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In questa Sezione pubblico e commento le nuove acquisizioni della “Collezione”, siano esse libri o riviste, ma anche poster, quadri, magliette di atleti, scarpe, numeri di gara, medaglie, francobolli, ecc., materiale che già ora è presente nelle due sale di esposizione (circa 150 metri quadrati, forse qualcosa di più che di meno), situate nell’edificio in via Monsignor Giacomo Tavernini, 35, a Navazzo, località nel Comune di Gargnano, sul lago di Garda. La “Collezione” presenta due nuclei essenziali: i Giochi Olimpici e l’atletica, ma non rifiuta certo anche altri sport, in particolare alcuni che mi hanno sempre entusiasmato, come rugby, ciclismo, tennis, pallacanestro; non manca neppure il calcio. 

Una spiegazione è dovuta. Qualcuno mi ha fatto notare che, talvolta, parlo di libri che non sono novità. Certo. Il motivo è che presento e commento solo i libri che ho davvero letto. Questo vale per le opere, diciamo così “di lettura”. È ovvio che una pubblicazione statistica non la leggo cifra per cifra, ma anche in questi casi sfoglio, conosco i contenuti, cerco di fissarli nella memoria, e questo può sempre tornare utile, soprattutto in caso di ricerca saper dove trovare quello che serve fa risparmiare un sacco di tempo. 

Il prossimo passo determinante sarebbe quello di porre mano ad un catalogo dell’esistente. Me lo ripetono in tanti, come se non lo sapessi da solo, ma dire agli altri quello che dovrebbero fare, e farlo realmente, beh, ce ne corre. Chissà che prima o poi non riesca anche ad iniziarlo. Quanto a finirlo, quien sabe?, dovrebbe darmi un aiuto determinante il buon Dio. Ma non gli ho ancora chiesto se è d’accordo. 

Un ringraziamento che sgorga dal cuore: a tutti quelli che mi hanno dato e continuano a darmi pezzi per la “Collezione”. Quando l’occhio corre sulle pareti e sugli scaffali mi sovvengono nomi, facce, amicizie, affetti, taluni perduti. Sappiate che quello che avete dato a questo angolino della memoria non andrà invece perduto.

 

Système rationnel pour classer les performances athlétiques - Edizione 1954

Pubblicato 10 Dicembre 2014

 


SPORT Atletica leggera 
AUTORE Dr. Fernando Amado
EDITORE Federaςão Portuguesa de Atletismo, che a quei tempi teneva "bottega" in P. da Alegria, 65 - Lisboa
CONTENUTO Trattasi delle tabelle per la valutazione in punti delle prestazioni atletiche. Questa, conosciuta come "Tabella Portoghese", fu messa a punto da Fernando Amado nel 1930 e adottata dalla Federazione Portoghese nel 1949. La edizione che qui viene presentata fu rivista e corretta nel 1954, prima dei Campionati d'Europa di Berna. Bruno Bonomelli ne fece richiesta alla Federazione nel 1956 e la ricevette con una breve lettera di accompagnamento del Segretario Generale il quale annuncia l'intenzione di presentare il Sistema Portoghese all'attenzione del Congresso della I.A.A.F., e conclude:"Nous serions heureux de connaitre vostre impression au sujet de la valeur de l'ouvrage".

Istruttiva la Introduzione che ricostruisce i vari sistemi di punteggio, dal primo introdotto ai Giochi Olimpici di Stoccolma 1912, a quello finlandese (1932), a quello, appunto, portoghese. Roba da matematici, e Bonomelli che di statistica e di matematica era un cultore non manca di fare parecchie annotazioni nel libretto.

UNA FRASE  
ACQUISIZIONE Donazione Rosetta e Bruno Bonomelli
ANNOTAZIONI

Per parte mia, non ho mai creduto nelle Tabelle di punteggio come atto di fede. Ognuno, con conoscenza matematiche, si può costruire la sua tabella, valida e affidabile al pari delle altre. Quello che è molto più difficile è farla accettare dall'organo di governo dell'atletica mondiale. Infatti, la Tabella Portoghese non fu mai adottata dalla I.A.A.F. C'è una frase di Amado, lapalissiana ma centratissima:"Toutes les spécialités athlétiques, en courses, sauts et lancements, sont diverses du point de vue de la nature de l'effort et, par conséquent, a chacune devra s'adapter une ligne de construction prope et singulière". Tutte le Tabelle altro non sono che una convenzione che deve essere accettata come base per la valutazione, in particolare, direi esclusivamente, delle prove multiple.

Una nuova elaborazione fu compilato, in due volumi, nel 1962. Anche questi sono presenti in "Collezione", dove esistono parecchie altre Tabelle di punteggio, soprattutto della I.A.A.F., pubblicate in epoche diverse.

 

Jessica Ennis - Unbelievable - from my chilhood dreams to winning Olympic Gold

Pubblicato 18 Novembre 2014

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SPORT Atletica leggera
AUTORE Jessica Ennis in collaborazione con Rick Broadbent 
EDITORE Hodder & Stoughton Ltd, London - Pubblicato nel 2012 - www.hodder.co.uk
CONTENUTO Una biografia reale, scritta (in inglese, ovviamente) in maniera semplice, quasi scolastica. Un diario a cuore aperto, annotazioni sui genitori, sul razzismo di quei tempi, sul bullismo (oh sì, anche questo sempre esistito). Padre immigrato dalla Giamaica di cui sentiva nostalgia, "mum was a rebel, a wild child", una casa modesta, la famiglia non nuotava nell'abbondanza, ma "even thought we did not have a lot of money, and spent our chilhoods in clothes from charity shops and hand-me-downs, my parents never allowed us to feel that we were missing out". Qualcosa per sorridere:"My closest girlfriend was Charlotte. We met at infants and remained best friends through school, university, sport and adulthood. I would follow her around and do whatever she wanted to do.'Don't be a sheep' my mum would tell me, but I ignored her and joined the brass band, playing the trombone, not through any great love of music, but because Charlotte played the cornet". Altra simpatica storiella:"I also had a close friend, Lorna. Both of us had a fixation with the film The Bodyguard and especially Whitney Houston. I was about twelve years old when I decided I would cut my hair like her, so I began to hack away...It was the worst hairstyle I'd had...".

È merito di sua madre Alison la scoperta dello sport."My mum saw an advert for a summer camp at the Don Valley Stadium in Sheffield. It was my first taste of sport...". Piano piano l'atletica entra nella sua vita. "I was glad I had athletics as a focus". Comincia con le gare di velocità, poi prova il salto in alto, ma sono gli ostacoli i suoi preferiti. Adesso è sotto la guida tecnica di Nicola Gautier, una eptatleta con aspirazioni da bobbista, con una carica agonistica eccezionale che trasmette a Jessica. Nicola è allenata da "a bearlike man of Italian descent", una specie di orso umano, insomma, che poi la sposerà. Jessica passa sotto le grinfie tecniche di Toni Minichiello, questo il nome , e scrive nel suo libro:"It was the start of a love-hate relationship that has caused me more tears, pain and ultimately joy than I could have ever dreaded or wished for. I was thirteen and utterly intimidated by this coach with the sharp tongue and fierce reputation". Toni parla con mum e inizia a lavorare sulla ragazzina. Basta, da qui in poi è un ordinato susseguirsi di ricordi legati alla sua crescita atletica, una testimonianza di ordine e di precisione sicuramente frutto di annotazioni quotidiane. Un crescendo di gare, misure, medaglie, successi, qualche insuccesso, molte considerazioni sull'atletica, sui rapporti umani, sul suo legame indissolubile con Sheffield. Il libro va letto, non va raccontato.

UNA FRASE "I believe we all have a journey. It may be in sport or something completely different. I received so many letters from young people that I hope are inspired by what I have done. I do not mean that they have to became Olympians, but just to find what they want to do and then not let the setbacks along the way grind them down and make them give up. I was once a small girl from Sheffield, dealing with bullies and normalteenage insecurities, but I always believed. And when you do that, life can get unbelievable". È la frase conclusiva del libro.
ACQUISIZIONE Omaggio di Mark Butler, con dedica, cui, 29 Maggio 2015, al Mosle Stadion di Goetzis, si sono aggiunte quelle di Jessica e di Toni.
ANNOTAZIONI Ho conosciuto Toni Minichiello al meeting di prove multiple di Desenzano (dove Jessica ha gareggiato cinque volte fra il 2003 e il 2009). Il contatto diretto con Toni fu nel 2007, Jessica aveva saltato 1.95 che eguagliava il primato britannico e voleva mandare delle note a amici e giornalisti nel Regno Unito. Io ero l'unico nello stadio che avesse una connessione Internet per poter fare il mio lavoro. Fra una e mail e l'altra chiacchierammo un po'. Da allora il rapporto è sempre stato di viva e corretta cordialità, come con Jessica. Nonostante questo non ho mai saputo che il soprannome di Toni sia "Chell". Dice Jessica nella parte dei ringraziamenti iniziali:" Chell - what can I say - you have done a great job, always believed in me and made me laugh and cry along the way". 

 

Genova e l'atletica, l'avventura di un secolo - Nel centenario della Società Sportiva Trionfo Ligure

Pubblicato 17 Novembre 2014

 


SPORT Atletica leggera
AUTORE Attilio Fezzardi
EDITORE Fratelli Frizzi Editori - Genova - www.frillieditori.com - Edito nel 2006
CONTENUTO Corposa opera che partendo dall'intento di celebrare i 100 anni della S.S. Trionfo Ligure spazia su gran parte dell'atletica a Genova, giusto il titolo che coniuga il nome della città non solo con la società sportiva di cui si vuole celebrare il centenario ma tutto il movimento atletico che fu per decenni all'avanguardia nel generale contesto italiano. Pieno di notizie, personaggi, tempi, Fezzardi - che ebbi modo di conoscere durante la mia permanenza alla Federazione italiana, lui componente del Comitato Ligure - ha dato il massimo nella ricerca iconografica. Questo libro ha pochissimi rivali quanto a ricchezza di fotografie, in particolare la parte "antica" è da centellinare pagina per pagina, le immagini sono centinaia. Seppure rimpicciolite, molto belle e rare le pagine del Bollettino Ufficiale della F.I.S.A., la Federazione Italiana degli Sports Atletici. La prima pagina del 20 novembre 1919 riporta la lettera che Massimo Cartasegna, gran corridore di anni prima, scrive al presidente della Federazione  per informarlo che ha istituito "...premi del valore di L.250 cadauno per quei corridori italiani che nel 1920 eguaglino o battano uno dei records qua sotto segnati". Segue la tabella dei primati I.A.A.F.. In mezzo alle immagini, è un ripasso storico leggere le brevi ma complete biografie dei migliori atleti che hanno vestito i colori del Trionfo Ligure: Alfredo Gargiullo (con qualche errore di troppo), morto a soli 22 anni. Oppure Giacomo Carlini, che "trionfino non è stato mai", ma grande è stato: due Olimpiadi, '28 e '32, ostacolista e decatleta: il suo primato, pur con tutte le capriole delle tabelle dei punteggi, resistette 27 anni in Italia e ben 49 in Liguria, migliorato da Brogini nel 1979, pensate un po'! Morì giovane, a soli 59 anni, nel 1963. Oppure di un altro grande, Angelo Davoli, anche per lui i Giochi di Parigi 1924, mezzofondista, crossista, atleta che duellava con Giuseppe Lippi, con Carlo Speroni, vari primati nazionali sul miglio e tanto altro. Racconta Fezzardi, in chiusura della biografia che il 7 marzo 1978, durante una riunione della società, versò al cassiere (il Fezzardi medesimo, quindi buon testimone) la quota sociale del '78 e anche quella del '79 dicendo:"Stai pur certo che io l'anno prossimo non ci sarò più". Morirà improvvisamente sei giorni dopo questo episodio. Senza dimenticare Giovanni Garaventa.

Gli anni del Regime, il proliferare di società atletiche, e poi gli anni dell'immediato Dopoguerra con tanti mezzofondisti liguri di eccellente valore per i tempi e un club simile "Trionfo Genovese": Giuseppe Beviacqua, Mario Nocco, Alfredo Lazzerini. Nel 1947 nasce la Coppa Mairano, una staffetta su strada che fu una delle migliori gare podistiche, e non solo per quei tempi: venivano da tutta Europa a confrontarsi con i migliori italiani, Ambu, Volpi, Conti, Italia, Perrone. 

Nel 1957 il club vuole ricordare degnamente i suoi 50 anni di vita e organizza un meeting internazionale a "San Martino": ci sono i russi Kuts, Bolotnikov, Bartenyev, il giavellottista Kuznetsov (che stabilisce il nuov primato dell'URSS con 83.78), c'è Stepanov (quello della famosa scarpetta ortopedica) e i migliori saltatori svedesi Petterson e Dahl. Si va verso il 1960, anno dei Giochi Olimpici a Roma e il "Trionfo" tocca il cielo con un dito: Silvio "Sisso" De Florentiis  veste la sua prima maglia azzurra proprio in occasione dei Giochi, convocato per la maratona. Quasi un ultimo atto prima che cali un'altra volta il sipario sulle fortuna di questa bella società genovese. Che, come i gatti, avrà una nuova vita, nuovi protagonisti, rinnovato entusiasmo. Intanto ha consegnato all'archivio della memoria un patrimonio davvero unico.

UNA FRASE  
ACQUISIZIONE Regalo di Angela Cartasegna e Edoardo Giorello (che a questo libro ha elargito "consigli, pareri, appunti, dati certi, regalati con generosità").
ANNOTAZIONI Il 3 ottobre 2006 il Comitato Olimpico Nazionale Italiano decreta l'assegnazione della Stella d'oro al merito sportivo alla società "Trionfo Ligure".

 

The Pentathlon of the Ancient World

Pubblicato 12 Novembre 2014


SPORT Storia dello sport
AUTORE Frank Zarnowski
EDITORE McFarland and Company, Inc., Publishers - Jefferson, North Carolina, and London - Edito nel 2013 - www.mcfarlandpub.com
CONTENUTO Trattasi di uno studio approfondito sulla natura della disciplina che noi conosciamo come "prove multiple". Il riferimento è il Pentathlon dei Giochi Olimpici greci: la natura e le origini dell'evento, le dispute circa i sistemi per determinare i vincitori; gli eventi che componevano il Pentathlon: il disco, il salto, il giavellotto, la corsa, la lotta. Nella terza parte si tratta della storia dell'antico Pentathlon, prendendo in esame i periodi storici secondo la tradizionale classificazione: periodo Arcaico,  Classico, Hellenistico, Greco-Romano e Imperiale, una suddivisione semplificata ma che aiuta a capire anche chi non ha dimestichezza con la storia della Grecia. A pagina 111 l'autore ci regala una ricostruzione dei nomi dei vincitori "pentatleti" di tutti i vari Giochi, che, come sanno quasi tutti, non erano solo quelli di Olympia, e dei maggiori Festival, l'equivalente, banalizzando, dei nostri moderni meeting. Segue un indice, per ordine alfabetico, dei pentatleti di cui si conoscono i nomi. Un capitolo che incrocia sport e arte è quello dedicato alle statue che ciascun vincitore aveva il diritto di farsi scolpire. Racconta Zarnowski una simpatica storiella, che favoleggia di un giovane sprinter un po' presuntuoso al quale un oracolo aveva predetto la vittoria olimpica. Il giovanotto, anticipando i tempi, si fece costruire la sua statua e se la portò a Olympia. L'oracolo azzeccò il pronostico e allora il giovane sprinter dedicò quella che doveva essere la sua statua a Zeus. Vengono poi le Odi, una in particolare: quella dedicata da Pindaro, considerato il più grande poeta lirico della Grecia antica, a Xenophon di Corinto, che nel 464 a.C., a Olympia, vinse lo Stadio (corsa) e il Pentathlon. Si parla poi dei premi e, ieri come oggi, i pentatleti non erano fra i più pagati: in un reperto arrivato dall'Asia Minore si parla di 500 denarii, che, fatti i raffronti, equivarrebbero a 10.500 dollari di oggi, come il quarto classificato dello I.A.A.F. Combined Events Challenge. All'inizio del VI secolo il Pentathlon cadde nell'oblio, bisognerà attendere il XVIII secolo per riesumarne lo spirito. Si va verso la conclusione con una parte di "modernariato".
UNA FRASE Nella Prefazione, parlando del meeting di Götzis:"I travel to this village in the Alps to officiate, report, advise, referee, and shout approval for the world's most versatile athletes. But mostly I go to talk with Magnusson and Lerch, men who are the modern brain trust of an athletic concept that stratches back three millennia". Rooney Magnusson, svedese di Stoccolma, professore universitario di matematica, ora in pensione e suonatore di violino da far invidia ai concertisti, Konrad Lerch, ingegnere austriaco, ostacolista in gioventù fino al titolo nazionale sui 110 metri ostacoli, poi allenatore, poi ancora fondatore e direttore dell'Hypo-Meeting di questa piccola, insostituibile costellazione sportiva che è Götzis. Da qualche anno lo svedese non siede più sui gradoni del Mösle-Stadium, qualche acciacco dell'età, l'elegante ingegnere austriaco ha passato la mano a quelli più giovani. Non possono essere rimpiazzati, al loro confronto gli altri sono dei pigmei. Frank Zarnowski ma con chi parli adesso? Con i bottegai?
ACQUISIZIONE Acquistata una copia (Euro 27,00) al Meeting internazionale di prove multiple HYPO-MEETING, a Götzis, Austria, nel maggio 2013 - Dedica dell'autore 
ANNOTAZIONI Dovrebbe essere rifiutato l'ingresso in qualsiasi stadio dove si disputino un decathlon o un heptathlon a chiunque non sappia dire chi è Frank Zarnowski. Commentatore televisivo, autore di numerosi libri imprescindibili per chi voglia conoscere le prove multiple, fondatore di una newsletter fondamentale - DECA -  per conoscere le prove multiple in USA. Nella vita di ogni giorno? Professore universitario, visiting professor of Economics al Dartmouth College, e dean (il preside della Facoltà, in Italia) of the Graduate Program of Business at Mount St. Mary's College, in Maryland. E, tra una lezione e l'altra, le prove multiple.

In "Collezione" non mancano i libri di Frank Zarnowski. In lingua inglese, ovviamente.

 

Breve storia dell'atletica leggera ticinese

Pubblicato 11 Novembre 2014

 



SPORT Atletica leggera 
AUTORE Armando Libotte
EDITORE Conosciamo il nome dello stampatore: Tipografia La Commerciale S.A. di Lugano - 1962. Parecchie pubblicazioni di atletica sono uscite da questi torchi, in particolare alcune delle prime edizioni dell'A.T.F.S. Annual, quando erano opera di due "artigiani" della statistica come Roberto L. Quercetani e Fulvio Regli, che a Lugano stava di casa.
CONTENUTO Dalle prime righe delle "Note introduttive", dalle quali si apprende la nascita del movimento ticinese legato soprattutto agli universitari, in 137 pagine, limpide, essenziali, accurate, la storia dell'atletica di quel bell'angolo di Svizzera fino al 1962. Accattivanti foto d'epoca corredano, specialità dopo specialità, i testi di Libotte. Curiosando fra le pagine ho trovato traccia di una persona che ho avuto il piacere di incontrare nella mia carriera di imbrattacarte o di manovale della parola. Una persona che mi ha chiamato al suo fianco, alla Televisione Svizzera Italiana, durante le "dirette" di maratone olimpiche o mondiali per "entrare" con qualche commento storico o statistico: Luigi Morandi, che si alternava con Libano Zanolari, durante i grandi eventi dell'atletica mondiale. Due dei migliori commentatori di atletica che ho conosciuto, e a cui ho "prestato" i miei modesti commenti con grande piacere. Luigi era veloce di lingua nelle cronache televisive ma lo fu anche di gambe. Leggete alcuni passaggi scritti da Libotte:" Luigi Morandi è uscito dalle file della S.A.Massagno...Era un ragazzo dotato magnificamente. Vinse i titoli nazionali juniores dei 100 e 200 m....Nel 1958 fu selezionato contro la Jugoslavia e contribuì al successo della nostra 4x100. Un infortunio contratto in servizio militare troncò bruscamente una carriera che si preannunciava splendida". E invece fece carriera giornalistica e televisiva: prima al "Giornale del Popolo" e allo "Sport Ticinese" e poi la lunga stagione televisiva.

Superfluo dire che alle pagine dove si tratta di marcia il nome del "ruviglianese Armando Libotte" necessariamente ricorre molte volte ma sempre con l'ottica del notaio che registra titoli ticinesi e primati, mai in termini incensatorii. Un'ultima curiosità: il primo primatista ticinese di salto in alto con 1.65 nel 1923 fu Spartaco Zeli (SG Bellinzona) che negli anni seguenti si dedicò con successo al lancio del peso con una brillantissima carriera: divenne primatista svizzero e vestì 17 volte la maglia della Nazionale elvetica, ovviamente anche in alcuni incontri con la squadra azzurra: a Bergamo nel 1931, a Zurigo nel '32, a Padova nel '33, a Losanna nel '34. Nella vita esercitò la professione di avvocato.

UNA FRASE  
ACQUISIZIONE Donazione Rosetta e Bruno Bonomelli
ANNOTAZIONI Sono debitore al mio amico Alberto Bordoli di alcune note che mi ha mandato sull'autore di questo libro. Per scrivere compiutamente di Armando Libotte servirebbe un libro, ben corposo. Avete presente quella che oggi si chiama "IAAF World Race Walking Cup", in parole più familiari la Coppa del mondo di marcia? Bene: se l'è inventata Armando Libotte con il nome di Lugano Trophy, prima edizione 1961, vittoria di Abdon Pamich sulla 50 km. Erano due competizioni per gli uomini: la "20" e la "50", e la classifica per Nazioni. Poi con l'avanzare della specialità anche fra le donne nacque la "Eschborn Cup" (1979) a loro riservata. Le due manifestazioni confluirono infine nella World Cup voluta dalla I.A.A.F..Marciatore lui stesso, il signor Armando: ha preso parte a diverse edizioni della "100 Chilometri" in Brianza, la prima volta nel 1948, fu undicesimo. Partecipò ad altre edizioni, cinque in totale, la migliore nel 1950, quarto classificato. Prese parte anche a qualche edizione dei Campionato italiano sui 50 km. Fu componente della sua squadra in un incontro di sola marcia Svizzera - Italia disputato a Lugano (sarà stato un caso...) nel giugno del 1946.  Il suo amore ha partorito altre "classiche" della marcia lunga: la Airolo-Chiasso e la 100 km del Ticino. Apprezzato giornalista, autore di parecchi libri sullo sport nel Ticino, socio d'onore della Federazione Svizzera, animatore della famosa S.A.L. Società Atletica Lugano, che ha avuto fra i suoi tesserati anche Adolfo Consolini quando, a causa dell'età, non poteva più tesserarsi in Italia. Altri tempi.... Libotte fu anche giudice internazionale di marcia, operando in ben sette edizioni dei Giochi Olimpici, dal 1952 al 1976. Ironicamente, amava ricordare che ai Giochi di Melbourne '56 fu il solo svizzero presente....la Nazione non aveva mandato atleti come protesta contro l'invasione dell'Ungheria da parte delle truppe sovietiche.

 

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