In questa Sezione pubblico e commento le nuove acquisizioni della “Collezione”, siano esse libri o riviste, ma anche poster, quadri, magliette di atleti, scarpe, numeri di gara, medaglie, francobolli, ecc., materiale che già ora è presente nelle due sale di esposizione (circa 150 metri quadrati, forse qualcosa di più che di meno), situate nell’edificio in via Monsignor Giacomo Tavernini, 35, a Navazzo, località nel Comune di Gargnano, sul lago di Garda. La “Collezione” presenta due nuclei essenziali: i Giochi Olimpici e l’atletica, ma non rifiuta certo anche altri sport, in particolare alcuni che mi hanno sempre entusiasmato, come rugby, ciclismo, tennis, pallacanestro; non manca neppure il calcio.
Una spiegazione è dovuta. Qualcuno mi ha fatto notare che, talvolta, parlo di libri che non sono novità. Certo. Il motivo è che presento e commento solo i libri che ho davvero letto. Questo vale per le opere, diciamo così “di lettura”. È ovvio che una pubblicazione statistica non la leggo cifra per cifra, ma anche in questi casi sfoglio, conosco i contenuti, cerco di fissarli nella memoria, e questo può sempre tornare utile, soprattutto in caso di ricerca saper dove trovare quello che serve fa risparmiare un sacco di tempo.
Il prossimo passo determinante sarebbe quello di porre mano ad un catalogo dell’esistente. Me lo ripetono in tanti, come se non lo sapessi da solo, ma dire agli altri quello che dovrebbero fare, e farlo realmente, beh, ce ne corre. Chissà che prima o poi non riesca anche ad iniziarlo. Quanto a finirlo, quien sabe?, dovrebbe darmi un aiuto determinante il buon Dio. Ma non gli ho ancora chiesto se è d’accordo.
Un ringraziamento che sgorga dal cuore: a tutti quelli che mi hanno dato e continuano a darmi pezzi per la “Collezione”. Quando l’occhio corre sulle pareti e sugli scaffali mi sovvengono nomi, facce, amicizie, affetti, taluni perduti. Sappiate che quello che avete dato a questo angolino della memoria non andrà invece perduto.
Système rationnel pour classer les performances athlétiques - Edizione 1954
Jessica Ennis - Unbelievable - from my chilhood dreams to winning Olympic Gold
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SPORT | Atletica leggera | |
AUTORE | Jessica Ennis in collaborazione con Rick Broadbent | |
EDITORE | Hodder & Stoughton Ltd, London - Pubblicato nel 2012 - www.hodder.co.uk | |
CONTENUTO | Una biografia reale, scritta (in inglese, ovviamente) in maniera semplice, quasi scolastica. Un diario a cuore aperto, annotazioni sui genitori, sul razzismo di quei tempi, sul bullismo (oh sì, anche questo sempre esistito). Padre immigrato dalla Giamaica di cui sentiva nostalgia, "mum was a rebel, a wild child", una casa modesta, la famiglia non nuotava nell'abbondanza, ma "even thought we did not have a lot of money, and spent our chilhoods in clothes from charity shops and hand-me-downs, my parents never allowed us to feel that we were missing out". Qualcosa per sorridere:"My closest girlfriend was Charlotte. We met at infants and remained best friends through school, university, sport and adulthood. I would follow her around and do whatever she wanted to do.'Don't be a sheep' my mum would tell me, but I ignored her and joined the brass band, playing the trombone, not through any great love of music, but because Charlotte played the cornet". Altra simpatica storiella:"I also had a close friend, Lorna. Both of us had a fixation with the film The Bodyguard and especially Whitney Houston. I was about twelve years old when I decided I would cut my hair like her, so I began to hack away...It was the worst hairstyle I'd had...".
È merito di sua madre Alison la scoperta dello sport."My mum saw an advert for a summer camp at the Don Valley Stadium in Sheffield. It was my first taste of sport...". Piano piano l'atletica entra nella sua vita. "I was glad I had athletics as a focus". Comincia con le gare di velocità, poi prova il salto in alto, ma sono gli ostacoli i suoi preferiti. Adesso è sotto la guida tecnica di Nicola Gautier, una eptatleta con aspirazioni da bobbista, con una carica agonistica eccezionale che trasmette a Jessica. Nicola è allenata da "a bearlike man of Italian descent", una specie di orso umano, insomma, che poi la sposerà. Jessica passa sotto le grinfie tecniche di Toni Minichiello, questo il nome , e scrive nel suo libro:"It was the start of a love-hate relationship that has caused me more tears, pain and ultimately joy than I could have ever dreaded or wished for. I was thirteen and utterly intimidated by this coach with the sharp tongue and fierce reputation". Toni parla con mum e inizia a lavorare sulla ragazzina. Basta, da qui in poi è un ordinato susseguirsi di ricordi legati alla sua crescita atletica, una testimonianza di ordine e di precisione sicuramente frutto di annotazioni quotidiane. Un crescendo di gare, misure, medaglie, successi, qualche insuccesso, molte considerazioni sull'atletica, sui rapporti umani, sul suo legame indissolubile con Sheffield. Il libro va letto, non va raccontato. |
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UNA FRASE | "I believe we all have a journey. It may be in sport or something completely different. I received so many letters from young people that I hope are inspired by what I have done. I do not mean that they have to became Olympians, but just to find what they want to do and then not let the setbacks along the way grind them down and make them give up. I was once a small girl from Sheffield, dealing with bullies and normalteenage insecurities, but I always believed. And when you do that, life can get unbelievable". È la frase conclusiva del libro. | |
ACQUISIZIONE | Omaggio di Mark Butler, con dedica, cui, 29 Maggio 2015, al Mosle Stadion di Goetzis, si sono aggiunte quelle di Jessica e di Toni. | |
ANNOTAZIONI | Ho conosciuto Toni Minichiello al meeting di prove multiple di Desenzano (dove Jessica ha gareggiato cinque volte fra il 2003 e il 2009). Il contatto diretto con Toni fu nel 2007, Jessica aveva saltato 1.95 che eguagliava il primato britannico e voleva mandare delle note a amici e giornalisti nel Regno Unito. Io ero l'unico nello stadio che avesse una connessione Internet per poter fare il mio lavoro. Fra una e mail e l'altra chiacchierammo un po'. Da allora il rapporto è sempre stato di viva e corretta cordialità, come con Jessica. Nonostante questo non ho mai saputo che il soprannome di Toni sia "Chell". Dice Jessica nella parte dei ringraziamenti iniziali:" Chell - what can I say - you have done a great job, always believed in me and made me laugh and cry along the way". |
Genova e l'atletica, l'avventura di un secolo - Nel centenario della Società Sportiva Trionfo Ligure
SPORT | Atletica leggera | |
AUTORE | Attilio Fezzardi | |
EDITORE | Fratelli Frizzi Editori - Genova - www.frillieditori.com - Edito nel 2006 | |
CONTENUTO | Corposa opera che partendo dall'intento di celebrare i 100 anni della S.S. Trionfo Ligure spazia su gran parte dell'atletica a Genova, giusto il titolo che coniuga il nome della città non solo con la società sportiva di cui si vuole celebrare il centenario ma tutto il movimento atletico che fu per decenni all'avanguardia nel generale contesto italiano. Pieno di notizie, personaggi, tempi, Fezzardi - che ebbi modo di conoscere durante la mia permanenza alla Federazione italiana, lui componente del Comitato Ligure - ha dato il massimo nella ricerca iconografica. Questo libro ha pochissimi rivali quanto a ricchezza di fotografie, in particolare la parte "antica" è da centellinare pagina per pagina, le immagini sono centinaia. Seppure rimpicciolite, molto belle e rare le pagine del Bollettino Ufficiale della F.I.S.A., la Federazione Italiana degli Sports Atletici. La prima pagina del 20 novembre 1919 riporta la lettera che Massimo Cartasegna, gran corridore di anni prima, scrive al presidente della Federazione per informarlo che ha istituito "...premi del valore di L.250 cadauno per quei corridori italiani che nel 1920 eguaglino o battano uno dei records qua sotto segnati". Segue la tabella dei primati I.A.A.F.. In mezzo alle immagini, è un ripasso storico leggere le brevi ma complete biografie dei migliori atleti che hanno vestito i colori del Trionfo Ligure: Alfredo Gargiullo (con qualche errore di troppo), morto a soli 22 anni. Oppure Giacomo Carlini, che "trionfino non è stato mai", ma grande è stato: due Olimpiadi, '28 e '32, ostacolista e decatleta: il suo primato, pur con tutte le capriole delle tabelle dei punteggi, resistette 27 anni in Italia e ben 49 in Liguria, migliorato da Brogini nel 1979, pensate un po'! Morì giovane, a soli 59 anni, nel 1963. Oppure di un altro grande, Angelo Davoli, anche per lui i Giochi di Parigi 1924, mezzofondista, crossista, atleta che duellava con Giuseppe Lippi, con Carlo Speroni, vari primati nazionali sul miglio e tanto altro. Racconta Fezzardi, in chiusura della biografia che il 7 marzo 1978, durante una riunione della società, versò al cassiere (il Fezzardi medesimo, quindi buon testimone) la quota sociale del '78 e anche quella del '79 dicendo:"Stai pur certo che io l'anno prossimo non ci sarò più". Morirà improvvisamente sei giorni dopo questo episodio. Senza dimenticare Giovanni Garaventa.
Gli anni del Regime, il proliferare di società atletiche, e poi gli anni dell'immediato Dopoguerra con tanti mezzofondisti liguri di eccellente valore per i tempi e un club simile "Trionfo Genovese": Giuseppe Beviacqua, Mario Nocco, Alfredo Lazzerini. Nel 1947 nasce la Coppa Mairano, una staffetta su strada che fu una delle migliori gare podistiche, e non solo per quei tempi: venivano da tutta Europa a confrontarsi con i migliori italiani, Ambu, Volpi, Conti, Italia, Perrone. Nel 1957 il club vuole ricordare degnamente i suoi 50 anni di vita e organizza un meeting internazionale a "San Martino": ci sono i russi Kuts, Bolotnikov, Bartenyev, il giavellottista Kuznetsov (che stabilisce il nuov primato dell'URSS con 83.78), c'è Stepanov (quello della famosa scarpetta ortopedica) e i migliori saltatori svedesi Petterson e Dahl. Si va verso il 1960, anno dei Giochi Olimpici a Roma e il "Trionfo" tocca il cielo con un dito: Silvio "Sisso" De Florentiis veste la sua prima maglia azzurra proprio in occasione dei Giochi, convocato per la maratona. Quasi un ultimo atto prima che cali un'altra volta il sipario sulle fortuna di questa bella società genovese. Che, come i gatti, avrà una nuova vita, nuovi protagonisti, rinnovato entusiasmo. Intanto ha consegnato all'archivio della memoria un patrimonio davvero unico. |
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UNA FRASE | ||
ACQUISIZIONE | Regalo di Angela Cartasegna e Edoardo Giorello (che a questo libro ha elargito "consigli, pareri, appunti, dati certi, regalati con generosità"). | |
ANNOTAZIONI | Il 3 ottobre 2006 il Comitato Olimpico Nazionale Italiano decreta l'assegnazione della Stella d'oro al merito sportivo alla società "Trionfo Ligure". |
The Pentathlon of the Ancient World
SPORT | Storia dello sport | |
AUTORE | Frank Zarnowski | |
EDITORE | McFarland and Company, Inc., Publishers - Jefferson, North Carolina, and London - Edito nel 2013 - www.mcfarlandpub.com | |
CONTENUTO | Trattasi di uno studio approfondito sulla natura della disciplina che noi conosciamo come "prove multiple". Il riferimento è il Pentathlon dei Giochi Olimpici greci: la natura e le origini dell'evento, le dispute circa i sistemi per determinare i vincitori; gli eventi che componevano il Pentathlon: il disco, il salto, il giavellotto, la corsa, la lotta. Nella terza parte si tratta della storia dell'antico Pentathlon, prendendo in esame i periodi storici secondo la tradizionale classificazione: periodo Arcaico, Classico, Hellenistico, Greco-Romano e Imperiale, una suddivisione semplificata ma che aiuta a capire anche chi non ha dimestichezza con la storia della Grecia. A pagina 111 l'autore ci regala una ricostruzione dei nomi dei vincitori "pentatleti" di tutti i vari Giochi, che, come sanno quasi tutti, non erano solo quelli di Olympia, e dei maggiori Festival, l'equivalente, banalizzando, dei nostri moderni meeting. Segue un indice, per ordine alfabetico, dei pentatleti di cui si conoscono i nomi. Un capitolo che incrocia sport e arte è quello dedicato alle statue che ciascun vincitore aveva il diritto di farsi scolpire. Racconta Zarnowski una simpatica storiella, che favoleggia di un giovane sprinter un po' presuntuoso al quale un oracolo aveva predetto la vittoria olimpica. Il giovanotto, anticipando i tempi, si fece costruire la sua statua e se la portò a Olympia. L'oracolo azzeccò il pronostico e allora il giovane sprinter dedicò quella che doveva essere la sua statua a Zeus. Vengono poi le Odi, una in particolare: quella dedicata da Pindaro, considerato il più grande poeta lirico della Grecia antica, a Xenophon di Corinto, che nel 464 a.C., a Olympia, vinse lo Stadio (corsa) e il Pentathlon. Si parla poi dei premi e, ieri come oggi, i pentatleti non erano fra i più pagati: in un reperto arrivato dall'Asia Minore si parla di 500 denarii, che, fatti i raffronti, equivarrebbero a 10.500 dollari di oggi, come il quarto classificato dello I.A.A.F. Combined Events Challenge. All'inizio del VI secolo il Pentathlon cadde nell'oblio, bisognerà attendere il XVIII secolo per riesumarne lo spirito. Si va verso la conclusione con una parte di "modernariato". | |
UNA FRASE | Nella Prefazione, parlando del meeting di Götzis:"I travel to this village in the Alps to officiate, report, advise, referee, and shout approval for the world's most versatile athletes. But mostly I go to talk with Magnusson and Lerch, men who are the modern brain trust of an athletic concept that stratches back three millennia". Rooney Magnusson, svedese di Stoccolma, professore universitario di matematica, ora in pensione e suonatore di violino da far invidia ai concertisti, Konrad Lerch, ingegnere austriaco, ostacolista in gioventù fino al titolo nazionale sui 110 metri ostacoli, poi allenatore, poi ancora fondatore e direttore dell'Hypo-Meeting di questa piccola, insostituibile costellazione sportiva che è Götzis. Da qualche anno lo svedese non siede più sui gradoni del Mösle-Stadium, qualche acciacco dell'età, l'elegante ingegnere austriaco ha passato la mano a quelli più giovani. Non possono essere rimpiazzati, al loro confronto gli altri sono dei pigmei. Frank Zarnowski ma con chi parli adesso? Con i bottegai? | |
ACQUISIZIONE | Acquistata una copia (Euro 27,00) al Meeting internazionale di prove multiple HYPO-MEETING, a Götzis, Austria, nel maggio 2013 - Dedica dell'autore | |
ANNOTAZIONI | Dovrebbe essere rifiutato l'ingresso in qualsiasi stadio dove si disputino un decathlon o un heptathlon a chiunque non sappia dire chi è Frank Zarnowski. Commentatore televisivo, autore di numerosi libri imprescindibili per chi voglia conoscere le prove multiple, fondatore di una newsletter fondamentale - DECA - per conoscere le prove multiple in USA. Nella vita di ogni giorno? Professore universitario, visiting professor of Economics al Dartmouth College, e dean (il preside della Facoltà, in Italia) of the Graduate Program of Business at Mount St. Mary's College, in Maryland. E, tra una lezione e l'altra, le prove multiple.
In "Collezione" non mancano i libri di Frank Zarnowski. In lingua inglese, ovviamente. |
Breve storia dell'atletica leggera ticinese