su appuntamento, da concordare con me con ragionevole anticipo. È sufficiente una email a  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Nelle foto, scattate da Elio Forti, Rivis (maglioncino scuro) e Sabbadin (maglioncino chiaro) con il padrone di casa, in differenti spazi della biblioteca.

Navazzo, ombelico fra la corsa e la natura

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Con i tristi tempi nei quali ci troviamo impantanati, come faccio a rifiutare un appello accorato da parte di un amico? È sull'orlo del licenziamento, e perdere il ricco emolumento che gli passano gli organizzatori del GS Montegargnano (fonte di ricchi guadagni negli ultimi cinquant'anni grazie alla «Diecimiglia del Garda» e adesso a questo BVG Trail, a Navazzo nei bar non si parla d'altro...) getterebbe la sua famiglia nella disperazione. Per fortuna che non hanno figli! Lo scriba mi prega di pubblicare su questo spazio il suo componimento, il che lo metterebbe al riparo dalla defenestrazione. Volete negare un aiuto ad un amico? Non sia mai! Argomento, ovviamernte, la Bassa Via del Garda Trail che Elio Forti, oligarca della corsa gardesana, ha deciso di portare a Navazzo, per la gioia di una parte della numerosa popolazione (205 residenti a fine 2021). I migliori auguri all'oligarca e allo scriba.

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BVG Trail, il ritorno. Si corre di nuovo sui sentieri della Bassa Via del Garda. Dopo due anni di sospensione forzata a causa della pandemia, saranno ancora una volta i sentieri dell’Alto Lago, in sponda bresciana, a ospitare la fatica degli atleti che si confronteranno domani sui due tracciati di questo trail considerato tra i più spettacolari e panoramici, attraverso i territori dei Comuni di Gargnano, Tignale e Toscolano Maderno. Superato il numero chiuso di 550 iscrizioni, sono stati aggiunti altri 50 pettorali “bruciati” in un solo pomeriggio. Alla fine, 553 gli iscritti attesi alla partenza. Chiuse le liste sul sito www.wedosport.net dove è possibile consultare l’elenco dei partenti equamente divisi tra i percorsi proposti.

Non mancano le novità. Navazzo di Gargnano sarà centro logistico della manifestazione, punto di partenza e arrivo con il Trail Village al campo sportivo. Sono infatti i padroni di casa del GS Montegargnano ad organizzare l’evento, ultima tappa del Challenge Trail Running UISP 2021-2022, con il supporto del Comitato BVG. Dopo cinque esaltanti stagioni vissute sull’intero percorso da Salò a Limone e i due annullamenti successivi, BVG Trail riparte.

Ucraina e Russia, presenti! Quattordici i Paesi rappresentati, con maggioranza assoluta al Tricolore. Saranno della giornata, come da elenco iscritti, un’atleta ucraina ed una della Federazione russa, entrambe tesserate per società bresciane. I tempi non sono facili, ci sarà occasione per un abbraccio nel nome dell’umanità e dello sport e un momento per un appello condiviso alla pace. Sarà battaglia, ma sul percorso, scandita dall’affanno del respiro e dall’eco dei passi su sentieri antichi. Altri arrivi da Francia, Stati Uniti (4), Olanda, Repubblica Ceca, Gran Bretagna, ma pure da Argentina , Ungheria, Austria, Spagna, Svizzera e Romania. Assenza rilevata per i tedeschi, con la lista dei partenti in bianco per partecipanti di casa sul Garda. Sono 37, inoltre, le province nostre rappresentate con maggioranza relativa che va a Brescia (260) davanti a Bergamo (66), Milano  e Trento (23), Mantova (20). 

La corta e la lunga. Sono due i percorsi e tutti nuovi. La “piccolina”, la BVG Run, si corre sulla distanza di 22,800 km (d+885m) con partenza anticipata alle 8.30. Da Navazzo a Sasso per scendere in riva al lago e da Gargnano raggiungere in collina la Valle della Cartiere, a Toscolano Maderno, con passaggio suggestivo al Museo della Carta. Si risale poi a Gaino e si torna verso Navazzo con un tratto di un paio di chilometri da Fornico verso Sostaga, comune ad entrambi i tragitti, particolarmente impegnativo proprio in vista del traguardo (tempo limite, 6 ore).

La BVG Marathon tiene fede al nome e si corre sulla distanza di 42 chilometri con dislivello significativo (d+2.360m). Atleti in partenza alle 8 verso Sasso e poi su, si affrontano in rapida successione il monte Comer e la cima del Denervo, quota massima a 1.465 metri. Ancora, discesa verso Piovere lungo il Senter del Tampa e risalita verso Aer e Gardola di Tignale prima del giro attorno al monte Cas e passaggio panoramico al Santuario di Monte Castello. Ritorno infine verso Piovere e Muslone per affrontare da Gargnano l’ultimo tratto verso Navazzo e il “veleno” nella coda con la salita da Fornico (tempo limite, 12 ore).

Iscrizioni chiuse, pettorali, premiazioni. Raggiunta la quota fissata, le iscrizioni sono  chiuse. Per il ritiro dei pettorali lo stand al campo sportivo di Navazzo (via Travaglio 31) sarà operativo dalle 15 alle 20 di venerdì 22 aprile e a partire dalle 5.45 di sabato 23 aprile. Da rispettare le norme anti Covid in vigore alla data della gara.  Probabile ora arrivo primi atleti BVG Run alle 10.15, per la BVG Marathon intorno alle 12.

Alle 11.30 e alle 14.30 le premiazioni delle due corse. Alle 12.30 il via al Riso Party. Alle 18 premiazione del Challenge Trail Running UISP Brescia per i migliori nella classifica generale stilata per i sei eventi del circuito: Maddalena Urban Trail (21/11/2021), l’Uno di Monticelli (4/12/2021), Calabrosa Trail (30/1/2022), Magnifica Salodium (20/2/2022), Sky del Canto (3/4/2022) e BVG Trail.

Per ulteriori e complete informazioni riguardo a regolamento e programma: www.bvgtrail.com. Contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; www.facebook.com/bvgtrail; tel. 3332098483.

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