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Atletica poco leggera, much ado about nothing

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"Much ado about nothing" è il titolo di una opera teatrale di William Shakespeare, da lui scritta - dicono - fra il 1598 e il 1599. Il titolo, letto nella nostra bella lingua italiana, suona "Molto rumore per nulla". Lo stesso rumore che provoca oggi il comunicato stampa - press release, please - emesso e pubblicato sul sito della I.A.A.F., la Federazione che ha sede ancora nel Principato di Monaco. Un rumore sordo, opaco, direi un tonfo. Quelle righe suonano false come tutti i comunicati di questo tipo, frutto di compromessi e di finti "lasciamoci senza rancore, restiamo amici". Dopo diciassette mesi (avete letto bene, 17, da ottobre 2016 a febbraio 2018) se ne va il signor Olivier Gers, il CEO, eh ragazzi, chiamarlo General Secretary non fa fine, volete mettere un bel Chief Executive Officer, tutt'altra cantilena, e, magari, tutt'altro emolumento. Bene, il signor Gers se ne va (se ne andrà) e pur tra le piroette lessicali si capisce il motivo: parlassimo di boxe direi che ha gettato la spugna, parlando di atletica si è reso conto della immane opera cui era stato chiamato, non puoi saltare 2.45 se vali 2.20. Signor Gers, lasci perdere le commercial strategy precedenti, quando lei ha messo piede in quai Antoine 1er sembrava che dovesse spaccare il culo ai passeri, oh, sorry for that...Lei sicuramente è bravo e sa fare il suo mestiere, chi non lo sa fare è l'atletica tutta, un cavallo bolso cui vogliamo tanto bene (alcuni di noi, non tutti, forse pochi) ma che non galoppa più. Lei non aveva nessun obbligo di voler bene all'atletica, e lo ha dimostrato. Non conti balle, signor Gers, ma quali strategic plan e amenicoli vari. Lei se ne va perchè non è stato capace di cavare un ragno dal buco. Sia onesto: mi dia, per esempio, i dati veritieri dell'audience degli appena conclusi Campionati mondiali in pista coperta sul sito I.A.A.F. Roba da ridere. Ma lei è un professionista (in senso americano, che a me non piace neanche un po') ma soprattutto dimostra acume, fiuto diremmo noi italioti: lei se ne va dopo soli 17 mesi, prima di essere stritolato da questo ingranaggio arrugginito che è l'atletica. O, magari, prima che qualcuno le dica di farsi da parte. Oppure, glielo hanno già detto? Oppure...lasciamo perdere.  Del suo futuro mi interessa relativamente, senza cattiveria, mi interessano molto di più le sorti dell'atletica, che ha riempito una grande parte della mia vita. Vederla così a parlare solo di piscio, di provette, di vendette trasversali, di mazzette e di paradisi fiscali, di ridicole commissioni pseudo-etiche, mi riempie di infinita tristezza. Take care, Mr Gers!

Ecco la commediola scritta e recitata dalla I.A.A.F..

The IAAF today announces the resignation of Chief Executive Officer, Olivier Gers.

Commenting on his resignation, Gers, who joined the IAAF in October 2016 said: Whilst I am sorry to be leaving, the pre-existing commercial framework makes it difficult for me to apply my talents and fully leverage the assets of the IAAF in the way I would like. Given my stance, I have resigned so the IAAF can pursue a different commercial strategy for the sport.

“We have accomplished a lot in the last 18 months: outlining a new strategic plan for growth, bringing a new leadership team in place to achieve this plan, securing broadcast and digital rights to expand audiences for the sport, innovating audiovisual coverage of the sport with the creation of IAAF Productions as evidenced by the recent World Indoor Tour, changing processes at the Monaco Headquarters to better serve the sport. With the team now in place I am confident the organisation is in the best possible hands to drive growth.”

IAAF President, Sebastian Coe said: I would like to thank Olivier for the work he has done particularly around putting a strong team in place at the IAAF, developing a strategic plan and securing broadcast and digital rights to expand audiences for Athletics globally.   Coming off the best world championships we have ever had, having established a set of reforms that solidly underpins the governance of the sport and having established a solid foundation for growth, we will move forward with the innovation that will bring in new fans and new partners.”

Gers will continue in his role for the following three months and the IAAF will be recruiting a new CEO in due course.

Amici miei, con trippa e manzo all'olio di Rovato

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"El mundo es un pañuelo", avrebbe detto Sancho Panza nel suo idioma. Tradotto in quello di un Sancho Panza nostrano (cioè io) si intende dire che il mondo che noi pensiamo immenso alla fine non è più grande di un fazzoletto. Ne ho avuto la riprova pochi giorni fa. Ero in viaggio con il mio fedele ed efficiente Ronzinante a quattro ruote, in compagnia della mia Dulcinea del Toboso, diretto in altra località, quando venne tempo di tacitare le trippe. Trovandomi a leggere il cartello "Rovato", parte meridionale della Franzacurta, ai piedi del Monte Orfano, una specie di bozzo prealpino piantato nella vasta pianura che va verso la Bassa Bresciana, fui travolto da ondata di ricordi e ne feci sfoggio con la mia diletta.

Rovato, patria di Bruno Bonomelli, mio riconosciuto maestro di atletica. Rovato, patria del famoso manzo all'olio e di formaggi deliziosi, grazie alle mandrie che scendevano dalla Val Camonica per l'importante mercato del bestiame e ai formaggi che dagli stessi rilievi camuni venivano ad affinarsi costì. Una volta messo a dimora il quadrupede motorizzato, iniziai la ricerca di adeguata taverna. Era tanto tempo che non visitavo Rovato, arrivato nella bella piazza ovale con tanto di porticato dedicata alla memoria di Benso conte di Cavour, misi la mia sorte nelle mani di una signora tanto gentile per una onesta indicazione. E la ebbi, anzi ne ebbi due. Salendo il cammino indicato vidi l'insegna di una delle due: Trattoria del Gallo. Ebbene, vada per il gallo.

L'ambiente già risultò gradevolissimo e accogliente, quasi d'altri tempi. Gentilezza la parola d'ordine. Menù subdolamente malandrino. Fatta la scelta del mangiare e bere, chiedo la ubicazione del "locale per incipriarsi il naso", come si usava nei tempi di pudore e di rossori. Seguo le indicazioni, e mentre mi inerpico su una scala che dovrebbe aver sostenuto i piedi a Garibaldi, sento una voce che tuona "ma tu cosa ci fai qui?". Solo per istinto costringo il torso a un mezzo giro e, nello specchio di una porta che introduce ad altre tavole imbandite, mi appare il sorridente solare faccione del mio amico Aronne Romano, ormai una celebrità mediatica, primo medico nutrizionista a portare in Italia la dieta "Zona". Parentesi aperta: lanciatore di peso da oltre 15 metri, in tempi andati. Ma non era solo: ad un desco, insieme ad altri amici, un altro seguace della setta dei lanciatori della palla di ferro: il dottor Carlo Sbernini, dentista come il suo indimenticabile padre, negli anni '70 e '80, detentore del primato della vasta terra compresa fra il lago d'Iseo e il lago di Garda per oltre dieci anni.

Adesso cimentatevi a smentire l'affermazione che il mondo ha le dimensioni di un fazzoletto. Piccola riunione a fine pasto. Aronne e Carlo sono due persone gradevolissime. Al terzetto si è aggregato Alberto Bittu, uno dei proprietari della taberna. Che, datemi retta, vale la pena di visitare, senza fretta. Erano millenni che non gustavo una trippa alla bresciana di questa compattezza, sapore e aromi: la trippa da sola vale un premio. Manzo all'olio all'altezza della tradizione, e non mancano curiose innovazioni, come i maltagliati con un ragù di pecora e mirtilli. Parlo solo di quello che noi abbiamo provato. Accompagnato da calici di un Curtefranca rosso, interessante. Con la dichiarata intenzione di rivederci a breve, una specie di "Giuramento di Rovato".

Nello scatto, opera di Dulcinea, da sinistra, Aronne Romano, Sancho Panza, Carlo Sbernini e Alberto Bittu.

Dalle Dolomiti uno sguardo alle acque del Garda

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GARGNANO - Dopo la presentazione della “joint venture” organizzativa con Univela di Campione, della collaborazione con la Canottieri Garda per la Trans Lac en du, il Circolo Vela Gargnano ha presentato la sua rinnovata partnership con lo Yacht Club di Cortina d’Ampezzo. Nel corso di un incontro con il presidente Gian Marco Rinaldi, i soci di Cortina e di Gargnano, rappresentati dal consigliere Lorenzo Tonini, hanno messo a punto il calendario agonistico 2018 che vedrà Cortina presente alle regate gardesane della Gentlemen Cup, un vero campionato per timonieri armatori della classi monotipo in programma a metà maggio. Cortinesi presenti ovviamente alla 68ª "Centomiglia" a settembre (8-9), al Campionato Nazionale dell’Ufo 22, l'interessante One Design Ufetto firmato dal progettista del Garda, Umberto Felci. Gli Ufetti saranno in acqua a Gargnano la settimana successiva della "Centomiglia", dal 13 al 16 settembre.

"Il Cesare" continuerà a correre insieme a noi

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Giovedi 15 febbraio ha cessato di battere il cuore di Cesare Bernardini, del quale non devo certo raccontare io che tanto poco l'ho conosciuto nella mia breve nuova ma antica "residenza" gargnanese. Sapevo poco di lui ma mi piaceva, per il suo tratto, il suo silenzio, la sua voglia di continuare a dare qualcosa a quel piccolo gioiello incastonato fra Gargnano e Bogliaco che prende il nome di Villa, "la piccola Amalfi del lago di Garda" come è stata definita. Allora ho chiesto a chi lo conosceva bene: ne è nato un ritratto a più mani e più voci cui hanno contribuito gli amici Franco Mondini, Enzo Gallotta e Elio Forti, che ringrazio vivamente.

Sul traguardo della sua Villa-San Valentino. Lo abbiamo lasciato così, nella piazzetta. Una domenica di febbraio. Non sapendo che è stata, questa, l’ultima volta. Se n’è andato in un attimo fuggente. Portato via mentre era con gli amici, in una sera brumosa. Il suo cuore generoso, di atleta, ha tagliato il traguardo. Sfumato il profilo slanciato, da vecchio podista, di capelli candidi.

Uomo, galantuomo, sportivo, a tutto tondo. Altruista, disponibile sempre, attivo sul fronte del sociale. Pronto a spendersi per gli altri. Questo è – ne parliamo al presente avvertendone più di prima la presenza nonostante la consapevolezza dell’assenza  – Cesare Bernardini. Che all’anagrafe fosse Francesco, lo sapevano in pochi. Per tutti era Cesare,  il Bernardini di Villa di Gargnano. Lui, il Cesare, e la moglie Cesira Cerutti, sposi dal 1964, due figli,  anima e braccia dello sport e del volontariato gargnanese. Padre fondatore del GSA Gargnano, fucina di podisti. Non avendo trascurato negli anni pure la passione di vestire la casacca nera da arbitro negli incontri dei tornei di calcio del CSI del torneo dell’Alto Garda. Racconti di arbitraggi epici, rocamboleschi. Conditi pure da minacce sibilanti. Su campi ribollenti di tifo da campanile dal 1963: Tignale, Tremosine, Limone, Gargnano. Montegargnano… Lui, tifoso di sponda juventina. Amico di capo ultras della curva rossonera “made in Villa”.

Campione è stato ancor più nella propria caratura di uomo. Schivo al punto da non voler apparire protagonista, anche se lo è sempre stato. Da par suo. Mite e buono in ogni occasione. Spigoloso e determinato quando ne ravvisava l’esigenza dettata dalle circostanze. Come capita lungo la difficile strada della vita. Abbassava lo sguardo, quasi a sottrarsi, quando si ricordavano pubblicamente le sue imprese sportive. Fra queste, il quinto posto assoluto alla seconda edizione del "Girolago" – l’anno era il 1975,  partenza da Limone, percorso di 145 chilometri lungo il periplo del Garda ridotto per una frana sulla sponda veronese – corsa sotto le sedici ore. Per la cronaca, l’anno prima era arrivato 32esimo. Si prese una bella rivincita nella gara vinta dal reggiano Erio Rurini in 13 ore davanti al francese Marcel Bretagne (13h40’). “Poi – ricordano gli amici – gli facemmo una grande festa. Bei tempi…”.

"Il Cesare" dava una mano a tutti, dalla tombolata in piazza, alla festa di fine anno nel tendone della sua Villa. Che ha ospitato attori, autori, sportivi, medici, giornalisti, artisti. Quanti avevano qualcosa da “passare di mano”, in questo caso con la parola. Lui partecipava ad ogni evento mettendoci di suo, presenziando a un incontro, alle manifestazioni della Pro Loco. Fino ad arrivare alle sue “creature”. Le corse che aveva inventato sulle colline di casa. Percorsi e panorami che ha fatto conoscere, con gli amici del GSA Gargnano, a podisti di casa e oltre. Fra le altre, la "Villa-San Valentino" e la "Quater Pass a Gargnà". Ma ci sono, certamente non meno amate quanto rimpiante per non averle potute riproporre per mille motivi, la "Maratona  del Garda" (la prima il 5 dicembre 1976 con partenza da Salò, poi ad anni alterni da Gargnano) e la Maratonina. Fortemente da lui volute a Gargnano con il concorso dell’amico Costantino Felter, attuale presidente degli Amici del Podismo Valle del Chiese e Hinterland gardesano. Su, negli Anni Novanta fino a sfondare nel nuovo millennio. Sono arrivate le gazzelle africane a correre sulle strade gardesane. Keniani, etiopi, nordafricani,  ma anche ragazzi di casa che hanno poi fatto… strada. Facciamo franchi i nomi di foresti quanto di “indigeni” per non incorrere in colpevoli omissioni. Per questo ci saranno altre occasioni e tempi opportuni. Queste corse le avrebbe volute riproporre. “Si potrebbe organizzare una mezza, ancora una volta” diceva quando i conversari si infittivano. Rimane un sogno. Chissà, forse un progetto da mettere in cantiere, con il suo nome, lasciato a chi ne prende il testimone.

Quel giovedì sera è stato l’ultimo. La notizia ha colto tutti di sorpresa. Un fulmine a ciel sereno: “Il Cesare se ne è andato!”. Infine, di sabato pomeriggio, il saluto della sua Villa, di Gargnano tutta, dei molti amici conosciuti nel corso degli anni, nella chiesa di San Francesco. Gremita anzitempo. Con le preghiere, sono riecheggiate le parole messe nero su bianco da un amico di sempre, Elio Forti. Si erano sentiti al telefono poche ore prima, per parlare della prossima "Quater Pass", di un percorso da variare. Un altro progetto. Poi il gelo al sopraggiungere della notizia: “Il Cesare è corso via”.

Scrive l’amico Elio, altra anima dell’atletica altogardesana e del GS Montegargnano, compagno di mille trasferte e di altrettanti eventi vissuti sulla sponda dei protagonisti e dell’organizzazione: “Dire Cesare Bernardini significa dire Gsa Gargnano. Perché il mitico Gsa Gargnano, prima Società di Atletica dell’Alto Garda ad inserire una gara nel Calendario dell’Hinterland Gardesano, era la vera anima di Cesare. Il suo ideale ed il suo sogno perenne.Cesare era nato a Toscolano Maderno il 13 ottobre 1937 e fin da giovane si era dedicato allo sport. Buon fondista, era amante delle gran fondo ed ultramaratone. La Maratona del Garda prima, la Maratonina del Garda poi, sono state le sue principali creature. Hanno collocato Gargnano al centro dell’attenzione, prima provinciale, poi nazionale e, successivamente con l’inserimento nell’Hinterland Gardesano, anche internazionale! Grandi personaggi dell’atletica  leggera sono giunti in riva al Garda, grazie al suo costante ed incessante operare. Dietro le quinte, con semplicità d’animo, ma con entusiasmo smisurato e puro. Grazie Cesare, Gargnano ti ringrazia per quanto hai fatto per il tuo paese. Per la vita che gli hai dedicato, con rara ed invidiabile abnegazione. Ed anche la grande famiglia dell’Hinterland Gardesano ti ringrazia e ti cita come raro esempio da imitare, da invidiare, da ricordare nel futuro. Chissà se dove sei arrivato ora esiste un ufficio a cui inviare le domande per organizzare una gara. Lo scopriremo quando ti raggiungeremo. Per adesso un grande, sincero ed immenso GRAZIE CESARE!”.

A seguire il saluto, commosso e commovente, di Giacomino Magrograssi, altro amico di sempre:“Mi sei scappato avanti, una volta ancora. Ti raggiungerò al traguardo. Arriverò anch’io…”. C’era una certezza fra  quanti hanno accompagnato Cesarino, come lo ha chiamato il don durante l’omelia,  lungo la salita verso il camposanto del paese. Alla prossima "Quater Pass", quando forse l’aria di primavera inizierà a farsi sentire frizzante sulle onde del lago, Cesare ci sarà. In disparte, non si farà vedere, ma ci sarà. Sicuramente nel cuore di chi ha apprezzato la sua modestia, la sua disponibilità, la sua gran voglia di fare per la sua gente e il suo paese.

Siamo sicuri. Cesare sarà lì. A correre con noi.

Nelle foto: dall'archivio di Elio Forti immagini di Cesare Bernardini nei giorni da corridore di gran fondo; in una foto con altri soci del GSA Gargnano e il campione olimpico Alberto Juantorena che negli ultimi anni è stato coccolato ospite nella terra gargnanese.


Marzo, andiamo, è tempo di veleggiare

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Riceviamo dall' Ufficio PR Circolo Vela Gargnano & Univela Sailing Campione i dettagli del nutrito programma velico del mese di marzo nelle acque gardesane.

GARGNANO/CAMPIONE DEL GARDA - Marzo a tutta vela per la "macchina del vento" dell’alto Garda lombardo con la Joint Venture tra Circolo Vela Gargnano e Univela Sailing Campione, che proporrà gare in tutti i vari week end, alcune di valenza internazionale. Gargnano inizia già il 3 marzo ospitando i velisti della  “28ª Trans Lac en du” della Canottieri Garda, la simpatica sfida in notturna che, grazie alla luna piena, apre il lungo calendario del lago di Garda per il 2018. Dal 9 all'11 Univela proporrà un training internazionale con i catamarani volanti del singolo della Classe "A". 

Gli Under 15 della flotta dell’ Optimist saranno di scena alla base logistica di Univela con la Regata Internazionale, che coinvolgerà i velisti di buona parte del nord Italia. L’organizzazione è co - firmata da Gargnano - Campione Univela.  Il 25 marzo andrà in scena a Gargnano il "4O° Trofeo Roberto Bianchi",  prima stagionale per le classi monotipo ed i cabinati stazza Orc, mini long distance sulla rotta Gargnano-Forbisicle di Tignale-Gargnano. 

In occasione delle vacanze di Pasqua saranno due gli Easter Meeting, uno con i catamarani “volanti” della classe A in regata a Campione dal 29 al 1 aprile. I giovani dei doppi del cantiere Rs, Feva e 500, saranno invece a Gargnano per il 3° Meeting Internazionale-Trofeo Centrale del latte di Brescia.

 IL MEETING GIOVANILE DI GARGNANO

 Saranno gli equipaggi dei club della Canottieri Garda di Salò, i velisti del Circolo Vela del Savio, del Circolo Nautico di Brenzone, i protagonisti della nazionale degli "azzurrini” che saranno in gara nel Meeting di Pasqua,  nelle acque del Comune di  Gargnano. In acqua sono attesi più di 50 equipaggi, 20 - 30 stranieri provenienti da Gran Bretagna, Svezia e Repubblica Ceca, questi ultimi vincitori delle prime due edizioni, mentre gli inglesi dominarono il Campionato europeo del 2015, corso sempre al largo di Gargnano. L’appuntamento per tutti è a partire da giovedì 29 marzo nel tempio della "Centomiglia" (che quest’anno celebrerà la sua 68ª edizione l’ 8 e il 9 settembre). La base sarà alla Marina di Bogliaco visti i lavori di ripristino della piazzetta del borgo, resa famosa in tutto il mondo per i suoi scafi a bulbo, monotipo, libera e multiscafi da sempre ormeggiati “a secco” nel vari parcheggi. 

Tra le iniziative promozionali del Meeting Feva ci sarà una nuova serie di test della maglietta della salute realizzata da Xeos.it. Il progetto si basa sulla tecnologia del Remote System Control con 9 parametri vitali trasmessi su un dispositivo Video, di fatto il controllo dello stato di salute per i velisti in gara. La maglietta sarà indossata, durante le varie giornate del Meeting, dai ragazzi della flotta giovanile, da alcuni studenti del CUS Brescia, dal team Aron dei Dolphin. L’Easter Meeting 2017 avrà come Partner la Centrale del Latte di Brescia, Brescia Tourism, Ori Martin, Univela Sailing Campione del Garda, Unidelta, il Consiglio Regionale della Lombardia, il Comune di Gargnano, il CUS Brescia, Xeos. Ad affiancare il CV Gargnano ci sarà, per la prima volta, Garda Uno Lab.

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